SOCIETÀ

Chi finanzia l'Organizzazione Mondiale della Sanità

Il 21 gennaio scorso, un giorno dopo l’inizio della sua amministrazione, Joe Biden ha firmato 17 ordini esecutivi. Tra questi il neo Presidente degli Stati Uniti ha voluto ribadire come la sua amministrazione voglia fare due importanti passi indietro rispetto all’era Trump: sugli Accordi di Parigi e sull’Oms. Questi sono solo due punti di un disegno più grande ma rimangono due punti fondamentali. Gli Stati Uniti infatti sono dei grandi contributori in entrambi i casi. Nel primo lo sono perché sono secondi nella triste classifica di chi emette più CO2 in atmosfera, mentre nel caso dell’Oms lo sono perché di fatto rappresentano uno degli Stati che donano più fondi di tutti all’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Come si finanzia la World Health Organization 

La World Health Organization, o Organizzazione Mondiale della Sanità italianizzando, per finanziare un budget biennale di quasi 7 miliardi di dollari ha due fonti principali: gli Stati membri che pagano le loro quote di adesione ed i contributi volontari che possono arrivare sia dagli stessi Stati membri che da altri partner.

La fetta più importante del budget arriva proprio dai contributi volontari specifici, che raggiungono quasi i 4 miliardi e mezzo di dollari. Le altre entrate sono suddivise tra i finanziamenti ai progetti (1 miliardo e 161 milioni di dollari), le quote, cioè i contributi valutati in base al prodotto interno lordo di un Paese che valgono 956 milioni di dollari, cioè il 14% del totale ed in maniera minore dai contributi PIP, cioè i Pandemic Influenza Prepardness, che di fatto sono dei finanziamenti volti a migliorare, rafforzare le capacità dii risposta al momento di una pandemia (195 milioni di dollari). I restanti circa 36 milioni di dollari arrivano sotto forma di contributi volontari (VC), in gran parte da parte degli Stati membri e di altre organizzazioni delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative, fondazioni filantropiche, settore privato e altre fonti.

Assessed contributions

Per quanto riguarda i contributi calcolati sulla base del PIL dello Stato, quindi di fatto quelle che potremmo chiamare quote di partecipazione all’OMS, gioco forza che ai primi posti ci siano i Paesi più ricchi. Gli Stati Uniti, che hanno un prodotto interno lordo nominale di oltre 20 mila miliardi di dollari contribuiscono con quasi 240 milioni di dollari all’Organizzazione Mondiale della Sanità (236,911K). Segue la Cina che con un PIL di quasi 13 mila miliardi di dollari “paga” una quota di poco meno di 130 milioni di dollari (129,287K). L’Italia infine, con un PIL inferiore ai 2 mila miliardi è il il settimo contributore per quota dell’OMS (35,614 k).

Voluntary contributions specified

I dati che abbiamo visto fino ad ora quindi, contribuiscono solamente al 14% circa del totale del budget OMS. La maggior parte dei fondi (65,41%) arrivano infatti da delle donazioni volontarie specifiche. In questo caso non solo gli Stati possono donare dei fondi, ed infatti vediamo come al primo posto tra i grandi donatori ci sia una fondazione, la Bill & Melinda Gates Foundation che ogni biennio dona all’Organizzazione Mondiale della Sanità 551 milioni di dollari (551,589K). Il secondo grande donatore è la Germania con 486 milioni di dollari, seguita da Stati Uniti e Gran Bretagna, rispettivamente con 357 e 298 milioni di dollari.

Nei primi dieci posti poi troviamo anche la GAVI Alliance, cioè l’organizzazione internazionale creata nel 2000 per garantire l’accesso alle vaccinazioni alle aree più povere del mondo, che dona all’OMS 246 milioni di dollari gran parte (66%) incentrati appunto nel programma per garantire l’accesso ai servizi sanitari.

La Commissione Europea è il sesto donatore con 212 milioni di dollari che vanno a finanziare principalmente, per il 68% del totale, il programma che mira a rafforzare la leadership, il coordinamento e il supporto operativo e ad aumentare l'accesso ai servizi sanitari e nutrizionali essenziali nelle situazioni di emergenza sanitaria. Un finanziamento che si concentra in particolar modo nell’area est del Mediterraneo, ed in particolare su Libano (32%), Sudan (15%), Afghanistan (14%), Giordania (9%) ed Iraq (6%). La donazione della Commissione Europea poi si espande anche in altre 15 aree di intervento, che vanno dalla prevenzione delle epidemie e pandemie (11%) all’eradicazione della poliomelite (4,5%), dalla preparazione dei Paesi per affrontare le emergenze sanitarie alla promozione di politiche sanitarie. Tutti i programmi che sono spiegati nel dettaglio all’interno del sito dell’Organizzazione mondiale della sanità.

L’Italia

L’Italia, per quanto riguarda i programmi specifici, segue la linea della Commissione Europea. Dei suoi 25 milioni di dollari di donazione la maggior parte è destinata a finanziare il macro programma, del valore superiore ai 2 miliardi di dollari, sull’aumentare l'accesso ai servizi sanitari e nutrizionali essenziali nelle situazioni di emergenza sanitaria. 

Altre donazioni

Una piccola nota interessante. Tra gli enti che finanziano direttamente l’OMS  troviamo anche la Regione Sicilia che, con circa 300mila euro, supporta un più ampio programma da un miliardo di dollari improntato a garantire l’accesso ai servizi sanitari essenziali. Scorrendo la tabella qui sopra si possono leggere tutte le donazioni, dalle più grandi, appunto  Bill & Melinda Gates Foundation, fino alle più piccole che includono anche onlus o enti di istruzione come l’Università di Copenhagen. Agli ultimi posti come donazioni volontarie specifiche troviamo anche il Brasile con 4mila dollari che vanno ad aggiungersi alla “quota” di poco meno di 32 milioni di dollari.

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