CULTURA

"Il meraviglioso libro della morte" è un trionfo di vita e colori

"La morte fa parte del ciclo della vita. Quando nascono tutti gli esseri viventi sono destinati a morire. È una delle sacre leggi della natura". Si può parlare di morte ai bambini e alle bambine senza incutere terrore e ansia, al contrario, allestendo un rifugio accogliente e sicuro tra pagine piene di vita e curiosità scientifiche e culturali. Profondamente e, al tempo stesso, con sensibilità e leggerezza, Il meraviglioso libro della morte di Soledad Romero Mariño e Mariona Cabassa (Camelozampa), tradotto da Francesco Ferrucci, esplora a colori la fase conclusiva del ciclo vitale, muovendosi agilmente tra scienza (decomposizione vegetale e animale, ora della morte, attacchi letali, epidemie e malattie), culture (funerali animali e umani, mummificazione dell'antico Egitto, cimiteri, tradizioni del mondo per il giorno dei morti) e spiritualità (riflettendo sui sentimenti di chi resta e sui tanti interrogativi legati all'ignoto, oltre la morte stessa). 

Un evento ineluttabile

“Il corpo subisce una trasformazione che segna l’inizio di una nuova fase". Fine definitiva dell’attività di un corpo, la morte è un evento naturale e irreversibile, avviene per vecchiaia o per malattia, può essere provocata da un incidente inaspettato, in ogni caso "il momento della nascita e quello della morte non si possono sapere in anticipo - scrive l'autrice rivolgendosi ai piccoli lettori e lettrici -, sono alcuni dei grandi misteri custoditi gelosamente dall’Universo". 

Muoiono gli organismi della Terra e così gli altri pianeti, le stelle e le galassie, che condividono lo stesso destino di inizio e fine del loro ciclo di vita, muoiono le creature viventi, esseri umani e animali (con l'eccezione delle cosiddette meduse immortali, note per la capacità biologica di ricominciare tutto daccapo tornando allo stadio giovanile dopo aver raggiunto la maturità sessuale). "Non possiamo controllare né comprendere appieno la morte. Non conoscendola, ci spaventa perché ci fa sentire insicuri e vulnerabili" eppure, la consapevolezza di condividere l'ineluttabilità può aiutare ad accettare un evento condiviso, che ci rende tutti uguali.


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Il dolore degli animali

Nel 2018 l’orca Tahlequah ha trasportato il corpo del suo cucciolo per diciassette giorni, attraverso il Mar dei Salish, percorrendo circa 1.600 chilometri lungo la costa del Pacifico. L'incredibile e commovente storia vera è stata raccontata nel cortometraggio d'animazione Tahlequah the whale. The dance of Grief  del regista e sceneggiatore Daniel Kreizberg, un’opera apprezzata anche da Jane Goodall che ne ha sottolineato il messaggio "triste e potente". 

Gli elefanti hanno profonda consapevolezza della perdita: instaurano legami forti con i membri del proprio branco e alla morte di un membro della famiglia visitano il luogo in cui si trovano i suoi resti. La gazza intona un canto d’addio di fronte a un proprio simile deceduto richiamando altre gazze “che iniziano a sbattere il becco generando un sonoro canto funebre che può durare mezz’ora”. Secondo uno studio del 2022, condotto dagli atenei di Padova e Milano e pubblicato su Scientific Reports, un cane proverebbe dolore per la perdita di un proprio simile presente all'interno della sua stessa famiglia. Il cane sopravvissuto, dopo la morte del compagno, cambia sia in termini di attività (per esempio, scarso interesse per il gioco, letargia e diminuzione dell’appetito) che di emozioni (paura).

Funerali umani

In Giappone si procede solitamente con il rito della cremazione e, attraverso il kotsuage, i familiari raccolgono i frammenti delle ossa rimaste, utilizzando speciali bacchette di metallo, per poi riporle nell'urna. In Ghana la celebrazione è gioiosa, può durare diversi giorni e le bare abeduu adeka sono pezzi unici artigianali in legno: possono avere forme di un pesce, di un frutto, di un libro, rispondendo a passioni, competenze o desideri del defunto. L'artista ghanese Paa Joe è conosciuto in tutto il mondo proprio per la sua produzione di bare personalizzate considerate opere d'arte, esposte al British Museum di Londra, al Brooklyn Museum, all'American Folk Art Museum di New York e al High Museum of Art di Atlanta. Nel 1989 il Centre Pompidou di Parigi lo coinvolge, con il suo maestro Seth Kane Kwei, ne Les Magiciens de la Terre, la mostra rimasta nella storia dello spazio espositivo francese. 

Giorno dei morti

Nel film d'animazione Coco (Pixar, 2017) l'esplosione di vita oltre la morte è resa perfettamente attraverso un trionfo di musica, colori, distese di fiori e volti dipinti che definiscono il Día de Muertos, giorno dei morti messicano, in cui si rende omaggio ai propri defunti. Tra l'1 e il 2 novembre "il Messico riempie gli altari di offerte e nei cimiteri si celebra una festa allegra e colorata a cui i vivi arrivano carichi di cibo per i loro defunti. È sicuramente una delle celebrazioni della morte più belle e colorate. La dea Mictecacihuatl, signora della notte e guardiana delle ossa, è la protagonista di questa cerimonia". E a Oaxaca, sempre in Messico, il cimitero di Santa Cruz Xoxocotlán, costruito in mezzo alla giungla dai missionari spagnoli nel XVI secolo, viene decorato con fiori e candele nella notte del 31 ottobre, proprio alla vigilia del Día de Muertos. 

La notte del 31 ottobre, negli Stati Uniti, si celebra Halloween, una festa di origine celtica ormai diventata capolavoro di marketing esportato in tutto il mondo. Tra zucche intagliate, ragnatele e scheletri a decorare gli ingressi delle abitazioni, i bambini si travestono e attraversano i quartieri, andando di casa in casa per ottenere caramelle, al grido di Trick or treat, dolcetto o scherzetto? 

In tutt'altro periodo dell'anno, tra il 3 e il 5 aprile, 104 giorni dopo il solstizio d’inverno, quindici giorni dopo l’equinozio di primavera, in Cina e nelle comunità cinesi di tutto il mondo, si celebra il Qingming, la festa degli antenati, il giorno della pulizia delle tombe. Oltre a pulire le tombe, le famiglie offrono agli avi defunti cibo, bevande e fino a poco tempo fa anche banconote finte, ritagli di carta da bruciare per permetterne l'arrivo nell’aldilà.

Interrogarsi sul "dopo" 

"Cosa ci sia dopo la morte è un grande mistero. Sappiamo che il corpo si decompone e finisce per scomparire, ma quale sia il destino della coscienza o dei pensieri (che alcuni chiamano spirito o anima) è un mistero assoluto. Nessuno è riuscito a tornare dalla morte per spiegare cosa succede nell’aldilà. Alcune religioni credono che la nostra anima si reincarni e ritorni in questa vita nascendo in altre forme - si legge nel libro -. Altre culture credono nella resurrezione dell’anima e ritengono che, dopo la morte, la nostra anima risorga nel mondo dei morti, e parlano di Paradiso o Inferno a seconda di quanto vissuto in questa vita. C’è anche chi è convinto che con l’ultimo respiro finisca la vita qui sulla Terra e non ci sia nulla dopo".


Altre letture sul tema della morte

Dove andiamo quando moriamo di Samy Ramos (Corraini)

L'uomo eterno di Ascanio Celestini, con illustrazioni di Veronica Ruffato (Zoolibri)

Tutti i cari animaletti di Ulf Nillson, con illustrazioni di Eva Eriksson (Iperborea)

Così è la morte? di Ellen Duthie, Anna Juan Cantavella e Andrea Antinori (Logos edizioni)

L'anatra, la morte, il tulipano di Wolf Erlbruch (Edizioni e/o)

Martino lo scheletro di Triinu Laan, con illustrazioni di Marja-Liisa Plats (Sinnos

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