SOCIETÀ

Inevitabile mettersi d’accordo su emigrazioni e immigrazioni

A fine 2018 per la prima volta gli umani hanno trovato un accordo sul reciproco migrare. Riguarda i cambi stabili di residenza sul pianeta ovunque si risiedeva prima e si risiederà dopo; sia chi parte o arriva, sia che vede partire o arrivare; ogni Stato comunità territorio di residenza e ricollocazione. La grande maggioranza degli Stati oggi esistenti, rappresentativa della grande maggioranza degli individui umani oggi viventi, ha definito cosa dovrebbero fare le istituzioni e gli individui, le comunità e le imprese, rispetto al fenomeno migratorio. È la prima volta nella storia delle società e della diplomazia che ogni Stato (da sempre luogo di emigrazioni e immigrazioni) si accorda con ogni altro Stato (da sempre luogo di immigrazioni ed emigrazioni) e che la comunità internazionale giunge a un consenso su un fenomeno storicamente e geograficamente asimmetrico e complicato.

Il Global Compact for migration è in vigore, un fatto davvero molto positivo. Mercoledì 19 dicembre 2018 l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha assunto il testo concordato al termine di due anni di negoziato per migrazioni ordinate, regolari e sicure, almeno d’ora in avanti, un patto pacifico e libero fra gli umani, non giuridicamente vincolante per i singoli Stati. Chi non lo rispetta favorisce flussi disordinati, irregolari, pericolosi proprio perché non tiene conto del punto di vista degli individui, delle comunità, dei popoli e degli Stati che gli stanno intorno, più o meno lontano. Rispetto alle migrazioni non si può fare a meno di reciprocità, altrimenti ci sono e ci saranno ancor più insicurezza, imposizioni, sopraffazioni, deportazioni, schiavitù, conflitti, guerre. 

I rifugiati, costretti a fuggire e a spostarsi (se sopravvivono), sono essi stessi migranti di necessità, costituiscono parte dell’insieme dei migranti nelle varie epoche storiche. La percentuale varia nel tempo senza alcuna crescita o decrescita regolari, dipende dalla geopolitica e dalle relazioni internazionali nei diversi continenti. Non a caso, in realtà, il negoziato biennale e l’approvazione finale hanno riguardato due diversi accordi. Il 17 dicembre 2018 l’assemblea generale Onu aveva già approvato il Global Compact on Refugees con 181 voti di Stati favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti, 7 non votanti, aggiornamento (pure non vincolante) di una vincolante convenzione (molto ratificata) già in vigore dal 1951 (rivista formalmente con un protocollo vincolante nel 1967). Il fatto è che sarebbe decisamente più sicuro, regolare e ordinato che i Refugeesnon esistessero proprio sul pianeta, che nessuno vedesse mai da nessuna parte violato il diritto di restare, fosse costretto a migrare. Il fondamento della convenzione antica e del nuovo patto sui Refugees è l’articolo 14 della Dichiarazione Universale che garantisce il diritto d’asilo.

Il fondamento dell’accordo globale sulle migrazioni è l’articolo precedente, l’articolo 13 della stessa Dichiarazione Universale che garantisce la libertà di movimento, riguarda i migranti non di necessità bensì di (parziale) libertà. Il fatto è che la libertà di movimento è un processo contraddittorio, incrocia la libertà di chi si trova già dove ci si è mossi, impone un qualche assenso di altri, suggerisce reciprocità di diritti e doveri, si scontra spesso con l’incapacità di migrare (per carenza di mezzi regolari di trasporto e accesso o abbastanza denaro). Così il secondo accordo ha trovato più contrarietà dell’altro, 152 Stati favorevoli, 5 contrari, 12 astenuti, 24 non votanti. L’accordo prevede libertà non diritto, propone comportamenti coerenti con la reciproca libertà di migrare, non sanziona il diritto di migrare. Anche rifiutare di accordarsi è una libertà, il governo italiano si è sottratto al voto dopo aver partecipato al negoziato. Il 19 dicembre 2018 la Camera dei Deputati ha esaminato le mozioni concernenti la sottoscrizione del Global Compact e ha approvato la mozione di M5S e Lega che impegnava il governo a "rinviare la decisione in merito all'adesione dell'Italia … in seguito ad una ampia valutazione con riferimento alla sua effettiva portata". Bocciate, invece, tutte le altre mozioni, che prevedevano di impegnare il governo da subito a sottoscrivere o a boicottare l'accordo.

Legittimo. Ma assurdo. L’Italia ha negoziato per due anni in tutte le sedi internazionali sulla base di identici dati e informazioni con tutti i soggetti coinvolti (non solo gli altri Stati, pure imprese, organizzazioni non governative, organismi internazionali). A luglio 2018 si sapeva cosa si sarebbe approvato cinque mesi dopo, volendo i parlamenti potevano pronunciarsi prima. Qualunque sia la propensione politica individuale e governativa, se si riflette un poco sulle specie vegetali e animali tutte comprese, sulla biologia e sugli ecosistemi, sull’evoluzione biologica, genetica e culturale delle forme umane e della nostra specie Homo sapiens, sulla preistoria e sulla storia del nostro essere arrivati ovunque e ora pure a oltre 7 miliardi e mezzo di individui distribuiti fra gli Stati del pianeta, un accordo globale è inevitabile, dà un pochino più di sicurezza a tutti. Nulla abbiamo più saputo, comunque, circa l’ampia valutazione effettuata, tardiva e inutile per altro.

L’accordo è subito entrato in vigore, funziona inevitabilmente anche per chi non vota indirizzi condivisi. L’Italia non faceva parte dell’Onu quando la Dichiarazione Universale fu adottata, anche quella non è vincolante, eppure è comunque solennemente in vigore, ci torneremo su, è decisiva sia per il diritto internazionale che per la costituzione materiale nazionale. Il fatto è che circa due mesi dopo all’assurdo si è aggiunto un ridicolo inutile ulteriore voto. La questione è tornata nell’aula di Montecitorio il 27 febbraio 2019, con una mozione piena di argomenti diversi votati separatamente, nella quale, al nono punto, si impegna per inciso a “non sottoscrivere il Global Compact” e “a non contribuire in alcun modo al finanziamento del relativo trust fund”. La mozione è stata approvata con soli 112 voti favorevoli (i gruppi di Forza Italia e Fratelli d’Italia), 262 astenuti, ovvero i gruppi di maggioranza (M5S e Lega), nel silenzio del governo italiano (che evidentemente sta ancora valutando, a questo punto non si capisce nemmeno perché), mentre 102 hanno votato contro. I gruppi di Partito democratico e Liberi e uguali. Molti gli assenti, evidentemente.

A scuola tutti studiamo la Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948, preambolo e trenta articoli di principi e obblighi, diritti e doveri. Fu votata da 48 dei 58 Stati allora membri dell’Onu (8 astenuti, 2 assenti, l’Italia ancora non ne era parte), in vigore, non vincolante. Fra gli 8 astenuti c’erano l’Unione Sovietica di Stalin e il Sudafrica del nascente apartheid, è bene ricordarlo. Eppure è un testo che riconosce solo l’ovvia valutazione che gli esseri umani appartengono tutti alla stessa specie, hanno questa oggettiva eguaglianza biologica e genetica cui far corrispondere reciproci diritti e doveri. Niente discriminazione, sopraffazione, schiavitù, omicidio di umani verso altri di noi. È all’origine di una settantina di patti globali vincolanti e risulta purtroppo ancora violata da molti Stati e governi in giro per il mondo (a motivata detta di istituzioni, corti di giustizia e organizzazioni internazionali).

Suggerisco sommessamente di leggere e attuare, ognuno dal proprio ruolo sociale e istituzionale, i principi e gli indirizzi anche del secondo Global Compact, sia che andiamo all’estero, sia che incontriamo qualcuno che dall’estero viene. Per rendere più ordinati, regolari e sicuri i flussi migratori in uscita e in entrata da ogni paese il patto elenca 23 obiettivi riassumibili così: informativi (raccogliere dati accurati e disaggregati anche per condurre appropriati screening valutazione rinvio),preventivi (ridurre al minimo i fattori strutturali e gli elementi negativi che obbligano le persone a partire), amministrativi (gestire le frontiere in modo coordinato e integrato;migliorare protezione consolare assistenza cooperazione lungo tutto il ciclo migratorio; fornire informazioni accurate e tempestive lungo tutte le fasi della migrazione; assicurare che tutti i migranti siano in possesso di adeguata documentazione e delle prove della loro identità legale; assicurare ai migranti l’accesso ai servizi di base; migliorare la disponibilità e la flessibilità dei percorsi), lavorativi (facilitare le procedure di assunzione eque ed etiche e salvaguardare le condizioni che assicurino un lavoro dignitoso; responsabilizzare i migranti e le società per realizzare una piena inclusione e coesione sociale), emergenziali (salvare vite umane e organizzare azioni coordinate per i migranti dispersi; ricorrere alla detenzione solo come misura di ultima istanza e lavorare per trovare delle alternative), formative e sociali (eliminare ogni forma di discriminazione e promuovere un dibattito pubblico basato su evidenze concrete; investire nello sviluppo di competenze e facilitare il reciproco riconoscimento di abilità e qualifiche; creare le condizioni affinché i migranti diano un pieno contributo allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi), poi anche alcuni operativi contro le migrazioni forzate (rafforzare le risposte transnazionali al traffico di migranti; prevenire, combattere ed eradicare il traffico di esseri umani) e per l’eventuale ritorno nel paese d’origine(promuovere metodi più facili per il trasferimento delle rimesse; collaborare per agevolare ritorni e riammissioni sicuri e dignitosi, così come il reinserimento sostenibile nella società; stabilire meccanismi per la portabilità delle prestazioni previdenziali e dei benefici acquisiti; rafforzare la cooperazione internazionale e la partnership globale per le migrazioni sicure, disciplinate e regolari).

Fate voi. Facciamo noi! Non c’è nulla di irregolare o pericoloso se regioni e enti locali, imprese e operatori economici vari, società sportive e centri culturali perseguono concretamente alcuni degli obiettivi indicati, abbia o meno il governo italiano votato per l’accordo globale. Informare, assistere, prevenire, dare e ricevere nel rispetto della legge (italiana), nulla di più e nulla di meno. Sono obiettivi di civiltà, sono principi adottati reciprocamente, sono quello che avremmo voluto già veder garantito agli oltre 5 milioni di italiani emigrati e oggi regolarmente ancora all’estero e agli oltre 5 milioni di stranieri immigrati e oggi regolarmente in Italia. Appunto, un accordo globale per muoversi sicuri sul pianeta.

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