
Sappiamo che entro il 2050 la produzione elettrica del nostro Paese deve più che raddoppiare rispetto a quella attuale. Le stime inserite nella strategia nazionale di lungo periodo sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra ci dicono che in 25 anni dovremo collocarci a 600-700 TWh, con una quota coperta da rinnovabili compresa tra il 95% e il 100%.
Per farlo ’Italia ha un Piano di Sviluppo della Rete elettrica di Trasmissione Nazionale, che avevamo lungamente analizzato. Vediamo però qual è lo stato dell’arte dell’energia elettrica nazionale. È un lungo elenco di dati che servono però a capire qual è la situazione attuale e come viene distribuita l’energia in tutta Italia.
La rete elettrica dovemmo considerarla sempre come se fosse un braccio con due contrappesi: da un lato quella richiesta, dall’altro invece quella che riusciamo a produrre o importare.
La domanda di energia elettrica in Italia
La domanda di energia elettrica in Italia nel 2022 è stata pari a 315 TWh e ha registrato una diminuzione dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Significa quindi di fatto raddoppiare da qui al 2050 la nostra capacità energetica.
Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione per quanto riguarda l’energia elettrica sono quelli rilasciati da Terna, cioè la società italiana che gestisce la rete di trasmissione nazionale dell'energia elettrica. Si riferiscono al 2023, anno in cui l’Italia ha consumato meno energia elettrica, ma ha prodotto di più da fonti rinnovabili. La domanda complessiva di energia elettrica infatti si è attestata a 305,6 terawattora (TWh), registrando un calo del 3% rispetto al 2022. A soddisfarla, per l’83,2%, è stata la produzione nazionale (254,4 TWh), mentre il restante 16,8% è arrivato dall’estero (51,3 TWh). I consumi effettivi, al netto dei servizi ausiliari e delle perdite di rete, si sono fermati a 287,4 TWh, anch’essi in diminuzione (-2,9%).
Produzione nazionale in calo, ma rinnovabili in ascesa
Anche la produzione nazionale lorda è scesa a 264,7 TWh, con una flessione del 6,8% rispetto all’anno precedente. A pesare sul dato è soprattutto il calo della produzione termoelettrica non rinnovabile, che rappresenta ancora la fetta maggiore (55,4% della produzione nazionale), ma ha subito una flessione del 19,3%. In controtendenza, le fonti rinnovabili segnano importanti progressi Il fotovoltaico h avuto un +9,2%, l’eolico +15,4% (23,6 TWh) e l’idroelettrico +38,9% (42,1 TWh). Sono calate invece le bioenergie (-9,1%) e il geotermico (-2,5%).
Al contempo nel 2023 tutte le fonti fossili registrano flessioni: Combustibili solidi: -41,5% (13,2 TWh); Gas naturale: -15,9% (118,9 TWh), che comunque resta il primo combustibile termoelettrico; Prodotti petroliferi: -26,9% (3,6 TWh); Altri combustibili: -11,4%.
Al 31 dicembre 2023, infine, la potenza efficiente lorda installata ha raggiunto i 130,1 gigawatt (GW), con un incremento del 5,5% rispetto al 2022. Di questi, 66,8 GW provengono da fonti rinnovabili, pari al 51% del totale nazionale, con una crescita annua del 9,5%.
Terna e il dispacciamento
Terna, che si occupa del dispacciamento, ha rilasciato solo i dati fino al 2023. Ma come può l’energia elettrica, ogni giorno, istante per istante, riuscire a raggiungere tutte le case e le aziende d’Italia? Lo fa, come si legge nel sito Terna, proprio grazie ad una gestione dei flussi di elettricità, in ogni momento della giornata, mantenendo un equilibrio costante tra la quantità di energia prodotta e quella consumata da famiglie e imprese. La rete elettrica italiana è complessa e variegata. Nella cartina sottostante possiamo vedere tutte le linee elettriche che attraversano il nostro Paese.
Come si forma il prezzo dell’energia elettrica in Italia
In un mercato c’è la domanda, c’è l’offerta, ma ci sono anche fattori esterni, situazioni strutturali, geopolitiche. Il mercato dell’energia elettrica è complesso. Abbiamo provato a spiegarlo in un articolo dal titolo: Come si forma il prezzo dell’energia elettrica in Italia