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Medicina a Padova nei secoli: Johann Wesling

Il 5 novembre del 1620, il giovane Johann Wesling (1598-1649) proveniente da Minden in Westfalia si immatricola in medicina all’università di Leida. Inizia così la straordinaria avventura di un futuro medico della prima metà del Seicento che farà della peregrinatio academica e medica, una sorta di Grand tour ante litteram formativo e professionale, il segno distintivo della propria crescita intellettuale e lavorativa. Proprio a Leida, sotto lo stimolo di Aelius Everhardus Vorstius (1565-1624), si appassiona allo studio dell’anatomia e della botanica. Successivamente, come consuetudine per l’epoca, il giovane Wesling inizia una serie di viaggi di formazione che lo spingeranno dapprima a spostarsi da un’università ad un’altra e poi, una volta diventato medico, in Egitto al seguito del console veneziano Alvise Cornaro (1588-1641).

Alla ricerca di un sapere sempre nuovo e all’avanguardia e dei più bravi e rinomati maestri, Wesling è in continuo movimento: da Minden a Leida, da Leida a Groningen e da qui a Padova. Nella città veneta, sede universitaria di antica tradizione, il 24 giugno 1625 si iscrive alla Natio germanica, la corporazione di studenti di lingua tedesca allora frequentanti l’università di Padova. L’insegnamento della medicina impartito in questo ateneo gode di fama e rinomanza in tutta Europa e attira moltissimi studenti desiderosi di frequentare le lezioni mediche in questa università per l’aspetto pratico che caratterizza la didattica. Da qualche tempo lo Studio della città euganea ha “istituzionalizzato” la conoscenza diretta delle piante medicinali attraverso la loro osservazione dal vero nell’Orto medicinale, attivo dal 1545. Un altro tratto distintivo dell’università patavina è la dissezione del cadavere per la comprensione della morfologia del corpo umano: nella Padova di fine Cinquecento ciò avviene nel teatro anatomico stabile inaugurato nel 1595 e ancora oggi visitabile a Palazzo del Bo. Tuttavia nel 1625, a seguito della prematura scomparsa di Adriaan van den Spiegel (1578-1625), l’insegnamento dell’anatomia a Padova, secondo i moderni canoni vesaliani di approccio diretto al corpo umano, va incontro a un brusco stallo: l’anatomia ritorna a essere disciplina solamente mnemonica e libresca secondo il volere di Pompeo Caimo (1568-1631), all’epoca incaricato dell’insegnamento.

Wesling non si scoraggia: il 10 giugno del 1626, si addottora in medicina e filosofia e subito si reca a Mantova per partecipare alle lezioni di anatomia tenute dal bolognese Fabrizio Bartoletti (1587-1630). Agli inizi del 1628 si sposta ancora e va a Venezia. Tra il 31 gennaio e il 28 febbraio, nel Collegio dei Medici fisici, tiene una serie di dissezioni anatomiche che, come riportano le fonti dell’epoca, pare abbiano avuto una gran partecipazione di pubblico.

Il 1628 è anche l’annus mirabilis di Wesling: in agosto parte al seguito del console Cornaro e si reca in Egitto e lì rimane fino agli inizi del 1633. Si tratta di un’occasione unica per entrare in contatto con una cultura diversa, per praticare la professione fuori dal contesto usuale, per osservare, per conoscere. In Egitto studia con interesse le piante di quella terra, che possono rappresentare dei potenti mezzi terapeutici non presenti presso la Dominante. Prosegue la sua attività di anatomista e si dedica anche all’indagine dell’anatomia animale dissecando esemplari come la vipera e altri poco noti in Europa e dal fascino squisitamente esotico come la iena e il coccodrillo. L’Egitto rappresenta per Wesling la grande chance, l’opportunità per antonomasia. Probabilmente deve aver giocato a suo favore l’essere riuscito a tessere rapporti con i diplomatici veneziani inviati al Cairo, poiché con una ducale del 30 dicembre 1632, il medico di Minden viene chiamato alla cattedra di anatomia e chirurgia a Padova. Nel gennaio del 1633 si trova nella città del Santo e qui, il 17 dello stesso mese, tiene la lezione inaugurale del suo corso. Nel 1638 è nominato anche prefetto dell’Orto medicinale e gli vengono affidati la lettura e l’ostensione dei semplici, insegnamento teorico l’uno e pratico l’altro. Con il Wesling l’Orto medicinale si arricchisce di numerose piante “peregrine” provenienti dall’Egitto, dalla Spagna, dalle Indie e, soprattutto, dall’isola di Creta all’epoca ancora possedimento veneziano. Viene così accresciuta la disponibilità di potenziali rimedi per la salute pubblica della Serenissima e, di fatto, aumentata anche la biodiversità dell’Orto. Sempre nel 1638, pubblica il De plantis Aegyptiis observationes et notae ad Prosperum Alpinum in cui propone, sulla scorta della sua esperienza, aggiunte personali a quanto osservato in Egitto da Prospero Alpini (1553-1616), suo illustre predecessore alla direzione dell’Orto.

Il suo lascito culturale principale, ma non esclusivo, riguarda tuttavia l’anatomia di cui è abile ricercatore e didatta d’eccezione. Wesling contribuisce all’osservazione, alla descrizione e ad una miglior conoscenza del circolo arterioso cerebrale (oggi noto come “poligono del Willis” e definitivamente inquadrato in senso fisio-patologico dal Willis stesso nel 1664), dei vasi chiliferi e del dotto toracico, dello sviluppo embriologico del cuore di pollo.

La sua opera dal titolo Syntagma anatomicum rappresenta un testo per lo studio dell’anatomia estremamente versatile, che si caratterizza per chiarezza espositiva e incisività didattica. Il volume esce dai torchi in una prima edizione, senza illustrazioni, nel 1641 e in una seconda edizione nel 1647, questa volta ampiamente ed efficacemente illustrata. Il successo dell’opera fa sì che si abbiano numerose traduzioni in altre lingue europee e che venga ristampata fino alla prima metà del Settecento. Anche “sua maestà anatomica”, l’insigne Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), che all’inizio del XVIII secolo prende le redini dell’insegnamento anatomico a Padova, ne loda l’assetto espositivo e la ripartizione degli argomenti. Per lo svolgimento della sua attività didattica e per la realizzazione del corredo iconografico e illustrativo del Syntagma, Wesling utilizza anche dei preparati anatomici a secco che illustrano determinate strutture anatomiche. Alcuni di questi, infissi su tavole lignee, sono oggi conservati presso il Royal College of Surgeons e sono classificate come “tavole del Wesling”.

Nel 1664, inoltre, escono postume le Observationes anatomicae et epistolae medicae a cura del suo allievo Thomas Bartholin (1616-1680), che propongono interessanti considerazioni e studi anatomico-medici dell’anatomista di Minden.

Wesling muore a Padova nel 1649 dopo un’intensa attività di ricerca in campo anatomico e botanico. Noi, ammirati, ne cogliamo oggi lo spirito di avventura alla scoperta del diverso e di curiosa attenzione nella comprensione e nello studio del “microcosmo”, ovverosia dell’uomo.

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