SOCIETÀ
Non solo El Paso e Dayton: negli USA più di 8mila morti per le armi da fuoco
Manifestazione contro l'odio razziale nel giorno dopo la sparatoria a El Paso - REUTERS/Jose Luis Gonzalez
Venti morti e decine di feriti: è questo il bilancio della strage avvenuta al El Paso, città al confine tra Stati Uniti e Messico.
Il 21 enne che ha aperto il fuoco l’ha fatto entrando armato di fucile AK-47 in un supermercato e sparando a chiunque si trovasse davanti. Erano circa le 11 di mattina di sabato 3 agosto (la prima chiamata al 911 è arrivata alle 10:39 ora locale) e la polizia, una volta allertata, avrebbe impiegato solamente 6 minuti prima d’entrare in azione. In quel lasso di tempo però il killer aveva già ucciso 20 persone e ne aveva ferite 26.
19 minuti prima della strage, su 8chan, un forum online, è apparso un manifesto di quattro pagine “contro l’invasione ispanica del Texas”. L’autore sembra essere proprio il killer di Dallas e le modalità ricordano in molti punti una delle stragi più grandi accadute in Nuova Zelanda. Il manifesto si intitola Una verità scomoda (The Inconvenient truth) e in più punti fa proprio riferimento alla sparatoria avvenuta nelle moschee di Chrisitanchurch. L’inizio del manifesto è esplicativo del personaggio: “In generale, io supporto il killer di Christiancurch ed il suo manifesto”.
“Questo attacco è una risposta all’invasione ispanica del Texas. Loro sono gli istigatori, non io. Io sto semplicemente difendendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale in atto con l’invasione”.
Ancora una volta quindi, si tratta di un ragazzo giovane, maschio, bianco e convinto che ci sia un’invasione di migranti, in questo caso ispanici. Com’è arrivata questa convinzione? Lo spiega direttamente lui: “La comunità ispanica non era un mio obiettivo prima che leggessi The Great Replacement (il manifesto pubblicato dal killer neozelandese ndr)”
“ La comunità ispanica non era un mio obiettivo prima che leggessi The Great Replacement
Il weekend di sangue negli Stati Uniti si è aggravato anche con un’altra sparatoria. A Dayton, in Ohio, sono state uccise 10 persone ed i feriti sono stati almeno 27. Intorno all’una di notte un uomo di 24 anni ha iniziato a sparare sulla folla. Lo stesso killer è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia.
In questo caso le motivazioni non sono ancora del tutto chiare (nella strage sarebbe morta anche la sorella del killer ndr), ciò che è chiaro però è l’arsenale che aveva in dotazione il ragazzo, comprensivo di fucile, giubbotto antiproiettile ed un grande quantitativo di munizioni.
Le due stragi quindi non sono strettamente correlate se non per il profilo di chi le ha attuate. Entrambi i killer infatti sono ragazzi bianchi, con una grande disponibilità di armi. È proprio questo il punto che dovrebbe essere affrontato dalla politica statunitense. Come avevamo già avuto modo di analizzare, gli USA hanno indubbiamente un problema di sparatorie di massa. Da inizio anno sono state 295 le sparatorie di massa negli Stati Uniti, ed hanno provocato 347 morti e 1.155 feriti.
Negli Stati Uniti il possesso delle più comuni armi da fuoco è il più alto a livello mondiale. Con 88,8 armi convenzionali per 100 abitanti rappresentano il paese più armato, doppiando la Svizzera, che in Europa è quella con la percentuale maggiore. A fronte di questo possesso però, anche il numero di sparatorie di massa con conseguenti morti e feriti è decisamente alto.
Fino ad ora però abbiamo parlato di stragi di massa. Le armi però provocano molti più feriti in “incidenti” singoli. Secondo il Gun violence archive infatti, i morti a causa delle armi da fuoco nei primi 7 mesi del 2019 negli Stati Uniti sarebbero 8.577.
La disponibilità di armi da fuoco quindi, non fa che aumentare il pericolo sia di incidenti che di sparatorie di massa. Un dato da tenere in considerazione anche quando si parla di legittima difesa in Italia.