CULTURA

Atelier d'artista: Kadabra

Dieci giovani artiste e artisti, tutti impegnati in ambito pittorico, dal 2020 lavorano all'interno di un atelier collettivo a Mestre, condividendo spazi, idee, esperienze, portando avanti ricerche individuali ma attivando un costante scambio nella pratica artistica quotidiana. Per realizzare il trentunesimo episodio della serie siamo andati a visitare Kadabra, uno studio che porta nel nome la promessa di una magia, di un incantesimo di creazione. Abbiamo incontrato Silvia Giordani e Damiano Colombi e con loro abbiamo parlato di sperimentazione nell’arte, dell’importanza del confronto, dell’impegno nel presente e di apertura a futuri possibili.

"Negli anni ho provato a lavorare da sola, ma è stato ostacolante - racconta Giordani a Il Bo Live -. Per quanto mi riguarda questo è il contesto ideale, è un luogo dove mi sento bene in qualsiasi momento, sia nei momenti più rumorosi, quando si costruisce un telaio o si ascolta della musica, sia in quelli di maggior raccoglimento [...] Per me è importante la condivisione, la volontà di remare nella stessa direzione: in un ambiente, come quello artistico, spesso caratterizzato dall’individualismo sfrenato, io sono convinta che l'unione possa fare davvero la differenza".

Una visione condivisa da Damiano Colombi che svela i dettagli della nascita dello studio: "Ci siamo trovati qui nel 2020 e piano piano l’abbiamo plasmato, adattandolo alle nostre esigenze, anche in relazione al lavoro di ognuno: questo è un grande spazio di 200 mq che, un po' alla volta, abbiamo sistemato inserendo nuove pareti e altre costruzioni, creando ripartizioni e anfratti per infilare le tele e immagazzinarle. Kadabra è un ambiente dinamico, un atelier collettivo basato sulla ricerca, sul dialogo e lo scambio: questo è un lascito del nostro percorso di formazione in Accademia (di Belle Arti a Venezia, ndr), in cui siamo sempre stati abituati a lavorare accanto ad altri studenti e artisti di diverse generazioni. Sappiamo quanto sia importante e qui manteniamo via questa dimensione".

Kadabra è un ambiente dinamico, un atelier collettivo basato sulla ricerca, sul dialogo e lo scambio Damiano Colombi

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Gli spazi di lavoro dei due artisti sono collocati ai lati della porta d'ingresso dello studio, sono postazioni luminose in cui una parete/confine è la vetrata che comunica con l'esterno. "Non mi piace lavorare con la luce artificiale e qui entra facilmente quella naturale - precisa Giordani -. Sono in questo atelier dal 2020 e la postazione che ho scelto risponde alle mie necessità", permettendo di spostare le tele su più piani e di avere un tavolo dedicato ai libri da consultare e alla pratica preliminare del disegno

Accanto, la postazione di Colombi, stesse dimensioni, ma opere e materiali diversi a riempirlo: "Lavoro su tela o su carta, in maniera distinta. Mi capita di intervenire su più carte contemporaneamente - spiega, mostrando quelle che ha ordinatamente disposto sul pavimento -. Lo faccio sistemandomi su un piano orizzontale per far scorrere il colore sulla superficie. Per gli interventi liquidi lavoro a terra, per quelli più strutturali e di composizione sulla tela mi sposto in verticale per avere controllo e una visione più chiara". E sull’organizzazione pratica del lavoro aggiunge: “Ho bisogno di ordine: il mio lavoro effettivo dura poco, ma la fase di preparazione è molto lunga, quindi tutto deve essere ben organizzato, dai colori alla superficie, affinché l’intervento possa avvenire nel modo più scorrevole possibile. È una ciclicità che si ripete, da tela a tela. Lo stesso vale per le carte”.

Nell’ambiente artistico, spesso caratterizzato dall’individualismo sfrenato, io sono convinta che l'unione possa fare davvero la differenza Silvia Giordani

Oltre alla pittura, con un interesse per la rappresentazione del paesaggio, trasformato gradualmente “nella ricerca di una certa spazialità, soprattutto per quel che riguarda la sperimentazione di materiali orientata verso l'astrazione", Colombi si dedica anche alla musica. Mestre è la città scelta per la sua esperienza pittorica, mentre il territorio dell'Alto Adige - dove è nato e cresciuto - è legato alla dimensione musicale: "Suono il violino da quando ho sei anni. Distinguo e associo un preciso luogo a una singola attività, ma io resto il perno tra le due discipline e ci sono nozioni e caratteristiche che passano da una parte all’altra". Sempre il paesaggio, ma svincolato da presenze umane e connotazioni antropologiche, attraversa la ricerca di Silvia Giordani: "Mi interessa il luogo: è una parola più vasta che contiene universi”. Le sue opere aprono varchi sul reale e al tempo stesso su altri pianeti, giocando con i punti di vista: chi osserva chi? “Sono scorci e soglie che riesco a rendere utilizzando un olio gradiente, molto piatto, così da non dare suggerimenti: possono essere cieli osservati al sorgere del sole o appartenenti al mondo digitale”. 


Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto

Si ringrazia per la collaborazione Beatrice Benedetti


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

QUI l'elenco completo degli artisti e artiste di Kadabra

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