CULTURA

"Estintopedia": gli animali che non ci sono più e quelli che possiamo salvare

"Attualmente nel mondo ci sono circa 32.000 specie di pesci, 7.300 anfibi, 10.700 rettili, 10.400 uccelli, 5.500 mammiferi e alcuni milioni di invertebrati, un milione dei quali sono insetti". Un volume splendidamente illustrato raccoglie e racconta storie di animali che non ci sono più o stanno per scomparire, portandoci in un mondo che ha il fascino antico dei manuali ottocenteschi di zoologia e delle Wunderkammer. Scritto da Serenella Quarello, con la revisione scientifica di Marco Ferrari, e illustrato dal talentuoso esordiente Alessio Alcini, Estintopedia (Camelozampa) è consigliato a lettrici e lettori dai sette anni in su e propone un viaggio di esplorazione tra le specie animali che abbiamo perduto e quelle che ancora possiamo salvare. Dalla estinta colomba migratrice (Ectopistes migratorius), un columbide sui 30-40 cm di lunghezza, di colore grigio-bluastro-bruno con il petto rosso, un tempo diffusissima in Nord America e oggi, appunto, scomparsa, al famoso dodo, o dronte, un uccello columbiforme grosso (35-50 cm) e pesante (20-25 kg), autoctono di Mauritius. Molti lo ricorderanno nei panni di Capitan Libeccio, tra i personaggi più amati di Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e nella versione per il cinema firmata da Walt Disney. "La leggenda vuole che i marinai portoghesi e olandesi l’abbiano cacciato fino a farlo estinguere, ma è molto più probabile che ad annientarlo siano state le specie alloctone, cioè venute da fuori". Cosa ci resta del dodo? L’ultimo esemplare imbalsamato era conservato al museo di Storia naturale di Oxford ma venne buttato via perché rosicchiato dalle tarme. Di lui sono rimasti la testa e un artiglio.

Quando scompare una sola specie animale, l’abbiamo perduta per sempre Félix Rodríguez de la Fuente, naturalista e divulgatore scientifico

Sempre a Oxford rintracciamo il meno noto tilacino, chiamato anche lupo marsupiale o australe, ufficialmente estinto dal 1986. Tra il 2016 e il 2018 venne avvistato un paio di volte, anche con i cuccioli, in Tasmania, ma a quelle dichiarazioni non seguirono mai prove concrete della sua esistenza. Di questo animale rimangono solo le tracce: frammenti di pelle, scheletri e crani, resti che i professori dell'università inglese usavano per mettere alla prova gli studenti che spesso li confondevano con quelli di cane o di volpe. Questo animale oggi è quasi sconosciuto ma vale la pena riscoprilo: "Assomigliava a un cane, ma non è mai stato addomesticato. Era lungo circa 1-1,30 m, alto 60 cm per 20-25 kg di peso. Come il diavolo di Tasmania, suo parente prossimo, era dotato di potenti ghiandole odorifere che, in caso di necessità, secernevano una puzza disgustosa".

Nel gruppo degli avvistati va inserito il lipote (Lipotes vexillifer), chiamato anche delfino del fiume Azzurro, in Cina. La sua storia non è a lieto fine: "Dichiarato estinto nel 2006, fu avvistato nel 2007 per poi scoprire che probabilmente si trattava di una focena. Il lipote resta una specie estinta a livello funzionale: se anche ce ne fosse ancora qualcuno, il numero sarebbe comunque troppo basso per dichiararlo non estinto".

Dagli estinti ai magnifici “ritrovati”, che sembrano usciti da una fiaba: il rospo arlecchino della notte stellata, un piccolo anfibio di soli cinque centimetri, nero a pois bianchi (da qui il riferimento al cielo di stelle), ritrovato dopo trent'anni dalla dichiarazione di estinzione, e il minuscolo opossum pigmeo di montagna, marsupiale australiano con la pelliccia color cannella, un po' ghiro, un po' topo e, ovviamente, un po' opossum, ritrovato in una località sciistica nel 1966 (oggi nuovamente a rischio), la tiliqua pigmea dalla lingua blu, lucertola australiana ritrovata ne 1992 nello stomaco di un serpente. E ancora, il wallaby dalla coda unghiuta dalle briglie, marsupiale che fu dichiarato estinto "finché un produttore di recinti disse che ne aveva visto un gruppetto in una proprietà privata nel Queensland, ora trasformata in parco nazionale per proteggere i circa 1.000 esemplari presenti", e il tragulo del Vietnam o topo-cervo dalla pelliccia argentata, ritrovato grazie agli scatti di una videotrappola nel sottobosco di una foresta del Vietnam.

L’orso polare non è più importante di un topo Joel Sartore, fotografo

"Un animale si definisce estinto quando non ci sono più dubbi che l’ultimo esemplare della sua specie sia morto", scrive Quarello che, in questo libro, indaga le cause delle estinzioni (l'uomo è il primo colpevole) e accompagna alla scoperta degli animali che ancora possiamo salvare, come l’ayé ayé, il folletto del Madagascar, un lemure di 80-90 cm, con gli occhi spalancati, la coda più lunga del corpo e i denti in continua crescita. E le zampe? Anche quelle sono speciali: il medio particolarmente lungo gli serve per infilzare insetti e frutta. “Scoperto dallo zoologo tedesco Bruno Schreiber nel secolo XVIII, confermato dal naturalista inglese Owen nel secolo XIX, dato per estinto e poi riscoperto dal naturalista francese Petter nel 1957. Oggi è in pericolo". La sua versione grande, l’ayé ayé gigante, è già estinto. E poi l’inia, il delfino rosa delle Amazzoni, che "in genere è grigio-bianca, ma alcuni esemplari hanno la pelle rosa per la presenza dei vasi sanguigni che traspaiono": vive in acqua dolce, nei fiumi sudamericani, è molto intelligente e socievole.

In difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli animali

In prima linea nella difesa dell’ambiente, della biodiversità e degli animali c'è l'Unione internazionale per la conservazione della natura e delle sue risorse, ovvero IUCN, che ogni anno compila la Lista rossa delle specie in pericolo di estinzione, in collaborazione con associazioni ambientaliste, esperti e volontari di tutto il mondo. A vigilare sul traffico di specie selvatiche è invece la CITES (Convenzione internazionale sul traffico delle specie a rischio), creata a Washington nel 1973. Tra gli animali maggiormente minacciati troviamo il bradipo dal cappuccio, il rinoceronte di Giava e quello di Sumatra, un uccello chiamato scricciolo dell’isola di Clarión, la rana arlecchino e la patella di Tasmania, gasteropode d’acqua dolce.

Sono soprattutto due gli animali simbolo delle specie a rischio di estinzione, vere e proprie icone: il panda gigante, che il naturalista Peter Scott disegnò e scelse come emblema del WWF, e la tigre. "La più nota e oggi più diffusa è la tigre del Bengala (Panthera tigris tigris). Ma esistono altre sottospecie, tutte in grave pericolo: la siberiana (Panthera tigris altaica), il più grande felino vivente, la cui pelliccia diventa chiara in inverno, la più piccola e robusta tigre di Amoy (Panthera tigris amoyensis) e la “piccolissima” tigre di Sumatra (Panthera tigris sumatrae). Le tigri di Giava, di Bali e del Caspio sono già estinte. Forse si salverà la tigre indocinese (Panthera tigris corbetti). Lunga fino a 3 metri, agile nel nuoto e nel salto, tanto forte da atterrare un bufalo. Prende il nome da Jim Corbett, cacciatore che sterminò moltissimi animali prima di ravvedersi e diventare ambientalista".

Le meraviglie “nascoste”

La biodiversità riserva meravigliose sorprese. "Gli scienziati credono che il 90% circa delle specie viventi non sia ancora noto". Sono molti gli animali ancora da scoprire che spesso vivono in luoghi isolati, remoti. Alcuni sono quasi sconosciuti e chiedono attenzione: dalla rana Pinocchio al pipistrello Yoda. Possono essere minuscoli come "il cavalluccio marino Hippocampus nalu, grosso come un chicco di riso, il mini gamberetto Liropus minusculus” e la piccolissima scimmia titi caquetá. Altri sanno nascondersi bene, a volte fingendo di essere altro per difendersi: per esempio, "Il grillo Typophyllum spurioculis, che si traveste da foglia, e la femmina di Eulophophyllum kirki, rosa, che sembra un fiore tropicale. O alcune lumache (Madrella amphora), che fingono di essere bozzoli di uova".

Cosa possiamo fare: l’albo offre qualche consiglio 

  • "Se ti piace il circo, scegline uno senza animali. Dietro gli esercizi ci sono mesi di duro addestramento e spesso percosse"
  • "Non comprare oggetti fatti con guscio di tartaruga, denti di squalo, conchiglie, stelle di mare o cavallucci marini. Quando compri un capo d’abbigliamento con pellicciotto, assicurati che sia sintetico"
  • "Aiuta le associazioni impegnate nella protezione animale e se trovi un animale selvatico in difficoltà chiama un centro veterinario"
  • "Non acquistare animali esotici di provenienza illegale. È tuo diritto richiedere il certificato CITES"
  • "Ogni anno vengono catturati migliaia di animali con trappole, tagliole e reti, soprattutto piccoli uccelli e mammiferi. Mentre stai passeggiando nella natura, se vedi una trappola, avvisa le autorità. Esistono guardie speciali in difesa degli animali".

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