CULTURA

Cinema, incassi in ascesa: è la fine della crisi?

Gli italiani stanno tornando al cinema. O, almeno, hanno smesso di disertare le sale. I dati sull’annata 2019, pubblicati da poco da Anec, Anica e Cinetel, parlano di una tendenza fortemente positiva, con un netto incremento di presenze e incassi rispetto all’anno precedente. Gli introiti al botteghino hanno fruttato oltre 635,4 milioni, per un totale di circa 97,6 milioni di spettatori: entrambi i dati sono i più alti dal 2016, e rispetto al 2018 segnano un aumento pari al 14,4% (incassi) e 13,6% (presenze). I film distribuiti nel 2019 sono stati in tutto 495 (34 in meno rispetto al 2018): di questi, le produzioni o coproduzioni italiane erano 193 (18 in meno sul 2018). Tra le nazioni più rappresentate, 130 i film degli Stati Uniti, 54 i francesi, 31 i britannici.

Come sempre, la classifica dei titoli più visti è dominata dagli Stati Uniti. Sono americane 9 delle 10 opere con i maggiori incassi (in testa Il re leone con 37,5 milioni): unica eccezione, Il primo Natale di Ficarra e Picone, sesto in graduatoria con 13,4 milioni. Tra i primi 20 incassi altri due italiani: Pinocchio di Matteo Garrone (poco più di 11 milioni) e 10 giorni senza mamma di Alessandro Genovesi (7,5 milioni). Di grande rilievo il successo dei primi due, che hanno superato quota 10 milioni, vetta non raggiunta l’anno precedente da alcun film nazionale (il “campione italiano” del 2018 era stato A casa tutti bene di Gabriele Muccino, con 9,2 milioni). A rafforzare la tendenza positiva, due considerazioni: Il primo Natale e Pinocchio sono usciti a metà dicembre, e a gennaio 2020 hanno consolidato il risultato, che per il 2019 è quindi parziale (Il primo Natale ad oggi ha superato i 15 milioni, e Pinocchio li sta sfiorando); inoltre Tolo Tolo, nuovo titolo schiacciasassi di Checco Zalone (finora a ridosso dei 46 milioni), è uscito a mezzanotte del 31 dicembre, perciò i suoi incassi vanno interamente conteggiati nel 2020.

Buoni, comunque, i risultati complessivi del cinema italiano: nel 2019 le opere di produzione nazionale hanno incassato 134,9 milioni e sono state viste da poco più di 21 milioni di spettatori, segnando aumenti rispetto al 2018 del 5,4 e del 5,6 per cento. Se guardiamo alle quote di mercato, la percentuale di incassi del cinema statunitense sugli introiti complessivi nel 2019 è del 65,2%: quasi i due terzi del botteghino globale. Le opere italiane o in coproduzione incidono per poco più di un quinto, il 21,2%. Le uniche altre due nazioni con una presenza importante nel nostro mercato sono il Regno Unito (6,1%) e la Francia (3,4%). Tutti gli altri Paesi si spartiscono le briciole, con quote sotto l’1% (in testa il Giappone con lo 0,7%).

Guardando ai dati sull’esercizio, il 2019 ha visto operare in tutta Italia 1.218 cinema, per un totale di .3542 schermi: un dato in lievissimo aumento sul 2018 (erano 1209 cinema per 3537 schermi). Interessante valutare la distribuzione degli incassi tra i diversi tipi di sale cinematografiche: i risultati al botteghino premiano i cinema dotati del maggior numero di schermi. I 131 complessi con più di 7 schermi hanno conseguito il 55,3% degli incassi. Per contro, le sale a schermo unico, 669 in tutto, hanno ottenuto solo l’8,7% degli introiti. In generale, l’incasso medio annuo per schermo aumenta progressivamente con l’aumentare degli schermi disponibili nel singolo cinema, penalizzando i piccoli multisala e soprattutto le monosale. Anche queste ultime, comunque, hanno beneficiato del generale incremento degli incassi nel 2019, mettendo a segno un +17,1% rispetto al 2018.

Importanti sono anche i dati sulla stagionalità nella frequentazione delle sale. I mesi fondamentali per gli incassi si confermano dicembre e gennaio, che incidono sul totale degli introiti annuali rispettivamente per il 13,7% e il 12,3%. Il 2019 segna però la tendenza a una fortissima destagionalizzazione nella frequenza al cinema, che in genere risentiva di una progressiva desertificazione delle sale nei mesi estivi. Se da un lato si registra la riduzione in un mese tradizionalmente forte come febbraio (7,9% degli incassi annui contro l’11,9% del 2018), dall’altro aumentano le entrate in tutti i mesi da aprile a novembre, con un picco straordinario nei mesi “morti” di agosto (+ 45,9% di incassi rispetto ad agosto 2018) e soprattutto di luglio (+ 108,9% su luglio 2018). In generale, l’intero periodo estivo (giugno – agosto) ha fatto registrare un + 47,3% di incassi rispetto al 2018.

C’è da essere ottimisti? Più che denotare una svolta, questi dati descrivono un’inversione di tendenza. Dal 2010, anno record con 734,6 milioni di incassi e 109,9 milioni di spettatori, la situazione si era progressivamente deteriorata (con alti e bassi) fino al 2018, punto più basso della curva con 555,7 milioni di incassi e 85,9 milioni di spettatori: un tracollo di quasi un quarto degli introiti e di oltre un quinto degli spettatori. L’intenso, generalizzato aumento del 2019 segna una pausa in un decennio di crisi, ma è ancora presto per dire se siamo di fronte a una nuova primavera delle sale italiane.

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