Henri Matisse: Odalisca gialla, 1937, Philadelphia Museum of Art.
Mediterraneo: mare tra le terre che divide e soprattutto unisce, culla delle civiltà e dei commerci ma anche luogo dell’anima, perno dell’immaginario collettivo non solo per i Paesi e i popoli che vi si affacciano, come ha notato acutamente lo storico Egidio Ivetic. Stesso discorso anche per l’arte, per la quale il mare nostrum è fin dall’antichità fonte di ispirazione. Nostrum, ma anche un po’ monstrum: protagonista dei nostoi omerici al pari degli eroi, dei quali è più spesso avversario che alleato, a fasi alterne il Mediterraneo si inabissa nella cultura europea quando questa si fa continentale, più sensibile ai richiami delle pianure che all’odore della salsedine, per poi riemergere in tutto il suo splendore. Come nel periodo a cavallo tra l’Otto e il Novecento, quando atmosfere marine e assolate tornano ad ammaliare letterati e artisti.
“Je crois qu’apres tout l’art moderne est dans le Midi”, scrive Vincent Van Gogh ad Arles nel marzo 1888; per Guy de Maupassant il Mediterraneo è “un giardino unico”, mentre lo storico dell’arte André Chastel parla del Mezzogiorno come di “un grande atelier”. Il linguaggio espressivo della contemporaneità nasce insomma a sud, dove vivono e operano i suoi maggiori artefici: gli impressionisti innanzitutto, ma anche Cézanne, Picasso, Miró, Chagall e Henri Matisse, che proprio dal mondo mediterraneo prende spunto per concepire i colori accesi e apparentemente innaturali che caratterizzano il periodo dei Fauves. Lo si percepisce chiaramente visitando la mostra appena aperta al Centro Culturale Candiani di Mestre (Ve): Matisse e la luce del Mediterraneo, curata da Elisabetta Barisoni, immerge il visitatore in un viaggio tra le atmosfere luminose della Costa Azzura, della Corsica e dell’Africa del Nord, alla ricerca del punto di contatto tra natura, cultura e arte.
Henri Matisse: La finestra aperta, 1919; Felce, frutta e figura femminile, 1947
L’esposizione parte dalle opere presenti nelle raccolte civiche di arte moderna conservate a Ca’ Pesaro per arricchirsi di prestiti provenienti da istituzioni di fama come il Philadelphia Museum of Art, il Centre Pompidou di Parigi e il Museo del Novecento di Milano. 52 le opere in mostra, 12 delle quali firmate Matisse, assieme ad altre di maestri come André Derain, Albert Marquet, Raoul Dufy e Pierre Bonnard, nella costante sottolineatura delle connessioni biografiche e artistiche tra questi protagonisti dell’avanguardia.
Uno degli aspetti di maggior fascino della produzione di Matisse è l'attenzione per la luce e il disegno. La sua capacità di semplificare forme e linee in modo apparentemente spontaneo, ma profondamente studiato, si intreccia con la ricerca sul colore, nella quale diventano protagoniste tonalità vibranti come gli inconfondibili blu, i rossi e i gialli. Tra le opere in mostra spiccano le celebri litografie degli anni Venti e disegni del 1947, testimonianze dell’evoluzione stilistica del pittore, assieme a potenti figure femminili come l’Odalisca gialla di Philadelphia, dipinta nel 1937, e la Giovane ragazza proveniente da Nancy, datata 1921.
Pierre Albert Marquet: Circolo nautico in Algeri, 1925; Pierre Bonnard: Nudo allo specchio, 1931
Tra le sette sezioni un posto di rilievo è riservato all’ultima fase della carriera del pittore con i magnifici e spiazzanti papiers découpés, dove l’artista, costretto a letto dalla malattia, trova una nuova modalità espressiva ritagliando fogli di carta colorata e componendo forme che, nella loro semplicità, traboccano di forza espressiva. L’esposizione non si limita a celebrare Matisse come gigante del passato, ma esplora anche la sua influenza nell’arte contemporanea tramite i lavori di Renato Borsato, Saverio Barbaro, Chris Ofili e Marinella Senatore. Tutti artisti che, attraverso diverse tecniche e supporti, raccolgono e reinterpretano l’eredità di Matisse, continuando a esplorare il rapporto tra decorazione, ornamento e stilizzazione.
In un mondo dominato dalla tecnologia il ritorno alla semplicità del colore e della luce assume una rilevanza nuova. La mostra al Candiani è l’occasione per riscoprire l’opera di un artista che, attraverso la sua visione, ha contribuito alla riscoperta del Mediterraneo come simbolo di bellezza, armonia e vitalità. Come scriveva il filosofo Jean-Luc Nancy, Matisse ha creato un “disegno del piacere”, un mondo dove il colore diventa emozione pura, lezione per la vita contemporanea e per l’arte presente e futura.
MATISSE e la luce del Mediterraneo
A cura di Elisabetta Barisoni
Centro culturale Candiani
Mestre (Ve)
28 Settembre 2024 - 4 Marzo 2025