CULTURA

Note di regia. Stefano Collizzolli e lo sguardo del cinema sul presente

"Dentro il reale ci possono essere romanzi pazzeschi. Si può applicare una sorta di tenerezza a una storia apparentemente minima rendendola universale. Fare cinema documentario, cercando storie del cinema del reale da cittadino italiano - dal posto più comodo, con un passaporto potente -, significa inevitabilmente raccontare il dolore altrui". Autore e regista di cinema documentario, Stefano Collizzolli vive e lavora a Padova dove ha co-fondato ZaLab, una casa di produzione e distribuzione di cinema indipendente e sociale: un progetto culturale attraverso il quale un collettivo di autori e registi si occupa di formazione alla cultura cinematografica, promozione dell’impegno civile e video partecipativo come strumento di scambio interculturale. "Il progetto di Zalab nasce con la guerra in Bosnia, nel momento in cui io divento adulto. Sento l'esigenza di condividere il destino di un pezzo di mondo, così vicino a noi. Con Andrea Segre decidiamo di provare a portare il cinema, costruendo piccoli racconti scambiandoli da una parte all'altra del fiume, generando storie di video partecipativo", che ancora oggi è una delle colonne su cui si fonda Zalab. 

L'impegno come formatore affianca quello da regista vissuto con l'urgenza di chi sente di dover osservare le cose avvicinandosi il più possibile, fare esperienza concreta e profonda di ciò che accade per riuscire a raccontare il presente. "Ho imparato a fare cinema insegnandolo agli altri, attraverso il video partecipativo, uno spazio collettivo di enorme libertà. L'altra metà di Zalab è la produzione professionale di cinema documentario in cui, oltre all'incontro con il reale, attraverso uno sguardo più artistico, importiamo l'approccio dei laboratori, la relazione con le storie, le pratiche di co-creazione". 

Si può applicare una sorta di tenerezza a una storia apparentemente minima riuscendo a renderla universale Stefano Collizzolli

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

"Ogni film è una immersione profonda in un mondo e segna una tappa del mio percorso, personale e professionale". I documentari di ZaLab si concentrano sulla "vita nei conflitti moderni" e sono storie spesso dimenticate che vengono rivelate al pubblico e questo fa Collizzolli progettando le sue opere, racconta la realtà cercando di avvicinarsi il più possibile alle storie: succede ne I nostri anni migliori, diretto con Matteo Calore, film che segue il viaggio di cinque giovani tunisini verso l’Europa del 2011, tra speranza di libertà e impossibilità di restare, e in Dove bisogna stare del 2018, che racconta quella parte d’Italia che agisce quotidianamente per tutelare i valori di dignità e giustizia. Accade, più che mai, nel racconto della Genova del G8 del 2001 ritrovata vent'anni dopo, nel 2022, in Se fate i bravi, documentario nato da un'idea di Fabio Geda e diretto da Collizzolli insieme a Daniele Gaglianone. Avviene in Trieste è bella di notte, realizzato nel 2023 con Andrea Segre e Matteo Calore, nel racconto di "un torto subito" partendo dall'esplorazione del confine tra Italia e Slovenia, sopra Trieste, attraversato a piedi di notte da chi, disperatamente, insegue il sogno di una vita migliore e viene invece respinto. 

Ogni film è una immersione profonda in un mondo e segna una tappa del mio percorso, personale e professionale Stefano Collizzolli

"Per anni ho raccontato storie di esseri umani attraverso il cinema del reale, entrando nelle tensioni, anche politiche, del presente. Ora lavoro a un progetto completamente diverso in cui il protagonista è un ghiacciaio". Si intitola Il canto del ghiaccio e segue la fusione del ghiacciaio del Làres, nel gruppo dell’Adamello, in Trentino, nell'arco di due estati. Anche qui, pur non occupandosi direttamente di persone, Collizzolli osserva un presente strettamente legato alle azioni umane e una natura che ne paga le conseguenze. "Abbiamo realizzato un cortometraggio ma, con Paolo Ghisu, stiamo ora cercando di capire se tutto questo materiale di osservazione può diventare anche un film per la sala".


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