SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. La politica e l'ambientalismo scientifico

Il 14 ottobre nelle elezioni in Baviera (Germania) i Verdi hanno raddoppiato i voti rispetto alle elezioni precedenti e sono diventati il secondo partito, arrivando a oltre il 30% dei voti nella sola città di Monaco. Eppure, se guardiamo al loro programma sono fortemente europeisti, hanno una visione cosmopolita con una proposta molto aperta e inclusiva dei fenomeni migratori. Tutto il contrario dell’ondata populista e sovranista che appare prevalente in Europa. Per gli analisti le ragioni del successo sono due: posizione dei Verdi pragmatiche e scelta di pochi punti di programma cari alla popolazione. Questo evento dimostra che torna forse in auge quello che è chiamato ambientalismo scientifico: un modo di essere ambientalisti coniugando la ricerca scientifica. È un fatto interessante: i dati scientifici sono i migliori alleati dei movimenti ambientalisti (come per esempio quelli sul climate change); le soluzioni per una maggiore sostenibilità ambientale passano poi attraverso maggiori investimenti sulla ricerca. C’è quindi spazio, nella politica, per movimenti verdi che rinunciano a posizioni anti-scientifiche.

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