"I vaccini obbligatori sono troppi e sono dannosi”. Parola del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che dopo le uscite sui profughi e sui rom, riprende un tema caro alla Lega, quanto delicato, come quello delle vaccinazioni. Le esternazioni del vicepremier, che in parte sconfessano quelle della titolare del ministero della Salute, Giulia Grillo, hanno già fatto incetta di critiche e contro-critiche tra favorevoli (la scienza nella sua interezza) ai vaccini e chi si professa contrario sulla base di non si sa quale meglio precisata fonte scientifica.
Su questo punto è chiara la posizione del professor Silvio Garattini, fondatore e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: “Vorrei che la persona che dice che sono pericolosi desse la documentazione di questa pericolosità – spiega a Il Bo Live Garattini – Non mi risulta che i vaccini siano pericolosi. Come tutti i farmaci, hanno certamente degli effetti collaterali, ma i vantaggi sono così importanti da renderli i migliori farmaci in circolazione: non ci sono dubbi su questo aspetto”.
La querelle sulle vaccinazioni è uno dei tanti aspetti di un cortocircuito che si crea, in Italia, tra comunità scientifica e orientamento sociale e politico, dove spesso, purtroppo, prevalgono opinioni nettamente contrastanti rispetto alle prove scientifiche a supporto, in questo caso dei vaccini: “In Italia non c’è cultura scientifica – prosegue Garattini – la scuola non prepara a conoscere la metodologia attraverso cui si stabilisce se qualcosa fa bene o male. Senza metodologia ognuno può esprimere le sue opinioni, legittime, ma quello che conta sono i fatti. Salvini è certamente giovane, io che sono più vecchio ricordo la poliomelite e la mortalità di questa malattia: l’avvento del vaccino in pochi anni ha ridotto a zero questa malattia che oggi non c’è più. Vacciniamo perché attraverso questa pratica corretta riusciamo a debellare malattie”. Grazie ai vaccini, conclude Garattini, sono state salvate centinaia di milioni di persone in tutto il mondo: “Quello che auspichiamo è che la vaccinazioni si estendano soprattutto nei Paesi in via di sviluppo che non hanno i fondi per vaccinare tutti. Questo aumenterebbe la scomparsa delle malattie: quando un virus non trova più posto da nessuna parte, scompare, come è accaduto per il vaiolo”.