CULTURA

Greci antichi: precursori della dieta mediterranea

Contro la fame preparava un impasto di grani di papavero e di sesamo, di scorza di scilla lavata con cura fino a che non avesse perso il succo, e di steli fioriti di asfodelo, di foglie di malva, di farina di orzo e ceci, tutti ingredienti che univa in parti uguali con il miele proveniente dal monte Imetto. Contro la sete, mescolava semi di cetriolo, uva passa succosa senza gli acini, fiori di coriandro, semi di malva, portulaca, formaggio grattugiato, fiori di farina di grano, crema di latte, il tutto mescolato con del miele delle isole’.
Questo scrive il filosofo neoplatonico Porfirio (III secolo) raccontando di come Pitagora si preparava a scendere nelle parti più segrete dei santuari per trascorrervi del tempo, consumando cibi che placassero la fame e la sete.

Precursori della dieta mediterranea’. Così vengono ancora oggi definiti gli antichi greci che avevano fatto dei prodotti caratteristici della propria terra (grano, vite e olive) e dei loro derivati, gli elementi essenziali della loro dieta.
Basata, soprattutto in età arcaica, su un’economia povera prettamente agricola, l’alimentazione di questi popoli prediligeva cereali (in particolare farro, miglio, grano e orzo) con cui venivano preparati pane, focacce, polente e dolci e i legumi (ceci, lenticchie, veccia, ecc…) usati per realizzare zuppe e minestre.
Più che la carne, riservata soprattutto alle cerimonie religiose, la cucina dei greci antichi privilegiava l’utilizzo di vegetali, in particolare di piante spontanee: lattuga, asparagi, rape, cipolle, cardi, ma anche funghi, nonostante già in età arcaica fosse nota la tossicità di alcune specie.

Per la civiltà greca erano imprescindibili, nell’organizzazione politico sociale della polis, il concetto di commensalità e i rituali connessi con il cibo (banchetti, simposi, feste civili e religiose), considerate forme fondamentali di socializzazione.

La partecipazione a questi momenti rappresenta, nel mondo greco antico, il senso di appartenenza del gruppo o dell’individuo alla comunità

Ed è proprio in relazione a queste pratiche che numerose comunità filosofiche-religiose antiche rifiutavano alcune tipologie di cibo invitando a preferirne altre, in genere a favore di un’alimentazione di tipo vegetariano e contro il consumo di carni.
Già Platone nella Repubblica, cercando di proporre un modello ideale di città ai suoi concittadini, suggeriva una dieta a base vegetale ma anche Pitagora, come raccontato dai filosofi Porfirio e Giamblico, prescrisse ai suoi seguaci di seguire i suoi costumi e abitudini, inviandoli a non cibarsi di esseri animati e di alimenti che impedissero di mantenere vigile e integra la capacità di ragionare.
Questo non significa che gli antichi greci fossero vegetariani, anche se il consumo di carne, stimato in circa due chilogrammi l’anno per persona, era bassissimo. Era molto importante, invece, quello di latticini e pesce di cui erano tante le varietà conosciute: gamberi, polipi, tonni, anguille, seppie, frutti di mare e crostacei cucinati spesso in modi diversi (grigliati, stufati, rosolati, alla brace, ecc…).
Molto diffuso era anche il consumo di frutta (fichi, uva, pere, mele, nespole, meloni, mandorle e anche pinoli) che, assieme ai cereali, costituivano anche la materia prima per la realizzazione di bevande alcoliche, tra cui la più importante era il vino, consumato esclusivamente mescolato ad acqua fredda o tiepida. Ne venivano prodotte diverse tipologie, da quelli bianchi a quelli rossi, dai vini dolci a quelli secchi, dai vini leggeri a quelli liquorosi ad alta gradazione.

I pasti erano in genere divisi in tre o quattro momenti della giornata e consumati in modo frugale senza tovaglie e tovaglioli e posate (fatta qualche eccezione per i mestoli usati per zuppe e minestre). Gli uomini erano i primi a mangiare, seguivano donne e bambini.
La dimensione del pasto cambia invece radicalmente durante i banchetti, rigorosamente riservati agli uomini; in queste occasioni venivano utilizzati veri e propri letti conviviali su cui distendersi, ma anche coppe e vasellame ricercato. Si beveva il vino e danzatori, acrobati e musicanti allietavano i commensali in quello che era considerato uno dei momenti essenziali della vita sociale per tutto il mondo greco.



 

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