CULTURA

"Il latte dei sogni": le metamorfosi dei corpi, dell'arte, della vita

Nel piccolo libro di favole dell'artista surrealista Leonora Carrington (1917-2011), dal titolo Il latte dei sogni, viene descritto "un mondo magico nel quale la vita è costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé", e così, immergendosi in quell'universo sospeso e fantastico, si è sviluppata una idea di mostra da intendere come "viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano", spiega Cecilia Alemani, curatrice della 59esima Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia.

L'attesa Biennale Arte si svolgerà dal 23 aprile al 27 novembre (pre-apertura 20, 21, 22 aprile) ai Giardini, all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia e si intitolerà proprio Il latte dei sogni/The Milk of Dreams. L'edizione 2022 promette meraviglie e si presenta partendo dai numeri: 213 artiste e artisti provenienti da 58 nazioni (non solo visivi, ha precisato Alemani, ma anche intellettuali, scrittrici e scrittori). Saranno inoltre 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni, 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni.

Ottanta le partecipazioni nazionali negli storici padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, cinque i Paesi presenti per la prima volta: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda.

"In questi anni di pandemia ho fatto ricerca senza potermi spostare, restando nella mia casa di New York - ha raccontato Alemani durante la presentazione -. Con gli artisti ho potuto attivare solo conversazioni virtuali caratterizzate però da una profonda intimità, da dialoghi da fine del mondo. Ci siamo posti tante domande, stimolati dalla condizione che stiamo vivendo". Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi?

"La mostra è stata concepita e realizzata in un periodo di grande instabilità e incertezza. La sua genesi ed esecuzione hanno coinciso con l’inizio e il continuo protrarsi della pandemia di Covid-19 che ha costretto la Biennale di Venezia a posticipare questa edizione di un anno, un evento che, sin dal 1895, si era verificato soltanto durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Che la mostra possa aprire è di per sé un fatto straordinario: non tanto il simbolo di una ritrovata normalità, quanto piuttosto il segno di uno sforzo collettivo che ha qualcosa di miracoloso".

Tre le aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosila relazione tra gli individui e le tecnologie, i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. Riflessioni queste che hanno portato alla scelta di "includere molte artiste donne e individui non binari, di concentrarsi sulla fragilità dei nostri corpi e sul nuovo rapporto con la tecnologia, che ci ha avvicinato ma anche separato. E tornando al post-umano: tantissimi artisti stanno riflettendo sulla fine dell'antropocentrismo per concentrarsi su un nuovo rapporto con altre forme di vita".

Incontreremo storie fantastiche di creature ibride e mutanti, mondi in cui tutti possono trasformarsi e diventare altro. Sarà un viaggio attraverso le metamorfosi dei corpi per superare il confine dell'umano. 

Accanto all'allestimento principale verranno proposte le capsule del tempo, concepite per raggruppare opere di artiste che affrontano i temi della mostra collocandosi in periodi diversi, dando spazio anche a opere che potremmo definire minori. Tutto questo nel tentativo di creare diversi livelli temporali, per una mostra transtorica. 

Ai Giardini l'esposizione inizia da Padiglione centrale, proprio attorno a una capsula del tempo, superando i confini tra umano e non umano. "Sono storie di corpi disubbidienti. Artiste connesse ai movimenti d'avanguardia del primo Novecento", ha precisato la curatrice. All'Arsenale gli artisti si concentrano sul rapporto tra individui e terra. Centrale la natura, con il suo meraviglioso incanto, tra allucinazioni e visioni oniriche. Qui le capsule storiche saranno due. Poi, lentamente, attraversando gli spazi dell'Arsenale, l'essere umano inizierà a sparire per lasciare spazio ad animali e creature ibride o robotiche, fino a raggiungere opere che svelano tecnologie obsolete e nuovi miraggi del futuro.

 


Biennale college

Nel corso della presentazione il presidente Roberto Cicutto ha definito la Biennale "casa di tutte le arti", introducendo una novità: "Ora anche l'arte ha la sua attività di college", dopo cinema, danza, teatro, musica e archivio storico. I finalisti della Biennale college verranno inseriti nel percorso della mostra: sono Simnikiwe Buhlungu, Ambra Castagnetti, Andro Eradze e Kudzanai-Violet Hwam.


Biennale sessions

Da diversi anni, ormai, la Biennale dedica il progetto Biennale sessions alle università, alle accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e nei campi affini. L'obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno.


Il latte dei sogni, dal 23 aprile al 27 novembre a Venezia

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