SOCIETÀ

Sempre più soldi per la difesa militare: ecco quali sono i Paesi che investono di più

Per la Cina il budget per la difesa aumenterà al 7,5% del totale, la Germania vuole investire più del 2% del proprio PIL per le spese militari e la stessa percentuale è obiettivo che la Danimarca vuole raggiungere nei prossimi anni. Questi sono solo tre esempi di come la situazione attuale sia tanto delicata quanto importante dal punto di vista della difesa. La guerra scatenata dalla Russia di Putin ha riacceso la corsa agli armamenti anche se, come vedremo, l’aumento delle spese militari è già in atto da qualche tempo.

Senza addentrarci in disquisizioni geopolitiche però vediamo come negli anni l’investimento militare sia cambiato. I dati, anche in questo caso, ci vengono in aiuto per tracciare una panoramica il più chiara possibile dell’andamento. A livello mondiale la tendenza degli investimenti in rapporto al PIL è chiara, dal 1960 in poi è stata in costante diminuzione, con solo alcune piccole fasi di crescita. La più evidente è quella del 1982, in cui però ci fu una crescita del PIL solo dello 0,8%. Un dato infatti che bisogna leggere con la premessa che è il rapporto ad essere diminuito, non solo le spese militari, anche e soprattutto a causa della crescita stessa del PIL mondiale che nel 1960 era di 1,4 migliaia di miliardi di dollari circa e nel 2020 è arrivato a 84,71 migliaia di miliardi di dollari.

Nel 2020 la spesa militare rispetto al PIL mondiale è tornata ad essere ai livelli del 2012, cioè il 2,36%. La curva, anche se parliamo di un tempo molto ristretto, sembra parlare chiaro: negli ultimi anni la tendenza è quella di aumentare la spesa in difesa. Lo è a livello mondiale ma lo è anche analizzando le potenze più grandi. Dal 2018 al 2020 l’investimento in armamenti della Russia e degli Stati Uniti è passato rispettivamente dal 3,69% al 4,6% a dal 3,32% al 3,74% dei rispettivi PIL. In termini concreti significa che nel 2020 gli USA investivano 778 miliardi di dollari in spesa militare e la Russia 61 miliardi. Il PIL Russo infatti è ben più basso di quello statunitense. Il Paese di Putin ha un prodotto interno lordo di circa 1,5 migliaia di miliardi di dollari, minore anche a quello italiano che è di circa 1,9 migliaia di miliardi di dollari, con una popolazione però di 144 milioni di persone, cioè più del doppio di quella italiana (circa 60 milioni).

Se Russia e Stati Uniti dal 2018 hanno incrementato il proprio rapporto spesa in difesa/PIL, non sono da meno i Paesi europei. La Francia è passata dall’1,85% al 2,07%, la Spagna dall’1,23% all’1,4%, seguita in modo del tutto similare dalla Germania (da 1,27% a 1,4%). Anche l’Italia ha fatto un balzo in avanti che ha visto investire in spesa militare l’1,32% del proprio PIL nel 2019 ed l’1,57% nel 2020. Un cambiamento in un solo anno che però presumibilmente possiamo ipotizzare continui anche alla luce dell’invasione russa in Ucraina.

A parlare di investimenti in percentuale al prodotto interno lordo di ogni Paese si rischia però di fare un po’ confusione. Sappiamo infatti che la classifica degli Stati che investono di più in percentuale al PIL non è la stessa se si parla in termini concreti di quanti dollari vengono investiti. O meglio, gli Stati Uniti sono sempre i primi della classifica con un investimento di 778 miliardi di dollari, ma la Russia scende al 4 posto con poco più di 61 miliardi. Al secondo posto di chi investe più soldi indifesa infatti, troviamo già la Cina. Nel 2020 investiva 252 miliardi di dollari, avendo però una crescita meno marcata rispetto a quella vista precedentemente in diversi Paesi.

Sulla Cina è necessario quindi fare un piccolo focus. I dati ci dicono che la spesa militare cinese rispetto al suo PIL è più o meno costante da almeno dieci anni. Nel 2010 infatti il rapporto tra spesa e prodotto interno lordo era dell’1,74% mentre nel 2020 dell’1,75%. Ciò che è cresciuto però a vista d’occhio è proprio il PIL cinese che in soli dieci anni è più che raddoppiato passando da 6 a quasi 15 migliaia di miliardi di dollari.

Ma, tornando alla spesa militare, le dichiarazioni di Pechino fanno intuire come la proiezione sia quella di accrescere l’investimento fino al 7,1% del totale nel 2022. Nel 2020 la percentuale era del 6,6% mentre l’idea del governo cinese è quindi quella di ritornare ai livelli del 2017. 

Seppur quella della Cina sia solo una proiezione, illustrata però ufficialmente durante la XIII Assemblea popolare nazionale cinese, è comprensibile come la crisi innestata dalla Russia sia inserita in un contesto sempre più fragile la stabilità internazionale. In questo contesto sappiamo quindi che il Paese al mondo ad investire di più in spese militari sono gli Stati Uniti, seguiti appunto dalla Cina e poi dalla totalità dell’Unione Europea. L’UE non ha un esercito proprio ma è interessante accorpare i dati dei suoi Paesi membri per vedere come l’investimento di fatto sia similare a quello cinese (232 miliardi contro i 252 della Cina). A guidare e spese militari europee è la Germania con 57 miliardi di dollari di investimento, lo stesso messo in campo dalla Francia. 

 

Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo però, lo stesso cancelliere Olaf Scholz a fine febbraio ha ammesso che il Paese aumenterà oltre il 2% il suo rapporto di spesa militare rispetto al PIL. "Dovremo investire di più nella sicurezza del nostro Paese per proteggere la nostra libertà e democrazia", ​​ha dichiarato Scholz in una sessione straordinaria della camera bassa del Bundestag. Una decisione che significherebbe un aumento di quasi mezzo punto percentuale. Secondo le stime fatte da Scholz gli investimenti militari per il 2022 dovrebbero essere di circa 100 miliardi di euro. Una cifra che farebbe balzare la Germania al terzo posto mondiale per quanto riguarda le spese militari.

Anche il Regno Unito, che con Boris Johnson è stato tra i Paesi meno titubanti a condannare l’aggressione russa, sembra intenzionato ad accrescere la propria spesa militare. Ad oggi l’UK investe il 2,25% del proprio PIL in spesa militare, che equivale a quasi 60 miliardi di dollari. Secondo il Military Balance 2022 dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) il Regno Unito avrebbe già superato l'India per quanto riguarda gli investimenti,  diventando così il terzo più grande investitore in difesa al mondo. Anche l’Europa quindi, sta cambiando radicalmente la propria strategia. Uk e Francia erano già tra i Paesi che investivano di più ma se ora aggiungiamo anche la Germania, l’area europea si attesta tra i primi posti al mondo come spesa militare. Questo delinea cambiamenti anche geopolitici. Investimenti in difesa non sono mai fatti con un fine a sé stesso. Non possiamo certo ridurre la complessità della questione russo-ucraina con un ragionamento di causa-effetto, ma l’aumento in spese di difesa fa comprendere come gli equilibri geopolitici siano sempre più precari.

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