CULTURA

Venezia 81. Tra proiezioni infinite, star e ritorni

"Il punto di forza della Mostra è Venezia, con la sua capacità di dialogare con il mondo, con i paesi più lontani [...] E lo è il suo pubblico, quello veneziano e quello che arriva da tutto il mondo [...] Una raccomandazione, signor pubblico, ovunque tu sia, se sei in ascolto o stai vedendo: partecipare, partecipare, essere presente nella corporeità e nell'emozione. Questo è un invito a un viaggio di vascelli vagabondi che parte da Venezia, che si rinnova mantenendo la sua unicità: la Mostra è sempre in anticipo sul futuro ed è il più antico festival del cinema al mondo, speculare al miracolo acqueo da cui è generato. Quasi un secolo dopo, è ancora il luogo in cui autori e cineasti ci danno appuntamento per presentare le loro visioni e per plasmare il panorama del cinema internazionale. La Mostra possiede il potere oracolare di leggere le realtà in atto e captare tutto ciò che arriverà domani". Il presidente Pietrangelo Buttafuoco apre con un discorso appassionato, la presentazione ufficiale della 81esima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (29 agosto - 7 settembre), lasciando infine la parola al direttore Alberto Barbera, riconfermato alla guida del festival anche per le edizioni future del 2025-2026. 

"Per questa edizione il processo di selezione quest'anno è durato quasi nove mesi, così i film sono un po' come figli e vorrei parlarne per ore", racconta Barbera, sorridendo. Nessun altro evento supera per prestigio il nostro festival veneziano. E aggiunge: "I film lunghi quest'anno sono tantissimi, sarà un problema per tutti seguire il calendario delle proiezioni". Sono pochi i titoli sotto le due ore, in effetti. Tra le eccezioni: Broken rage del regista-icona Takeshi Kitano (fuori concorso) della durata di soli 62 minuti. Tra i titoli più attesi di Venezia 81The room next door, il primo film di Pedro Almodovar interamente girato in lingua inglese, Campo di battaglia di Gianni Amelio, con Alessandro Borghi. Sono 215 i minuti del film The brutalist di Brady Corbet, con Adrien Brody e Felicity Jones, ispirato a La fonte meravigliosa di King Vidor, con Gary Cooper. E altri 151 minuti per Queer di Luca Guadagnino, dal libro di William S. Burroughs, con Daniele Graig. Cinque i film italiani in concorso: oltre a quelli di Amelio e Guadagnino, Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Vermiglio di Maura Delpero e Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt. Dopo Jackie e Spencer, Pablo Larraín torna a Venezia, per raccontare un'altra donna straordinaria, con Maria, film dedicato a Maria Callas interpretata da Angelina Jolie. Attesissimo Joker: Folie à Deux di Todd Phillips, secondo atto del film con Joaquin Phoenix, qui affiancato da Lady Gaga.

Nonostante di e con Valerio Mastandrea aprirà la sezione Orizzonti (28 agosto), mentre September 5 di Tim Fehlbaum è il titolo scelto per l'apertura di Orizzonti Extra (29 agosto). In particolare, September 5 racconta un episodio che ha cambiato per sempre la copertura giornalistica di un fatto di cronaca. Durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 un team televisivo americano si adatta rapidamente passando dal resoconto sportivo alla copertura in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio.

Ad aprire la Mostra, fuori concorso, l'atteso e già annunciato Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton, con Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci, e con Jenna Ortega, e Willem Dafoe (quest'ultimo appena nominato direttore artistico della prossima Biennale Teatro). Si tratta del sequel del pluripremiato Beetlejuice del 1988. Gli attori degli anni Ottanta tornano a lavorare con Burton e "sono quasi tutti attesi a Venezia: sarà un grande tappeto rosso", anticipa Barbera.

Fuori concorso anche L'orto americano di Pupi Avati e Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, al centro la sua relazione con il padre e grande regista e Wolfs di Jon Watts con Brad Pitt e George Clooney. Due i cortometraggi fuori concorso: quello realizzato da Marco Bellocchio, dal titolo Se posso permettermi, capitolo II, "con un cast da grande film", e quello di Alice Rohrwacher e Jr, Allégorie citadine. Proposto come proiezione speciale, sempre fuori concorso, il progetto di Sergio Rubini dedicato a Leopardi. Fuori concorso, non fiction, anche due documentari su John Lennon e Yoko Ono, One to one: John & Yoko di Kevin Macdonald and Sam Rice Edwards' e sull'arrivo dei Beatles a New York nell'agosto del 1965, Twst / Things we said today di Andrej Ujica.

"La sezione fuori concorso dedicata alle serie è molto cresciuta", spiega Barbera. "Bisogna prendere atto che una delle trasformazioni del cinema riguarda proprio le durate: molti autori di cinema sono tentati di sperimentare le lunghezze che permettono di raggiungere le serie". Quattro quelle presentate quest'anno, proiettate integralmente. Molto attesi gli otto episodi di M - il figlio del secolo dal romanzodiretti dall'inglese Joe Wright e tratti dal romanzo di Antonio Scurati, con Luca Marinelli, e Disclaimer di Alfonso Cuaron (capitoli 1-7), con Cate Blanchett e Kevin Kline.

La giuria di Venezia 81

Presieduta dall’attrice francese Isabelle Huppert, la giuria internazionale del concorso Venezia 81 sarà composta da: il regista e sceneggiatore americano James Gray, il regista e sceneggiatore britannico Andrew Haigh, la regista, sceneggiatrice e produttrice polacca Agnieszka Holland, il regista e sceneggiatore brasiliano Kleber Mendonça Filho, il regista, sceneggiatore e produttore mauritano Abderrahmane Sissako, il regista e sceneggiatore italiano Giuseppe Tornatore, la regista e sceneggiatrice tedesca Julia von Heinz, l’attrice cinese Zhang Ziyi.

Leone d’oro alla carriera 

I Leoni d'oro alla carriera della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono stati attribuiti all’attrice americana Sigourney Weaver (Alien, Ghostbusters, Gorilla nella nebbia, Avatar, Il maestro giardiniere) e al regista e sceneggiatore australiano Peter Weir (L'attimo fuggente, The Truman Show, Master & Commander, quest'ultimo film lo ri-vedremo al Lido). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, che ha fatto propria la proposta del direttore Alberto Barbera. “La Mostra del Cinema di Venezia e il suo Leone d'Oro fanno parte dell’immaginario del nostro mestiere – ha dichiarato Peter Weir, nell'accettare la proposta – Essere premiati per il lavoro di una vita come registi, è un grande onore”.  

Parole a cui si aggiungono quelle di Sigourney Weaver: "Questo premio è un privilegio che condivido con tutti i registi e collaboratori con cui ho lavorato nel corso degli anni. Accetto con orgoglio questo riconoscimento, che celebra anche tutti coloro che hanno contribuito a dare vita a questi film”. E su Weaver, il direttore Barbera ha aggiunto: “Dotata di un grande temperamento, capace di muoversi con delicatezza ma senza fragilità, ha imposto un’immagine di donna sicura e determinata, dinamica e tenace, non senza lasciar trapelare, con sfumature sempre diverse, una sensibilità femminile di intenso magnetismo. Il Leone d’oro alla carriera è il doveroso riconoscimento a una star che ha saputo costruire ponti fra il cinema d’autore più sofisticato e i film che dialogano con il pubblico in forma schietta e originale, senza mai rinunciare a essere se stessa”.

I film in concorso di Venezia81

The room next door di Pedro Almodóvar, Campo di battaglia di Gianni Amelio, Leurs enfants après eux di Ludovic e Zoran Boukherma, The brutalist di Brady Corbet, Jouer avec le feu (The Quiet Son) di Delphine e Muriel Coulin, Vermiglio di Maura Delpero, Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Queer di Luca Guadagnino, Kjærlight (Love) di Dag Johan Haugerud, April di Déa Kulumbegashvili, The Order di Justin Kurzel, Maria di Pablo Larraín, Trois amies di Emmanuel Mouret, Kill the jockey di Luis Ortega, Joker: Folie à deux di Todd Phillips, Babygirl di Halina Reijn, Ainda estou aqui (I’m Still Here) di Walter Salles, Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt, Harvest di Athina Rachel Tsangari, Qing chun gui (Youth – Homecoming) di Wang Bing, Stranger Eyes di Yeo Siew Hua

I film in concorso di Orizzonti e Orizzonti extra

Orizzonti: Nonostante di Valerio Mastandrea, Quiet life di Alexandros Avranas, Mon inséparable di Anne-Sophie Bailly, Aicha di Mehdi Barsaoui, Yin’ad ‘Aliku (Happy holidays) di Scandar Copti, Familia di Francesco Costabile, Hemme nin oldugu gunlerden biri (One of those days when hemme dies) di Murat Firtoglu, Familiar touch di Sarah Friedland, Marco di Jon Garano e Aitor Arregi, Carissa di Jason Jacobs e Devon Delmar, Wishing on a star di Péter Kerekes, Mistress Dispeller di Elizabeth Lo, Anul nou care n-a fos (The new year that never came) di Bogdan Muresanu, Pooja, Sir di Deepak Rauniyar, Al kalvim veanashim (Of dogs and men) di Dani Rosenberg, Pavements di Alex Rose Perry, Happyend di Neo Sora, L’attachement di Carine Tardieu, Diciannove di Giovanni Tortorici

Orizzonti extra: September 5 di Tim Fehlbaum, Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, Le mohican di Frédéric Farrucci, Al bahs an manfaz i khoroug al sayed Rambo (Seeking haven for Mr Rambo) di Khaled Mansour, La storia del Frank e della Nina di Paola Randi, Shahed (The Witness) di Nader Saeivar, After party di Vojtech Strakaty, Edge of night di Turker Suer, King Ivory di John Swab.

Fuori concorso- fiction

Beetlejuice Beetlejuce di Tim Burton, L’orto americano di Pupi Avati, Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, Phantosmia di Lav Diaz Maldoror di Fabrice du Welz, Broken rage di Takeshi Kitano, Baby invasion di Harmony Korine, Cloud di Kurosawa Kiyoshi, Finalement di Claude Lelouch, Wolfs di Jon Watts, Se posso permettermi – capitolo II di Marco Bellocchio, Allégorie citadine di Alice Rohrwacher e JR.

Venezia classici e la giuria dei 24 studenti 

È stata definita la selezione di Venezia Classici dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che presenta in anteprima mondiale 18 restauri realizzati nel corso dell’ultimo anno di capolavori provenienti da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Capolavori restaurati di Antonioni, Brook, Clément, De Sica, Hawks, Kasaravalli, Lang, Mamoulian, Mann, Masumura, Moretti, Ôshima, Santos, Schroeter, Truffaut, Wertmüller, Refn, Wiseman.

Sarà il regista e sceneggiatore Renato De Maria a presiedere la giuria di studenti di cinema che – per l’undicesimo anno – assegnerà il Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato. La giuria, composta da 24 studenti, ognuno indicato dai docenti dei diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, potrà anche premiare il miglior documentario sul cinema presentato all’interno della sezione. Tra questi, il doc dedicato a Carlo Mazzacurati. Un'idea di cinema, per ricordarlo a dieci anni dalla scomparsa (di Mazzacurati abbiamo recentemente scritto qui).

Un elefante in laguna nell’immagine del manifesto di Mattotti

L’illustratore e autore italiano Lorenzo Mattotti firma per il settimo anno l’immagine del manifesto ufficiale, che raffigura un elefante in laguna, e per il sesto anno la sigla della Mostra internazionale d’arte cinematografica, giunta all’81esima edizione. Scrive Lorenzo Mattotti: "Molti anni fa, un elefante era arrivato a Venezia e si aggirava per le strette calli veneziane durante un famoso Carnevale della Biennale, quello del 1981… Questo elefante ora attraversa la Laguna e percorre le vie della fantasia, del mistero e della magia che si scopre nel cinema. È lui stesso memoria e anche storia del cinema: una festa, una parata, uno spettacolo! E questo speciale elefante colorato ci ricorda anche l’esotico, il lontano, l’Oriente, uno sguardo verso altre civiltà, altre culture. Alla Biennale Cinema si sono sempre incontrati altri mondi, altri linguaggi, altri immaginari, che da 92 anni arrivano in laguna. Un elefante che va verso Oriente, ma che ha la capacità di accogliere".

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