SOCIETÀ

Il Nobel all'Economia a Romer e Nordhaus

A poche ore dall’allarmante rapporto dell’IPCC sul cambiamento climatico e sulle azioni che devono essere intraprese per contrastare l’aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, è la Royal Academy of Sciences di Stoccolma a riportare l’attenzione sul grande tema dell’ambiente e della sostenibilità: il comitato ha infatti insignito del premio Nobel all’Economia William D. Nordhaus e Paul M. Romer per “aver sviluppato metodi che affrontano alcune sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo. Combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta”.

Nordhaus è stato premiato infatti per i suoi studi sull’interrelazione tra i cambiamenti climatici e l’economia. Romer, invece, per gli studi sulla crescita endogena e le ricerche sulle politiche che incoraggiano l’innovazione e la crescita a lungo termine.

Due tematiche solo all’apparenza distanti tra loro, in realtà legate da un comune denominatore: salvaguardare il pianeta (e i suoi abitanti) con politiche (in questo caso economiche) in grado di essere sostenibili per il futuro della Terra e di chi ci abita.

Le ricerche di Nordhaus sono iniziate parecchi anni fa. Ancora negli anni Settanta del XX secolo, quando gli scienziati iniziarono a lanciare i primi allarmi sul massiccio uso di combustibili fossili e le sue correlazioni con l’aumento globale delle temperature. A metà degli anni Novanta fu il primo studioso a creare un modello integrato che descrivesse la correlazione tra l’economia e il clima. I suoi studi integrarono teorie e risultati empirici a disposizione di fisici, chimici ed economisti. Il modello viene usato ancora oggi per simulare come l’economia e il clima evolvono assieme, analizzando le conseguenze di interventi sulle politiche climatiche come le “carbon taxes”.

Gli studi di Romer invece si sono incentrati sulla dimostrazione di come la conoscenza può essere vettore di una crescita economica sul lungo periodo. Le precedenti teorie macroeconomiche avevano enfatizzato le innovazioni tecnologiche come il principale motore della crescita economica, ma non avevano delineato come le decisioni economiche e di mercato determinassero la creazione di nuove tecnologie. Romer ha risolto questo problema, dimostrando come le forze economiche governano la buona volontà delle aziende nel produrre nuove idee e innovazioni.

La soluzione di Romer, pubblicata nel 1990, diede il via alla fondazione della teoria denominata “crescita endogena”. La teoria è sia pratica che teorica e specifica come le idee sono differenti da tutti gli altri beni e come richiedano particolari condizioni per prosperare nel tessuto del mercato. Il risultato è stato la nascita di numerose nuove ricerche per incoraggiare spinte innovative a prosperità sul lungo periodo.

Una delle prime dichiarazioni di Romer, subito dopo la vittoria del Nobel, è andata proprio a commento dell’ultimo rapporto IPCC: “Possiamo risolvere il problema – ha spiegato – ma dobbiamo iniziare adesso. Quando abbiamo iniziato a ridurre le emissioni di CO2 siamo rimasti sorpresi di quanto fosse più semplice di quanto ci aspettassimo. Il pericolo – spiega l’economista – è che previsioni così allarmanti possano in realtà far diventare le persone apatiche e prive di speranze per il futuro”.

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