SOCIETÀ

Taranto, ex Ilva: "Le malformazioni congenite sono il 9% in più della media regionale"

Del rischio sanitario associato alla presenza di un grande complesso industriale a Taranto – l’acciaieria ex Ilva, per la precisione – si parla da tempo. Ci sono stati diversi studi epidemiologici, il più famoso è quello Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), che hanno accertato significative anomalie sanitarie a Taranto, in alcuni suoi quartieri in particolare, e in qualche comune vicino.

Da alcuni giorni, anche in seguito a una lettera del sindaco Rinaldo Melucci al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, si parla di nuovo di 600 malformazioni congenite riscontrate in bambini nati nell’area. Ma non sempre le informazioni su queste anomalie sanitarie sono chiare. Si parla anche di informazioni tenute nascoste. Il rischio sanitario associato ad attività industriale è questione molto seria, perché sembra mettere in conflitto il diritto al lavoro con il diritto alla salute.

Meglio vederci chiaro. Per farlo abbiamo raggiunto al telefono Fabrizio Bianchi, epidemiologo ambientale del Cnr di Pisa che ha realizzato molte ricerche, epidemiologiche appunto, a Taranto e in altri siti industriali a rischio in Italia.

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