CULTURA

Margaret Burbidge, l'astrofisica che lottò contro la discriminazione di genere

Non tutti sanno che anche gli inglesi hanno avuto la loro Margherita dell’astrofisica. È  Margaret Burbidge, scomparsa lo scorso cinque aprile all’età di cento anni. Prima donna direttrice del Royal Greenwich Observatory (1972-73), è stata presidente dell’American Astronomy Society (1976-78) e dell’American Association for the Advancement of Science (1983), in un’epoca in cui la discriminazione sessuale contro le donne era la normalità. Vittima lei stessa di tali pregiudizi, ha lottato per i diritti di uguaglianza nelle scienze, contrastando sempre ogni forma di prevaricazione.

Nata il 12 agosto 1919 a Davenport da padre chimico e madre di formazione scientifica (cosa non comune per i tempi), fin da piccola è attratta dai grandi numeri e mostra da subito una certa propensione per la matematica e la fisica. Nel 1939 si laurea in astronomia presso l’University College di Londra, dove, nonostante la guerra, consegue il dottorato di ricerca in astrofisica e astronomia nel 1943. Dopo aver ricoperto il ruolo di direttrice all’osservatorio dell’università, all’inizio degli anni Cinquanta si sposta negli Stati Uniti con il marito, l’astrofisico Geoffrey Burbidge, alla ricerca di telescopi e siti più sofisticati di quelli inglesi. Deve però scontrarsi con una dura realtà: molti ruoli professionali non sono accessibili alle donne. Si vede rifiutare alcune richieste di lavoro, come quella presso il Mount Wilson Observatory in California, perché l’utilizzo di certe strumentazioni è consentito solo agli uomini. L’ostacolo viene superato quando Geoffrey richiede e ottiene l’incarico da lei desiderato, così Margaret può utilizzare l’osservatorio con il titolo di assistente del marito.

Gli anni Cinquanta, però, sono anche anni di ricerca e collaborazioni importanti. Utilizzando i dati raccolti con lo spettroscopio - strumento che, convertendo onde di luce invisibile in bande colorate, rivela la presenza di elementi più leggeri e più pesanti sulla superficie stellare - i Burbidge conducono uno studio sull’evoluzione delle stelle in collaborazione con l’astrofisico William Fowler e il fisico Fred Hoyle. Il risultato è una teoria rivoluzionaria, definita con l’acronimo B2FH dal nome degli ideatori, che spiega come nelle stelle si generino tutti gli elementi della tavola periodica a partire dall’idrogeno (Synthesis of the Elements in Stars, 1957).

Negli anni Sessanta, mentre ricopre il ruolo di ricercatrice e poi docente di astronomia all’Università della California San Diego, si occupa della configurazione delle galassie, avanzando ipotesi sugli stadi iniziali della loro formazione. Margaret fornisce la prima accurata misurazione di massa e rotazione di questi agglomerati di miliardi di stelle, raccogliendo dati che si riveleranno utili per gli studi di Vera Rubin sulla rotazione delle galassie.

Si dedica, infine, allo studio di entità ancora misteriose: i quasar, oggetti stellari estremamente luminosi e distanti, fonti di intense emissioni radio. Il frutto di questo lavoro si concretizza in un libro, Quasi-Stellar Objects, pubblicato insieme al marito nel 1967.

Qualche anno dopo, nel 1971, in linea con i propri principi anti-discriminatori, Margaret rifiuta l’Annie Jump Cannon Award, conferito dalla prestigiosa American Astronomical Society e riservato esclusivamente alle donne. Questa presa di posizione porta alla creazione di un comitato permanente, all’interno della società, in difesa dello status delle donne in astronomia.

Eletta membro della National Academy of Sciences nel 1978, negli anni seguenti riceve diversi riconoscimenti tra cui la Catherine Wolfe Bruce Medal dalla Società di Astronomia del Pacifico (1982), la National Medal of Science dall’allora presidente Reagan (1984) e l’Albert Einstein Medal dal World Cultural Council (1988).

Dopo aver diretto per quasi dieci anni (1979-1988) il Centro di Astrofisica e Scienze spaziali dell’Università della California San Diego dove insegna dal 1962, nel 1990 viene nominata professoressa emerita.

Nonostante gli ostacoli di un mondo fondamentalmente maschile e maschilista, la perseveranza manifestata da Margaret nel ricercare strade alternative per il raggiungimento degli obiettivi è e resterà un modello esemplare nella lotta per la parità di genere. Con fermezza, tenacia e acutezza d’ingegno Margaret ha dimostrato, semmai ce ne fosse bisogno, che le donne devono essere considerate per il loro valore e meritano di ottenere adeguati riconoscimenti.

It's high time that discrimination in favor of, as well as against, women in professional life be removed Margaret Burbidge

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