Fermiamo le fake news sul clima e sul cambiamento climatico. È, in estrema sintesi, l’ultimo di una serie di appelli provenienti dalla comunità scientifica, in questo caso italiana.
#StopClimateFake. Con questo hashtag il gruppo Fridaysforfuture di Roma ha fatto propria una petizione online (sottoscrivibile qui) promossa da Annalisa Corrado e già sottoscritta da numerosi esperti del settore.
Lo sappiamo, ma è bene ripeterlo: ci sono prove, scientifiche, incontrovertibili sui cambiamenti climatici in atto e sulla pericolosità che essi comporterebbero se non ci fossero dei seri interventi per contrastarli. Ciononostante, a dispetto degli appelli internazionali, delle evidenze dimostrate nei numerosi rapporti dell’IPCC - l’organizzazione delle Nazioni Unite, massimo organo scientifico e istituzionale per affrontare l’emergenza in atto – capita, e non di rado, di imbattersi in titolazioni e in articoli di giornali totalmente fuorvianti. A seconda dei casi, si avvalorano tesi (infondate) per le quali le temperature estremamente basse di alcuni periodi metterebbero in dubbio il riscaldamento globale: fake news, in poche parole.
“ Assistiamo a episodi di disinformazione in cui sono proposte al pubblico affermazioni palesemente false
“Assistiamo – si legge nella petizione – alla diffusione di false notizie secondo cui la comunità scientifica sarebbe divisa perché alcuni presunti scienziati sarebbero in grado di negare dati e teorie consolidate da decenni”. O ancora: episodi di disinformazione in cui sono proposte all’ascolto di milioni di persone affermazioni palesemente false.
Qualche esempio? Il pianeta non si sta più scaldando dal 2000 (falso); non ci sarebbe legame tra la CO2 e la temperatura del pianeta (altrettanto falso). “Il tutto – si legge ancora nella petizione – in nome di un’insensata par condicio secondo cui si dovrebbe dare pari rilevanza a scienziati esperti della materia e a incompetenti che propagandano tesi negazioniste sul clima”.
All’appello contro le fake news ha aderito anche Antonello Pasini, fisico del clima del CNR: “Negli ultimi giorni – spiega in un intervento video – abbiamo assistito a vari episodi di disinformazione sul clima con dichiarazioni di anziani professori senza alcuna competenza climatica. La scienza è specializzata: conoscete qualcuno che si rivolge a un oculista per un problema cardiaco? Perché questo dovrebbe accadere riguardo al clima?”.
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La comunità scientifica chiede che si discuta sì pubblicamente sul problema del clima – che inciderà sul nostro futuro – ma che chi non è esperto non sia presentato come tale: “Abbiamo bisogno che ci si basi sulla scienza e che tutti salgano rapidamente sulla stessa barca: firmate la petizione #StopClimateFake”, conclude Pasini.
Già da tempo prestigiosi giornali esteri, tra cui citiamo The Guardian, si sono dati delle regole deontologiche su come trattare l'informazione sul clima: una sorta di mea culpa per come, nel recente passato, fossero state pubblicate notizie imprecise o, appunto, fuorvianti. Molti passi in avanti si stanno facendo, ma la petizione, l'ultima in ordine di tempo in tal senso, dimostra che rimane ancora molto lavoro da fare per veicolare il messaggio nel modo corretto, scientificamente parlando.