SOCIETÀ

Presidenziali Usa: tre gli scenari possibili

Martedì 3 novembre 2020 potrebbe diventare una data memorabile nella storia politica americana perché le elezioni presidenziali avranno un’affluenza ai seggi eccezionale, forse la più alta da un secolo. Da mesi i sondaggi danno in vantaggio il candidato democratico Joe Biden sul presidente uscente Donald Trump, e questo non solo a livello nazionale ma anche negli stati tradizionalmente incerti, quelli dove si decide la corsa elettorale: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Florida. In Pennsylvania Biden sembra essere in testa con 7 punti percentuali di vantaggio. Il presidente rischia di perdere anche in stati tradizionalmente repubblicani come Iowa, North Carolina, Arizona, Georgia. Potrebbe cadere perfino la roccaforte repubblicana del Texas.

Insomma, Trump ha davvero bisogno di Belzebù per vincere anche questa volta (ricordiamo che nel 2016 divenne presidente solo grazie al bizzarro sistema elettorale degli Stati Uniti, che privilegia il voto degli stati su quello nazionale). Non bisogna però sottovalutare la consumata abilità dei repubblicani nei dirty tricks, nei giochi sporchi che più di una volta hanno permesso loro di vincere le elezioni, come avvenne nel 2000, quando il democratico Al Gore aveva chiaramente ottenuto più voti del candidato repubblicano George W. Bush, ma le manovre del governatore della Florida (suo fratello Jeb), e della Corte Suprema controllata da giudici amici, assegnarono la presidenza a Bush. Per i repubblicani, inoltre, c’è il fattore entusiasmo che ha suscitato, nei giorni scorsi, l’ingresso nella Corte Suprema di Amy Coney Barrett, il terzo giudice nominato da Trump nel corso del suo mandato. Il senato ha approvato la nomina, creando una maggioranza di sei giudici conservatori contro tre: un successo quasi senza precedenti per i repubblicani. Molti elettori che non amano Trump potrebbero considerare questo un risultato talmente importante da perdonargli qualsiasi altra cosa. “Ha mantenuto le promesse” diranno gli evangelici, che non credono affatto alla fede del presidente e spesso ne sono addirittura disgustati, ma sono abbastanza cinici da guardare ai risultati, in particolare alla possibilità finalmente concreta di cancellare il diritto della donna all’interruzione della gravidanza grazie a una maggioranza conservatrice nella Corte Suprema.

Questo è uno scenario plausibile ma per Trump potrebbe essere troppo tardi: negli Stati Uniti si sta già votando. Mercoledì 29 ottobre circa 75 milioni di voti erano già stati spediti per posta, o depositati nei seggi negli stati, tra cui la Florida, dove questo è previsto. Il distacco tra i due candidati si è ridotto negli ultimi giorni e e probabilmente si ridurrà ancora nelle ultime ore ma non abbastanza. Resta poi da vedere quali fuochi artificiali sparerà il presidente Trump per mantenersi al potere ad ogni costo. Questo podcast analizza tre scenari possibili.

Montaggio di Elisa Speronello - foto di Gage Skidmore - commons.wikimedia.org/Flickr.com

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012