MONDO SALUTE

Esercizio fisico, un efficace antinfiammatorio

Gli effetti positivi dell’attività fisica sulla salute umana sono ormai riconosciuti: l’esercizio, praticato con regolarità, è una “medicina” per il corpo e un efficace “antinfiammatorio”. Eppure gli italiani sono ancora troppo sedentari. È quanto emerge dal rapporto Istisan realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Ministero della Salute e dal Coni (Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività), ma è ciò che mettono in evidenza anche altri studi che si estendono ai Paesi europei come l’Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica. Il rapporto Istisan, in particolare, evidenzia che la sedentarietà è responsabile del 14,6% di tutte le morti in Italia, cioè 88.200 casi all’anno, e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui per le quattro malattie che sono maggiormente da imputare all’inattività fisica (tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia).

L'inattività fisica – spiega Andrea Ermolao, direttore dell’unità operativa complessa di Medicina dello sport e dell’esercizio dell’azienda ospedaliera-università di Padova – aumenta il rischio di un’ampia gamma di patologie croniche, quali il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, il cancro del colon e del seno, la demenza e la depressione. Quando non si svolge esercizio fisico, infatti, si accumula grasso viscerale e di conseguenza si attiva un’infiammazione sistemica persistente di basso grado, che favorisce lo sviluppo di insulino-resistenza, aterosclerosi, neurodegenerazione, crescita tumorale e successivamente lo sviluppo di una serie di malattie associate all'inattività fisica”.

Riprese e montaggio di Elisa Speronello

L'esercizio fisico praticato con regolarità ha un effetto antinfiammatorio e per questo protegge contro le patologie associate all’infiammazione cronica. “Questo effetto – spiega Ermolao – può essere mediato da una riduzione della massa grassa viscerale (con conseguente diminuzione del rilascio di adipochine dal tessuto adiposo) e dall'induzione di un ambiente antinfiammatorio attraverso ogni singola seduta di esercizio. Possibili meccanismi con cui l'esercizio esercita il suo effetto antinfiammatorio includono le modificazione quantitative e funzionali di una serie di mediatori chiamati interleuchine e modificazioni a livello di alcune cellule del sistema immunitario, come ad esempio i monociti ed i macrofagi”.

Il docente spiega che l’attività fisica può ridurre di un terzo il rischio di sviluppare neoplasie. Nelle donne con carcinoma mammario, mantenere livelli elevati di attività fisica può contribuire a ridurre in modo significativo il rischio di recidiva. E lo stesso discorso vale anche per il tumore al colon. Nei soggetti con cardiopatia ischemica il livello di attività fisica è addirittura un predittore di mortalità: il paziente con questo tipo di patologia che pratica molta attività fisica, in maniera adeguata, abbassa infatti in modo significativo il rischio cardiovascolare che invece dovrebbe essere elevato a causa della malattia. Ancora, in caso di ipertensione l’attività fisica regolare può contribuire ad abbassare i livelli di pressione. Così, spiega il docente, un soggetto che sta attento all’alimentazione, che diminuisce il sale nella dieta, che cala un po’ di peso e pratica attività fisica può limitare anche il farmaco e correggere l’ipertensione in modo naturale.  

L’esercizio fisico è medicina – continua Ermolao –, è terapia vera e propria per molte patologie ed è fondamentale svolgerlo”. Ma in che misura? Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità indicano che dovremmo svolgere almeno 150 minuti di attività fisica di intensità moderata alla settimana, o 75 minuti di attività intensa. Ma se non si riesce a raggiungere questi livelli, anche 15 minuti al giorno sono efficaci e possono avere un effetto positivo sull’organismo.

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