CULTURA

"Il gallinario", una enciclopedia illustrata dei pennuti più popolari

Il desiderio di conoscenza passa attraverso la meraviglia, lo stupore. Succede soprattutto durante l'infanzia. Quando qualcosa incanta diventa automaticamente irresistibile e degno di essere esplorato. Spesso la differenza tra un bambino e un adulto sta proprio nella risposta a questo desiderio di scoperta, che i più piccoli non riescono ma, soprattutto, non vogliono ignorare. Così, anche argomenti che potrebbero sembrare privi di appeal, se raccontati bene, sfruttando la bellezza del disegno e delle parole della scienza, possono acquisire fascino e aprire finestre sul mondo della natura e degli animali, facendo appassionare bambine, bambini e tutti quegli adulti curiosi sopravvissuti alla ghigliottina dell'imperativo: smettila, ormai sei grande.

Su Il Bo Live, nella serie dedicata all'editoria per l'infanzia e per ragazze e ragazzi, esplorando i territori dell'illustrazione, ci occupiamo anche di divulgazione, culturale e scientifica. Abbiamo già scoperto le storie di animali rari o estinti e di esseri minuscoli e bistrattati come i vermiOra, ecco un libro sulle galline, i pennuti certamente più conosciuti e popolari ma quasi sempre guardati con indifferenza, a cui viene riservata scarsa considerazione. 

La frase "cervello di gallina" già dice tutto e se qualcuno ci definisce "pollo" non lo fa di certo per farci un complimento ma, al contrario, per sottolineare il nostro poco coraggio. Ancora, se fai "il galletto" probabilmente ti stai dimostrando un po' troppo spavaldo, quindi "abbassa la cresta!". I libri servono a tante cose, anche ad abbattere il muro del disinteresse, i pregiudizi, le errate convinzioni e i falsi miti. E questo fa Il gallinario di Barbara Sandri, Francesco Giubbilini, Camilla Pintonato, una enciclopedia illustrata delle galline, Premio Andersen 2021 come miglior libro di divulgazione, pubblicata nel 2020 dalla casa editrice Quinto Quarto che ne rivela caratteristiche, abitudini e insospettabili prodigi.

Dalla gallina in ecografia e ai raggi X, all'analisi delle impronte, dal mondo delle razze (tra cui troviamo la Cocincina, la Barbuta d'Anversa e, ovviamente, la Padovana, "probabilmente originaria della Polonia, dove pare fosse già presente nel Trecento, quando il marchese Giacomo Dondi ne importò alcuni esemplari a Padova per il giardino della propria villa"), all'osservazione attenta del piumaggio, fino all'esplorazione del loro forte valore simbolico. Due esempi: "Il gallo che canta all’alba è il simbolo della luce che sconfigge le tenebre e protegge la casa; è per questo motivo che spesso sopra i tetti vengono messe banderuole segnavento a forma di gallo”; "La gallina, quando si fa chioccia e accudisce i pulcini, è una bravissima mamma; per questo è riconosciuta ovunque come simbolo di amore materno e di protezione verso i più deboli. In altre tradizioni simboleggia ricchezza e abbondanza".

"Non tutti lo sanno, ma una gallina può contare fino a quattro [...] Il gallinario è un viaggio illustrato alla scoperta di uno dei più popolari animali domestici che imparerete a conoscere in tutte le sue inaspettate sfaccettature, ad amare e magari allevare"

Tante le domande e altrettante le risposte. Perché la gallina fa coccodè? "Quando la gallina fa 'coccodè' significa che ha appena deposto un uovo e invita le altre a fare altrettanto così, se un predatore dovesse trovare più uova nel nido, il proprio avrebbe più probabilità di salvarsi".

Perché le galline non sanno volare? "Nel corso della sua evoluzione la gallina, una volta messa al sicuro dall’uomo, ha perduto la capacità di volare, che nasceva soprattutto dalla necessità di sfuggire ai predatori. Le ali si sono atrofizzate a vantaggio delle zampe e le dimensioni e il peso sono aumentati. In caso di necessità o pericolo le galline possono però ancora fare dei balzi in alto o dei piccoli voli che solitamente sono molto brevi e molto bassi, con un battito d’ali veloce e rumoroso". Il volo da record: "Risulta che il volo più lungo mai registrato di una gallina sia durato circa quindici secondi, per una distanza di quasi novanta metri".

Quali sono le tecniche di corteggiamento del gallo? "In amore l’apparenza non è tutto. Per fare colpo su una gallina non basta essere un bel tipo, ma bisogna sapersela cavare anche con il ballo. I galli infatti corteggiano le galline con il tidbitting, una speciale danza rituale in cui beccano da terra un bocconcino prelibato (tidbit), lo lanciano e lo fanno ricadere, tenendo il ritmo con un verso sommesso e regolare". E ancora, quanto può arrivare a pesare una gallina? "Le galline più leggere pesano solo trecento grammi, quanto un’arancia, mentre quelle di taglia grande pesano fino a cinque chili, quanto un’intera cassetta di arance!"

Poco si sa sulla storia antica del Gallus gallus domesticus, compresi i tempi e le circostanze della sua introduzione in nuovi ambienti. Il libro di Quinto Quarto tratta anche il rapporto tra esseri umani e galline, facendo però riferimento alle origini antichissime dell'incontro tra i due ma da alcuni studi recenti sono emerse nuove informazioni che ridefiniscono proprio i tempi relativi a questo primo incontro: la diffusione dei polli domestici sembra essere un evento più recente di quanto si sia creduto finora. "Due nuovi studi archeologici suggeriscono che senza riso i polli potrebbero non essere mai esistiti - si legge su Science -. I polli potrebbero essere stati addomesticati migliaia di anni dopo rispetto a quello che fino ad oggi si è pensato, e solo dopo che gli esseri umani hanno iniziato a coltivare il riso entro il raggio d'azione degli uccelli selvatici della giungla rossa, in Thailandia o nelle vicinanze del sud-est asiatico peninsulare".

"Il paleo-anatomista Joris Peters dell'Università Ludwig Maximilian di Monaco ha collaborato con Greger Larson, bioarcheologo dell'Università di Oxford. I due ricercatori hanno formato un team internazionale che ha avviato una rivalutazione completa delle ossa di pollo, partendo da oltre 600 siti archeologici in tutto il mondo. In uno studio separato, il gruppo ha datato direttamente le ossa di pollo trovate nell'Eurasia occidentale e nel Nord Africa". Le ossa più antiche di un pollo domestico provengono da un sito chiamato Ban Non Wat nella Thailandia centrale, dove gli agricoltori coltivavano riso, e risalgono a un periodo tra il 1650 e il 1250 a.C. Proprio le coltivazioni di miglio e riso avrebbero attirato gli uccelli selvatici, avvicinandoli agli esseri umani.

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