SOCIETÀ
Dalla Cambogia alle nostre tavole: l'industria dello zucchero insanguinato
La globalizzazione ha introdotto tra i beni che consumiamo quotidianamente prodotti originari di posti lontani in cui spesso non abbiamo mai messo piede, di cui ignoriamo molto e di cui, a dire il vero, spesso ci interessa ben poco. È il caso della Cambogia la cui produzione di zucchero trova senz'altro degli acquirenti all'interno dell'Unione europea che, secondo le conclusioni di un meeting del Consiglio dell'Ue, svoltosi lo scorso 26 febbraio, è il più grande mercato per l'esportazione del paese del sud-est asiatico.
Nel 2001 l'Ue diede vita al piano Everything but arms (Eba) che aveva l'obiettivo di consentire a tutti i paesi facenti parte della lista di Least devoloped Countries stilata dall'Onu, un accesso preferenziale al mercato europeo, esente da dazi e da altre quote. Tali politiche da allora si applicano su tutti i beni esportati dai paesi etichettati come "meno sviluppati", fuorché sulle armi e sulle munizioni, da qui il nome del provvedimento.
L'Eba mira a contribuire allo sviluppo economico dei paesi più poveri e alla loro integrazione nel sistema globale di scambi commerciali. Secondo gli studi fatti da dalla Commissione europea le esportazioni dalla Cambogia all'Unione sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni, con una crescita del 227% tra il 2011 e il 2016, inoltre il piano commerciale avrebbe contribuito significativamente alla creazione di posti di lavoro e alla crescita del settore tessile, che vale il 75% delle esportazioni del paese in Europa.
Tuttavia questa crescita economica va contestualizzata nell'attuale panorama politico della Cambogia. Dopo una storia complessa e sofferta, dal 1993 è, o meglio dovrebbe essere, una monarchia parlamentare basata su un sistema multipartitico, rispettosa della democrazia. Di fatto l'attuale primo ministro Hun Sen, a capo del partito Cambodian People’s Party (Cpp), è in carica dal 1985 e le ultime elezioni, svoltesi lo scorso 29 luglio, hanno confermato lo status quo.
L'Ue ha rilevato che negli ultimi anni le autorità cambogiane hanno utilizzato il sistema giudiziario e altri mezzi per reprimere lo spazio degli avversari politici, questo atteggiamento ha raggiunto l'apice con la forzata dissoluzione del più grande partito d'opposizione, il Cambodian National Rescue Party (Cnrp), e l'arresto del suo leader Kem Sokha. Per questo motivo l'Ue ha rifiutato di osservare le ultime elezioni e ha sospeso il proprio finanziamento al Comitato elettorale nazionale cambogiano, denotando che l'assenza di una genuina competizione tra le forze politiche equivale alla mancata rappresentanza della volontà dell'elettorato.
“ The lack of genuine electoral competition and the absence of an inclusive political process mean that the 29 July election is not representative of the democratic will of the Cambodian electorate, and therefore its outcome lacks credibility Dichiarazione del portavoce sulle elezioni generali in Cambogia, 30 luglio 2018
L'industria dello zucchero insanguinato
Maddalena Righi, laureanda del corso di Human rights and multi-level governance all'università di Padova, sta lavorando a una tesi sul diritto al cibo: "Quello che noi portiamo a tavola può avere un impatto su una comunità dall'altra parte del mondo, spesso però non ne siamo consapevoli. La mia tesi ha questo scopo: creare dei consumatori più consapevoli e informati." Studiando l'impatto che le multinazionali hanno sulle comunità rurali, il caso della Cambogia ha catturato l'attenzione della studentessa: l'Eba portando ricchezza ha anche attirato i "pesci più grossi."
"Il governo cambogiano ha concesso diversi appezzamenti di terra a grandi compagnie, sia locali che straniere: cinesi, thailandesi e vietnamite" spiega Righi parlando di quanto sta accadendo nell'industria dello zucchero e prosegue: "Queste grandi compagnie hanno ottenuto le terre dal governo, nonostante queste fossero già abitate e utilizzate da contadini che producevano il loro riso, le loro verdure e avevano i loro animali da allevare. Nel momento in cui hanno perso la terra, hanno perso la possibilità di produrre cibo. Ritrovandosi, quindi, in una situazione di estrema povertà."
Quanto raccontato dalla laureanda trova conferma in un rapporto nato dalla collaborazione di più organizzazioni locali e non, tra cui Community Network in Action (CNA), Ponlok Khmer, GRAIN, Cambodia Indigenous Youth Association (CIYA) e Asia Indigenous Peoples Pact (AIPP). Dalle loro ricerche risulta che decine di migliaia di persone nel 2011 sono state interessate dall'espropriazione delle loro terre nella provincia cambogiana di Preah Vihear, in cui cinque compagnie cinesi hanno avuto la concessione economica delle terre per un totale che supera i 40mila ettari di terra. Secondo la legge cambogiana è proibito concedere più di 10mila ettari per singola compagnia e le cinque aziende, secondo gli studi fatti da alcune associazioni, sono sospettate di far capo ad un unico gruppo, di proprietà dello Stato.
L'industria dello zucchero insanguinato in Cambogia
A supporto di questa tesi c'è anche lo studio Bittersweet Harvest: A Human Rights Impact Assessment of the European Union’s Everything But Arms Initiative in Cambodia di Equitable Cambodia e Inclusive development international, secondo il quale delle compagnie thailandesi e un magnate cambogiano hanno realizzato delle piantagioni per l'industria dello zucchero da esportare in Europa, inoltre viene sottolineato come il governo stia concedendo una vasta quantità di terra a investitori privati, privando i piccoli produttori del loro sostentamento.
“ The sugar industry has been one of the worst offenders in Cambodia’s land grabbing epidemic. Its development has been accompanied by violent forced evictions and other human rights violations Bittersweet Harvest: A Human Rights Impact Assessment of the European Union’s Everything But Arms Initiative in Cambodia
Maddalena Righi ha raccontato del suo viaggio in Cambogia: mettendosi in contatto con delle organizzazioni locali è riuscita a sottoporre dei questionari ai contadini, per cercare di capire cosa stesse accadendo. Durante le sue ricerche è stata fermata dalla polizia che le ha fotografato i documenti, le ha sequestrato i questionari e le ha chiesto di firmare un "contratto" in lingua khmer, scritto a penna sul tavolino di un villaggio, in cui la ragazza dichiarava che avrebbe abbandonato le sue ricerche in quella zona. Da lì in avanti non ha potuto più scrivere, ma ha continuato a parlare con le persone del posto tenendo un registratore in tasca e facendo finta di essere una normale turista.
“ In un altro villaggio ho incontrato questa signora che dopo un'ora di intervista mi ha chiesto se potesse farmi lei una domanda: con gli occhi lucidi, mi ha chiesto di andare all'Ue e di chiedergli di non comprare più questo zucchero Maddalena Righi
Il punto di vista dell'Ue
Il Bo Live ha contattato alcuni portavoce dell'Ue per capire meglio cosa stesse accadendo in Cambogia e quali provvedimenti verranno presi per risolvere la situazione, che è tuttora in via di studio da parte della Commissione. Secondo il rapporto annuale 2017/2018 di Amnesty International Italia su Asia e Pacifico nell'anno passato si sono verificate diverse restrizioni alle libertà civili in Cambogia, che hanno portato ad arresti, incarcerazioni, minacce, all'uso non corretto della legge contro gli oppositori politici, alla chiusura di giornali e radio e alla limitazione della libertà associativa. Visti il contesto politico del paese e l'esistenza di queste problematiche, Il Bo Live ha chiesto ai portavoce se si stia creando il terreno fertile per la nascita di una nuova dittatura. Per quanto riguarda la situazione delle terre, secondo gli studi del Centro Cambogiano per i diritti umani, negli ultimi 4 anni dal 2007, sono state riportate 223 dispute sugli appezzamenti di terra. Sembra che alcuni villaggi siano stati messi sotto pressione, persino con l'uso delle armi e della violenza, da parte delle forze militari. Quelle che seguono sono le dichiarazioni dei portavoce su questi argomenti in relazione all'Eba:
La recente liberazione di un certo numero di attivisti politici, difensori dei diritti e giornalisti, che sono stati trattenuti sulla base di accuse ampiamente considerabili come motivate politicamente, è uno sviluppo positivo. Tuttavia la tendenza generale in Cambogia durante l'ultimo anno è stata quella di un'escalation di repressioni verso l'opposizione, i media e la società civile del paese. Il prolungamento di ulteriori sei mesi della detenzione del leader dell'opposizione Kem Sokha ne è una prova.
Le dispute sulla terra continuano a essere una questione critica in Cambogia, abbiamo osservato solo progressi limitati in termini della loro risoluzione. Durante il decimo incontro del comitato congiunto Ue - Cambogia, tenutosi a marzo 2018, l'Ue ha reiterato le sue preoccupazioni circa le accuse di espropriazione della terra relative alle concessioni economiche per le piantagioni di zucchero e ha ricordato che il rispetto per i diritti umani e del lavoro fa parte dello schema generale di preferenza che è stato istituito con l'Eba. Negli ultimi mesi, il governo ha mediato delle soluzioni ad hoc per le comunità colpite in certe aree geografiche.
Tuttavia, dei report suggeriscono che il processo non sia stato sufficientemente inclusivo e che si sia verificata una mancanza di trasparenza e chiarezza negli standard per l'allocazione del compenso, sia in termini finanziari che di terra. Al riguardo l'Ue ha sostenuto il governo nell'adottare un'unica metodologia consistente e trasparente per risolvere le dispute. Assicurare il progresso nella risoluzione di queste problematiche resta una delle priorità politiche più alte delle relazioni dell'Ue col governo cambogiano. Ci aspettiamo che il governo della Cambogia si dedichi efficacemente a questa problematica con dei progressi concreti e tangibili.
La bandiera della Cambogia
La questione delle dispute sulle terre in relazione alla creazione di concessioni economiche in Cambogia per le piantagioni agricole ai fini commerciali è di vecchia data, inoltre singoli contadini e famiglie sostengono di essere stati privati della terra che hanno occupato e su cui hanno lavorato per degli anni, senza un adeguato compenso. L'Ue si è impegnata attivamente per molti anni nella risoluzione di queste problematiche in relazione alla coltivazione della canna da zucchero, cercando di agevolare il raggiungimento di una soluzione che potesse provvedere un giusto compenso per le richieste considerate legittime.
La rivendicazione delle aree coltivabili per le piantagioni di zucchero è tra le problematiche che l'Ue ha sollevato recentemente (vedi il report biennale GSP dell'Ue di gennaio 2018) in risposta alle serie preoccupazioni circa il continuo deterioramento della democrazia, del rispetto per i diritti umani e della legge, così come segnalato anche dal Parlamento europeo (Risoluzione del 14 dicembre 2017 e risoluzione del 13 settembre 2018) e dal Consiglio europeo degli Affari esteri (26 febbraio 2018), nel contesto del rinnovato e accresciuto impegno con la Cambogia.
Come ricordato dall'Ue nelle conclusioni del Concilio degli affari esteri del 26 febbraio 2018, l'Ue e i suoi stati membri hanno investito significative risorse e si sono sforzati sin dagli accordi di Parigi nel supportare la ricostruzione, lo sviluppo economico e la transizione verso una democrazia pluralistica in Cambogia. Gli accordi di Parigi del 1991, firmati dalla Cambogia e da altri 18 paesi, inclusi Francia e Regno Unito, hanno creato un vincolo legale che obbliga le parti ad aderire, incluso il dovere del governo cambogiano a mantenere un sistema di democrazia liberale, basato sul pluralismo così come sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Questi impegni sono sanciti nella Costituzione cambogiana. L'Unione Europea è pronta a continuare il proprio lavoro con la Cambogia verso la consolidazione di una democrazia e di un'equa crescita economica.
Osserviamo le autorità del paese per intraprendere tutti i passi necessari per assicurare che ogni partito politico, la società civile e i media possano portare avanti le proprie attività senza paura, come dovrebbe essere in ogni democrazia funzionante. Non può esserci nessun sistema di sviluppo sostenibile senza garanzie sui diritti umani e sulla democrazia.
“ The Cambodian Government must fulfil its obligations and commitments in relation to the democratic principles and fundamental human rights, which are an essential component of the EU-Cambodia Cooperation Agreement and the conditions under Eba
Nelle stesse conclusioni, l'Ue ha sottolineato che il Concilio potrebbe considerare delle misure orientate verso target specifici, se la situazione non dovesse migliorare. Questa decisione dovrà essere presa all'unanimità dagli stati membri del Concilio. Ogni futura misura specifica sarà complementare agli altri provvedimenti già intrapresi dall'Ue come risposta alla crisi cambogiana, cioè: la sospensione del supporto dell'Ue al Comitato nazionale cambogiano per le elezioni, la valutazione complessiva dei programmi di cooperazione per lo sviluppo al finire di garantire il rafforzamento dei principi democratici, il rispetto per i diritti umani e per il ruolo della legge e il miglioramento dell'impegno sotto all'Eba.
Una missione per l'accertamento dei fatti della Commissione europea e del Servizio europeo per l'azione esterna ha visitato la Cambogia dal 5 all'11 luglio 2018 per valutare la situazione. L'Ue è ora impegnata nel processo di analisi delle informazioni raccolte durante la missione per considerare i passi successivi da compiere. La missione ha avuto luogo nel contesto dello schema commerciale Eba. In caso di fallimento all'adesione dei principi di sviluppo sostenibile e buon governo o di serie e sistematiche violazioni dei diritti umani, l'Ue può prendere provvedimenti che possono portare al temporaneo abbandono dell'Eba.