CULTURA

Dall'esplorazione spaziale al polpo "zero ossa": trent'anni di divulgazione scientifica per ragazzi

Una casa editrice, specializzata in divulgazione scientifica per bambini e ragazzi, con una storia lunga trent'anni. Fondata nel 1993 a Trieste, Editoriale Scienza festeggia ora un compleanno importante, celebrato nel marzo scorso alla Bologna children's book fair con una serie di incontri tra fiera e librerie. In questa intervista Sabina Stavro, co-fondatrice con la sorella Hélène e oggi alla guida della casa editrice, ripercorre tappe, successi, svolte, scelte fatte, riflette sull'evoluzione della divulgazione scientifica e sulle trasformazioni del mercato, spinge infine lo sguardo verso un futuro prossimo, puntando l'attenzione anche sul mondo della scuola. Ad accompagnarla, qui, c'è Anna Girardi che in Editoriale Scienza si occupa di comunicazione e promozione e alla quale, in chiusura, abbiamo chiesto di descriverci brevemente le dinamiche della relazione con la stampa e, oggi più che mai, con l’universo dei social. 

Iniziamo osservando l'evoluzione della divulgazione scientifica per ragazze e ragazzi: quali sono i temi forti e trainanti oggi e quali erano, invece, trent'anni fa.

Sabina Stavro: "Guardando il mio archivio mi accorgo che una delle nostre prime collane, che risale al 1994, si chiama Obiettivo Ambiente. Mi viene dunque da dire che il grande interesse per i temi ambientali, che sembra così recente, era già al centro delle nostra riflessione negli anni Novanta. Del resto non stupisce, perché il mondo anglosassone è sempre stato sensibile all'ecologia - pensiamo al tema del riciclo, di cui oggi si parla tantissimo - e noi abbiamo sempre tradotto libri inglesi e canadesi, quindi, abbiamo iniziato a occuparcene già trent'anni fa. Guardando il quadro generale, un tempo c'era sicuramente un forte interesse per l'esplorazione spaziale, particolare curiosità verso altri mondi, penso a tutta l'enciclopedia di Asimov: questo è un tema che resta affascinante e si vende bene in libreria, ma oggi forse le missioni spaziali hanno meno appeal. Tutto sommato, però, gli argomenti non sono cambiati tantissimo: qualcosa si è aggiunto negli ultimi anni, come la questione relativa alla parità di genere, ma grandi temi come la matematica e il mondo degli animali sono rimasti centrali. Quello che è davvero cambiato è il modo di proporli: negli ultimi anni i pop-up hanno trasformato la divulgazione, proponendo libri di scienza più interattivi, più curiosi, più vicini ai bambini. Non dimentichiamo, poi, l'albo illustrato per i più piccoli che, a partire dal 2010, ha preso sempre più spazio: una illustrazione sempre più bella e toccante rende più forte una tematica, la rende tua, ti emoziona, ti coinvolge. Aggiungo i fumetti, che sono entrati nell'universo scientifico conquistando un nuovo segmento di mercato, catturando lettori ancora diversi, un po' più grandi". 

Trasformazione del linguaggio e nuovi modi di presentare i libri, negli anni è cambiato anche il tono di voce?

S.S. "Certamente, oggi il tono è più informale e la comunicazione meno didascalica. Il mondo della scienza non è più scollegato dal resto. Anche grazie allo studio delle neuroscienze, si è visto che certi tipi di apprendimento non possono fare a meno di percorsi emotivi, quindi ora si parla al lettore in modo più informale, caldo, ironico. Sicuramente, da questo punto di vista, si usano più registri".

Torno un attimo sulla parità di genere. L’interesse è cresciuto nel tempo, ma riguarda sia titoli che firme? Sono aumentati i contenuti dedicati, per esempio, alle scienziate ed è cresciuto anche il numero delle autrici?

S.S. "Sì, entrambe le cose. Quando abbiamo inaugurato la collana Donne nella scienza, vent'anni fa, alla domanda ‘sai dirmi il nome di una scienziata?’ qualcuno avrebbe fatto fatica a rispondere. Oggi è più facile dare una risposta, eppure le donne che abbiamo iniziato a raccontare vent'anni fa erano già nella storia. Oggi è cambiato lo scenario generale ed è cresciuto l’interesse perché ci sono sempre più ragazze iscritte a facoltà scientifiche: stanno avanzando in maniera dirompente, anche se a un certo livello di carriera ancora si registra un arresto e i ruoli di potere sono raramente ricoperti da donne. L'attenzione è comunque aumentata, e con l'attenzione anche la capacità di raccontare. Inoltre, ci sono sempre più scrittrici che ci fanno proposte: sono aumentati i contenuti e sono aumentate le autrici, credo che le due cose siano cresciute insieme".

Nell’ormai popolatissimo mercato, Editoriale Scienza si conferma solida veterana dallo stile sempre giovane ma, se negli anni Novanta c'eravate solo voi a fare divulgazione scientifica per ragazzi, oggi le proposte si moltiplicano. Non tutto quello che viene pubblicato, però, garantisce qualità e rigore scientifico. Quali sono gli elementi che determinano il valore di una pubblicazione?

S.S. "Fino a qualche anno fa c'eravamo solo noi, è vero. Oggi restiamo leader di mercato perché continuiamo a occuparci solo di scienza, ma le cose sono cambiate e moltissimi editori non specializzati, che hanno sempre pubblicato 'varia', hanno compreso l'importanza della scienza e hanno cercato e trovato uno spazio in libreria, proponendo titoli di divulgazione. Nel mondo editoriale c'è di tutto, dal libro cheap a quello sofisticato. Per quanto ci riguarda, siamo convinti che la divulgazione debba basarsi prima di tutto su qualcosa di concreto: Parisi dice che per arrivare alla fisica bisogna partire dagli esperimenti, cominciare dal concreto per giungere al pensiero astratto, su questa idea si fondano la nostra filosofia e il nostro lavoro. Detto questo, nel tempo, anche noi abbiamo sviluppato una cura e un certo gusto, che ci portano a realizzare delle 'chicche': titoli molto belli, come Blu. Storia illustrata di un colore, Il polpo ha zero ossa e il prossimo libro di Nicola Davies, nostra autrice del cuore, che avrà illustrazioni meravigliose e ospiterà delle poesie per parlare di animali. Tutto questo fermento editoriale è stato per noi uno stimolo, a intraprendere nuove strade e ampliare il nostro catalogo. Poi c'è un altro discorso da fare, sulla qualità delle pubblicazioni: capita di trovare libri con informazioni poco corrette, vecchie, obsolete, e in alcuni testi permangono errori che vengono portati avanti per anni. I buoni titoli, invece, sono aggiornati, precisi, oltre che belli, questi elementi ne determinano la qualità". 

Aggiornamento costante dei contenuti, precisione scientifica, bellezza estetica: tutti elementi che definiscono il valore di un libro. Penso subito al mondo della scuola, all'importanza di portare nelle classi questo tipo di letture. Questo già avviene? 

S.S. "Da questo punto di vista non ci sono ottime notizie. Quando Editoriale Scienza è nata, a scuola esistevano i cosiddetti pof, progetti formativi che gli insegnanti sviluppavano su temi specifici, per esempio l'acqua, e che coinvolgevano più classi: i docenti si procuravano i libri più interessanti dedicati all'acqua e ci lavoravano con gli alunni. Oggi questo non avviene più così spesso, ma io ripongo molte speranze sulle nuove generazioni di insegnanti. I nostri sono libri di parascolastica, non di scolastica, questo significa che l'insegnante deve aver voglia di cercare titoli per arricchire i percorsi e di investire sulle proprie competenze, questo è sempre più difficile e raro. Ci sono docenti interessati, ma non sono molti: lo Stato dovrebbe investire di più su una formazione di qualità, su corsi reali condotti da professionisti. A questa mancanza aggiungiamo gli anni di pandemia, con la didattica a distanza, che hanno creato uno scollamento". 

Dunque l'iniziativa è ancora affidata al singolo, che non sempre trova il giusto supporto...

S.S. "Esattamente. Percorsi di questo tipo presuppongono più lavoro da parte degli insegnanti. Mi auguro che i giovani docenti abbiano voglia ed energia e spero davvero che lo Stato investa sul nostro tesoro, la scuola, a partire dalla primaria, coì importante e determinante per la crescita e il futuro. Quando facciamo laboratori con Giunti Scuola, mi accorgo che la fame di conoscenza c'è, così come il desiderio di prodotti di qualità ma, complici due anni di isolamento, tutto è diventato più faticoso e complicato. Ora è tempo di ricominciare, di riavvicinarci agli insegnanti".

Dalle aule alla redazione di Editoriale Scienza, entriamo in casa editrice: quanto tempo e quanta cura richiede ogni libro? Il lettore vede il risultato finale, ovvero il volume in libreria, ma quali e quanti sono i passaggi per arrivare alla pubblicazione?

S.S. "Il titolo può essere tradotto o può essere una proposta di autori e autrici italiani. In questo secondo caso, se l'autore o illustratore ha una buona idea, ma non ha competenza scientifica, viene affiancato da uno/a scienziato/a. Recentemente questo è avvenuto con Il girotondo del carbonio: la giovane disegnatrice Isabella Giorgini ci ha fatto la proposta, a noi è piaciuta, l'abbiamo accolta e, per verificarla e svilupparla, le abbiamo affiancato la scienziata Elisa Palazzi. Poi c’è il grande lavoro della redazione, che prende in mano il materiale, fa da interfaccia tra autore e scienziato, riorganizza la storia, controlla che il testo sia ben scritto, cerca la sintesi anche dal punto di vista grafico. Invece, nel caso di Acqua e Piccolo seme, ci siamo occupati della traduzione, questa è la seconda via: si parte da titoli esistenti di editori stranieri che noi scegliamo, appunto, di tradurre. Prima di procedere verifichiamo le possibilità anche dal punto di vista economico, perché ricordiamoci che un editore è un imprenditore; inoltre, noi stampiamo solo su carta certificata, per tutelare i piccoli lettori, e già questo ha un costo. Presa la decisione, si procede, e anche il titolo tradotto viene sottoposto a un revisione; la rilettura è infine affidata alla redazione".

Come funziona il lancio di un nuovo titolo? E quanto è cambiata la comunicazione in tal senso?

Sabina Stavro: "Dal punto di vista commerciale il nuovo libro viene dapprima presentato alla rete vendita, ovvero agli agenti che vanno nelle librerie a proporre il titolo, figure che esistono ancora, anche se sono meno numerose di una volta perché ora le librerie ordinano anche online. Ci si concentra sui punti di forza del libro, vengono dati input e individuati i competitor sul mercato. Noi pubblichiamo pochi titoli all'anno, non più di trenta o quaranta, perciò abbiamo il tempo di 'lavorarli' bene, con cura".

Anna Girardi: “Il catalogo di Editoriale Scienza presenta tematiche ricorrenti, quindi, pur mantenendo le parole chiave in grado di identificare un target, in fase di promozione dobbiamo sforzarci di non essere ripetitivi. Il lavoro è diventato sempre più sensibile. Bisogna ipotizzare tendenze e individuare i target di riferimento, differenziando i testi per i giornalisti, per il pubblico Facebook, per Instagram, per la newsletter. La comunicazione e la promozione sono in continua evoluzione, in particolare la parte digitale”. 

Quanto contribuiscono i social nella diffusione dei titoli?

A.G. "I social sono fondamentali. Faccio un esempio, per i trent'anni abbiamo realizzato Crescere con la scienza, un catalogo ragionato, curato da Angela Dal Gobbo, in cui tutta la produzione di Editoriale Scienza è stata divisa in macroaree e prevede percorsi di lettura: è uno strumento utile a bibliotecari, docenti, ma anche genitori e lettori appassionati. Per il lancio di questo catalogo, che non è un prodotto commerciale ma viene distribuito gratuitamente e si può ordinare, è stato scritto e inviato un comunicato stampa, è stata fatta una promozione attraverso la nostra rete vendita, sono state informate le librerie e le biblioteche, ma tantissime richieste sono arrivate al momento della pubblicazione della copertina sui social".

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