CULTURA

"Il giardino delle meduse" e le risposte che stiamo cercando

Ombrelli galleggianti, budini o copricapi dalle tante forme e grandezze. Tra le specie più antiche, le meduse sono così strane e affascinanti da sembrare creature provenienti da dimensioni altre, ultraterrene. Alcune custodiscono il mistero dell'immortalità, o meglio, di una continua rigenerazione, tutte “colorano di riflessi l’acqua degli oceani più profondi, dei porti e delle spiagge. Sono trasparenti, dai colori accesi e brillanti: arancio intenso, rosa, violetto. A volte sono grandi come aquiloni, a volte così piccole da confondersi tra le gocce d’acqua salata. Vivono ovunque, dall’Artico agli oceani tropicali, dalle acque costiere fino alle profondità marine".

Scritto dalla biologa Paola Vitale e illustrato da Rossana Bossù, già autrici di Chi sarà?, il picture book Il giardino delle meduse, pubblicato da Camelozampa, si inserisce ne Le Sinapsi, collana di divulgazione scientifica illustrata, e ha vinto l’ultima edizione del Premio Piccolo Galileo con questa motivazione (podio condiviso con VirusGame di Antonella Viola e Federico Taddia, Mondadori): "Stupisce il fatto di trovarsi davanti a un libro interamente dedicato alle meduse, soprattutto poiché il tema viene trattato in modo poetico e più si sfoglia, più si rimane affascinati. Si apprendono tantissime cose, come il fatto che le meduse siano un indicatore dei cambiamenti climatici".

Sono delle vere e proprie sentinelle dei cambiamenti in corso, tutti causati dall’uomo “Il giardino delle meduse”

In questo libro convivono felicemente rigore scientifico e invenzione artistica. Il risultato è un volume ricco di dati, informazioni e illustrazioni. "Il linguaggio deve essere preciso e rigoroso, ma non esclude il senso di meraviglia. Anzi, lo enfatizza - spiega Paola Vitale nella video-intervista condivisa dalla casa editrice -. Un concetto scientifico ben espresso esalta il pensiero divergente e può portare a forme di linguaggio poetico". 

Come sempre accade nei più bei libri di divulgazione per ragazze e ragazzi, il racconto incanta seguendo vie non convenzionali: propone descrizioni meticolose delle meduse (che non sono tutte uguali), strategie per sfuggire ai loro attacchi e persino un invito alla partecipazione attiva. “Sono delle vere e proprie sentinelle dei cambiamenti in corso, tutti causati dall’uomo. Raccogliere informazioni sulle meduse è importante per supportare gli scienziati che combattono il riscaldamento globale, l’inquinamento dei mari, la perdita di biodiversità. E aiutare così i governi di tutte le nazioni a realizzare gli obiettivi di Agenda 2030. Per fare questo ci sono vari progetti italiani e internazionali, tra cui il servizio Meteomeduse. Chi avvista delle meduse può mandare le foto: questo permetterà di comprendere meglio i loro spostamenti". Quando è più facile avvistarle? Nei giorni grigi, nuvolosi, o al tramonto, perché le meduse non amano la luce forte (in quel caso scendono in profondità, e così fanno anche di notte, per riposare).

La più pericolosa è la vespa di mare, quella specializzata in agguati è la Olindia. La più grande può raggiungere i due metri di diametro, vive nei mari del Nord e il suo nome scientifico è Cyanea capillata: “Per i suoi tantissimi tentacoli, lunghi circa 10 metri, e il suo colore arancione vivace, è chiamata medusa criniera di leone".

Le domande si moltiplicano: hanno un cervello? Si possono mangiare? Cosa dobbiamo fare contro il dolore e il prurito dopo il contatto con una medusa? Le cosiddette “fioriture di meduse”, o jellyfish blooms, rappresentano una buona o una cattiva notizia? La risposta a quest’ultima domanda è legata ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e alle responsabilità dell’essere umano ed è un fenomeno sempre più frequente. "Se le meduse aumentano, è il segnale che qualcosa sta cambiando. E non in meglio [...] La pesca sta consumando ovunque le risorse di pesci. L’uomo ha mangiato la maggior parte dei grandi pesci carnivori e ora li alleva, ma, per nutrirli, pesca anche i pesci ancora piccoli. Questo ha creato un vuoto nelle catene alimentari dei mari di tutto il mondo. Sia le meduse che i pesci giovani, infatti, si nutrono di piccolissimi crostacei. Se i pesci diminuiscono, perché l’uomo pesca troppo, allora le meduse hanno più cibo, cioè i crostacei, a disposizione, e aumentano ancora, come non era mai successo prima. A peggiorare le cose, le uova e le larve dei pesci sono tra i cibi preferiti di molte meduse".

Inoltre porti, moli e barricate, costruiti dove non necessario, diventano punti di aggancio per i polipi delle meduse, sempre più vicino a riva. Ma cerchiamo una piccola luce: "Secondo alcuni scienziati, le deiezioni prodotte dalle meduse, dopo che hanno mangiato, stanno cominciando a essere utilizzate come cibo da altri organismi del mare, a partire da alcuni batteri. Siccome questi scarti sono molto abbondanti, perché le meduse sono aumentate, si stanno creando nuovi equilibri".

Sfogliando il libro si scopre che le meduse non hanno un vero e proprio cervello "ma alcune cellule nervose collegate in rete" (ma per le cubomeduse le cose si fanno più complesse), che in Asia sono considerate un cibo assai prelibato, tanto da essere addirittura allevate, che nuotano respingendo l’acqua, attraverso pulsazioni ritmiche, grazie a un sistema muscolare a corona, e che nel Mediterraneo sono notevolmente aumentate, anche e soprattutto per la migrazione di specie aliene.

Infine, ecco la soluzione pratica da mettere in atto la prossima estate, il rimedio al temuto agguato della medusa (che, oltretutto, ha dato origine a questo volume, perché l’autrice ha iniziato a pensare al progetto proprio dopo aver subìto un attacco urticante nel mare del Salento). Per prima cosa bisogna uscire dall'acqua e continuare a sciacquare, "sia per eliminare, se ci sono, i frammenti di tentacoli, sia per diluire il veleno liberato dalla medusa. È necessario farlo solo con acqua di mare", per mantenere "l’equilibrio osmotico tra l’interno e l’esterno di queste vescicole". E per il prurito? Basterà applicare una crema a base di sali di alluminio, in attesa che l’idea diventi uno bel libro.

Nel libro il linguaggio è rigoroso, ma non esclude il senso di meraviglia. Anzi, lo enfatizza. Un concetto scientifico ben espresso esalta il pensiero divergente e può portare a forme di linguaggio poetico Paola Vitale su "Il giardino delle meduse" (Camelozampa)

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