
Le coppie sposate hanno più probabilità di condividere lo stesso disturbo mentale, attraverso le culture e per generazioni. Lo schema è risultato persistente, evidenziando solidi meccanismi alla base dell'accoppiamento assortativo (assortative mating) nel campo della salute mentale e influenzando il modo in cui tali disturbi vengono ereditati. Quasi 15 milioni le persone selezionate tra Taiwan e Paesi del Nord Europa, precisamente Danimarca e Svezia: il team di ricercatori, coordinati da Chun Chieh Fan del Laureate Institute for Brain Research - The Population Neuroscience and Genetics Center di Tulsa, negli Stati Uniti, ha esaminato la percentuale di individui sposati con uno tra nove disturbi legati alla salute mentale presi in esame: schizofrenia, disturbo bipolare, depressione, ansia, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, autismo, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo da uso di sostanze e anoressia nervosa.
L'ampio studio Spousal correlations for nine psychiatric disorders are consistent across cultures and persistent over generations, appena pubblicato su Nature Human Behaviour, ha allargato il campo di indagine rispetto alle ricerche precedenti, estendendo l'analisi a un gran numero di individui in diverse culture e considerando la persistenza negli ultimi novant’anni: i risultati si rendono utili alla comprensione delle dinamiche di tratti umani complessi, particolarmente critiche quando si parla di salute mentale. La tendenza è costante nei Paesi esaminati e persiste attraverso le generazioni, “evidenziando la possibilità che si tratti di un fenomeno universale", precisano i ricercatori nello studio. "Non siamo di fronte a un epifenomeno transitorio - aggiungono -, questo schema determina la modalità di trasmissione ereditaria dei disturbi".
Alcune osservazioni erano già state avviate nei Paesi nordici europei, ma ora lo studio, condotto su larga scala, estende il campo di indagine. "L'inclusione di 14,8 milioni di individui sposati ci ha permesso di indagare la rilevanza delle differenze culturali e dei cambiamenti generazionali", spiegano Chun Chieh Fan e il suo team.
I ricercatori hanno consultato il National Health Insurance Research Database (NHIRD), sistema nazionale di assicurazione sanitaria di Taiwan istituito nel 1995 con una copertura di oltre il 99,6% della popolazione, per valutare il grado di correlazioni tra coniugi e nove disturbi mentali a Taiwan. I dati sono stati confrontati con quelli dei registri scandinavi: The Danish Civil Register e i dati del registro nazionale svedese utilizzati nello studio Patterns of Nonrandom Mating Within and Across 11 Major Psychiatric Disorders). "Abbiamo testato l'eterogeneità nella stima della somiglianza dei tratti incrociati tra coniugi per esaminare le differenze culturali, nordici rispetto a taiwanesi, e generazionali, coorti di nascita taiwanesi, nelle correlazioni tra coniugi e disturbi mentali".
I coniugi hanno più probabilità di avere le stesse patologie rispetto a patologie diverse, spiega Chun Chieh Fan in un approfondimento, e questo schema risulterebbe valido in tutte le culture e persistente per generazioni: nemmeno i cambiamenti nell'assistenza psichiatrica degli ultimi cinquant'anni avrebbero modificato la tendenza, si legge. I ricercatori hanno suddiviso i soggetti in coorti di nascita a Taiwan, dagli anni Trenta agli anni Novanta. Per la maggior parte dei disturbi, le probabilità che i partner condividano la stessa diagnosi aumentano leggermente ogni decennio, in particolare in coloro che presentano disturbi correlati all'uso di sostanze. La questione cambia, invece, per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il disturbo bipolare e l'anoressia nervosa: lo studio infatti evidenzia andamenti diversi in contesti culturali differenti, a Taiwan le coppie sposate hanno maggiori probabilità di condividere il disturbo ossessivo-compulsivo rispetto a quelle esaminate nei Paesi nordici.
I ricercatori si sono interrogati sulle ragioni di questa tendenza. La prima considerazione è attesa: siamo attratti da chi ci somiglia, esistono studi in merito e, in questo specifico caso, la comprensione profonda dell'altro e la sofferenza condivisa potrebbero favorire l'avvicinamento reciproco e quindi la scelta del partner (un recente studio, pubblicato sempre su Nature, si interroga su questo argomento analizzando la somiglianza anche nelle coppie dello stesso sesso). In secondo luogo, è necessario considerare l'ambiente condiviso: il processo conosciuto come convergenza potrebbe rendere i partner più simili tra loro, così l'omogamia sociale, in cui i vincoli sociali influenzano la scelta del coniuge. Infine, va considerato lo stigma - che ancora esiste - legato alla salute mentale, che potrebbe restringere il campo nella scelta del coniuge.
Pur considerando i limiti (diagnosi dopo il matrimonio e coorti di nascita che dovrebbero essere più estese) di un studio che necessita di approfondimenti, attraverso le generazioni, per identificare le cause sottostanti, “i risultati indicano che i modelli di correlazione tra coniugi nei disturbi psichiatrici sono coerenti e persistenti [...] Risulta importante prendere in considerazione i modelli di accoppiamento non casuali per futuri studi genetici sui disturbi mentali".
Leggi anche lo studio condotto negli Stati Uniti sul rischio demenza nelle coppie sposate: Marital status and risk of dementia over 18 years: Surprising findings from the National Alzheimer's Coordinating Center