In occasione del Natale, affrontiamo un argomento che ha a che fare con l’accoglienza e l’umanità, ma sempre partendo da dati scientifici. Il 5 dicembre la rivista Lancet ha pubblicato un documento significativo redatto assieme all’Ucl (University College London). Il testo è stato reso pubblico nei giorni in cui veniva approvato dall’Onu il Global Compact sulle migrazioni.
Si parla di migrazioni e salute: si trovano informazioni basate su evidenze scientifiche e si spiegano i danni terribili alla salute che subiscono i migranti forzati, cioè chi è obbligato a lasciare le terre in cui vive. Danni fisici e psicologici, oltre alle discriminazioni che colpiscono le minoranze all’interno a questi gruppi di migranti. Poi c’è una sezione - importante sui “miti da sfatare”, smentiti dalla scienza. Uno di questi è quello che riguarda la mortalità: il tasso di sopravvivenza e di mortalità dei migranti che arrivano in un paese diverso è migliore, per esempio, di quello dei nativi. Un altro mito sfatato è quello della cosiddetta invasione: se guardiamo i dati soltanto il 3-4% della popolazione mondiale è interessato da uno spostamento fisico come migrante. E la maggior parte di queste migrazioni avviene tra nazioni povere limitrofe o all’interno dello stesso territorio. Per ultimo, ma non per importanza: è vero che le migrazioni provocano epidemie?Certamente contribuiscono, ma i dati dicono che i vettori fondamentali per la diffusione di agenti patogeni nel mondo sono i flussi turistici e commerciali, non quelli migratori.