Università di Padova, foto di Massimo Pistore
William Harvey era un ragazzo di campagna del Kent, nato a Folkestone il 1° aprile 1578, primo di nove figli di una ricca famiglia borghese di commercianti e piccoli proprietari terrieri. John Aubrey riferisce che era un giovane piuttosto collerico e dalla parlata sciolta, che aveva capelli corvini, pelle olivastra, piccoli occhi marroni e uno sguardo penetrante (Brief Lives 1898). Intelligente e curioso naturalista, fu ammesso alla Grammar King's School di Canterbury nel 1588 e studiò per sei anni al Gonville and Caius College di Cambridge grazie a una borsa di studio, conseguendo il Bachelor of Arts nel 1597. Lo statuto del Gonville and Caius College permetteva agli studenti di medicina di concludere gli studi all'estero, così William decise di trasferirsi all'università di Padova. Il 31 ottobre del 1599 lasciò Cambridge verso il continente. La storia del suo viaggio è inquietante. Quando Harvey mostrò il suo lasciapassare a Dover, fu trattenuto dal capitano della frontiera senza una particolare ragione. Nelle prime ore del giorno seguente si scatenò nella Manica una terribile tempesta e tutti i passeggeri della nave annegarono. Questo fu possibile perché due notti prima il capitano aveva avuto una premonizione: gli era apparso in sogno lo stesso Harvey che intendeva attraversare lo stretto verso Calais, ma era stato ammonito di fermarlo.
Servizio a cura di Monica Panetto ed Elisa Speronello
La scelta di Padova era in linea con la tradizione di illustri membri del Royal College of Physicians, fondato a Londra nel 1518 da Thomas Linacre (laureato a Padova nel 1496). Il richiamo di Padova era dovuto sia alla fama degli studi anatomici e dei professori che vi avevano insegnato (Alessandro Benedetti, Andrea Vesalio, Realdo Colombo, Gabriele Falloppia) e vi insegnavano (Girolamo Fabrici d’Aquapendente, Giulio Cesare Casseri), sia al fatto che la dissezione anatomica umana era consentita. Harvey arrivò a Padova a metà novembre 1599 e si iscrisse all’università degli Artisti. Il corso durava quattro anni (tre teorici e uno pratico), ma i primi due anni gli furono riconosciuti grazie al baccellierato ottenuto a Cambridge. La facoltà era composta da Cremonini e Raguseo, professori di filosofia, Fabrici e Casseri di anatomia e chirurgia, Minadoi di medicina pratica e Galileo Galilei di matematica.
Ci sono documenti datati 4 agosto 1600, in cui Harvey appare come consigliere delle università sia degli Artisti sia dei Giuristi, in rappresentanza delle Nazioni Anglicana e Scozzese. Per questo motivo ottenne due stemmi, ancora appesi nel cortile antico dell’università e identificati solo nel 1893. Uno dei due stemmi assomiglia a quello del Gonville e Caius College e presenta due serpenti attorcigliati attorno a una candela accesa, in ricordo del simbolo di Asclepio (Esculapio). Il suo diploma originale di laurea, firmato da Fabrici, Casseri, Minadoi e Raguseo, nonché del Conte Palatino Sigismondo Capodilista e dello studente bresciano Giuseppe Carrara, Sindaco degli Artisti, fu lasciato in eredità, per volontà testamentaria di Harvey, alla King's School di Canterbury, a cui egli si era sempre sentito molto legato. Nel luglio del 1764 il Diploma fu donato dal reverendo Osmund Beauvious, decano della King's School, al Royal College of Physicians di Londra.
A sinistra: ritratto di William Harvey di J. Houbraken (London, J. and P. Knapton, 1739). A destra: lo stemma di Harvey nel cortile antico di palazzo Bo all'università di Padova
La storia del conferimento del diploma da parte di Harvey a Padova merita un approfondimento. Nel 1564, Papa Pio IV, al termine del Concilio di Trento, rese obbligatoria la professione di fede degli studenti universitari al momento della laurea di fronte al Sacro Collegio, una dichiarazione che luterani, anglicani ed ebrei non potevano certamente onorare. Tale obbligo fu aggirato introducendo nel 1597 una pratica secondo cui i Conti Palatini, grazie ad un diritto feudale dei tempi dell’imperatore Federico Barbarossa, avevano il potere di conferire il diploma al posto del vescovo cattolico. L'esame finale di Harvey ebbe luogo il 25 aprile 1602 nella casa del Conte Palatino Sigismondo Capodilista, alla presenza del notaio Francesco Refatto. Ma per evitare eventuali complicazioni che potessero insorgere al momento dell’attraversamento dei confini al rientro di Harvey in Inghilterra, il giorno stesso il notaio rilasciò un documento in cui affermava che, prima dell'esame finale, lo studente inglese aveva giurato fede alla Chiesa Cattolica Romana.
In quegli anni Fabrici d’Aquapendente stava effettuando osservazioni sulle valvole venose che portarono alla pubblicazione del De venarum ostiolis nel 1603. Nonostante le valvole fossero simili a quelle sigmoidee alla radice delle grandi arterie, Fabrici le interpretò erroneamente come porticine (ostiola) che rallentavano il flusso di sangue nel suo movimento centrifugo. Harvey propose invece un'interpretazione opposta, affermando che queste piccole porte servivano a ostacolare il ritorno del sangue all'indietro nel suo flusso centripeto. Più tardi Harvey confidò all’amico Robert Boyle che, mentre investigava il movimento del sangue, fu ispirato dalle osservazioni sulle valvole venose di Fabrici d’Aquapendente, prova evidente del fatto che Harvey avesse concepito l'idea della circolazione del sangue quando era studente a Padova. Egli userà nel suo De motu cordis la stessa immagine della prova del laccio pubblicata da Fabrici nel De venarum ostiolis.
Alcune pagine del diploma di laurea di William Harvey conseguito all'università di Padova
Una volta tornato a Londra, il primo passo fu quello di ottenere a Cambridge il riconoscimento della sua laurea padovana e la licenza alla professione. Nel 1607 Harvey fu promosso Fellow del Royal College of Physicians e il 25 febbraio 1610 fu arruolato come medico presso l'Ospedale St. Bartholomew. Nel frattempo, nel 1604, aveva sposato la figlia Elisabetta del Dr. Brown, medico della regina Elisabetta, ma non ebbero figli. Successivamente, nel 1618 il re Giacomo I lo nominò suo medico personale.
Harvey, durante le Lumlelian Lectures al Royal College, presentò le sue idee preliminari sulla teoria della circolazione del sangue e durante la conferenza del 17 aprile 1616, postulò che il sangue andasse ai polmoni e poi al ventricolo sinistro e all'aorta in un movimento perpetuo, accettando chiaramente l'esistenza della circolazione polmonare, come anticipato da Ibn al-Nafis di Damasco, dallo spagnolo Miguel Serveto e dimostrato attraverso la vivisezione sui cani da Matteo Realdo Colombo a Padova.
Harvey confermò la sua teoria grazie alla vivisezione sui daini del parco di Windsor e al calcolo del sangue che usciva dal loro ventricolo sinistro ad ogni sistole.
Il contenuto delle Lumlelian Lectures fu raccolto nel libro Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus di sole 72 pagine, pubblicato nel 1628 a Francoforte e dedicato al suo patrono re Carlo I, con l’affermazione che il cuore è il sole del microcosmo (cor microcosmi sol). Il libro costituisce una pietra miliare nella storia della scienza.
La reazione dei medici inglesi di fronte alla nuova teoria di Harvey fu scettica, così da compromettere la sua reputazione di medico e da sollevare varie dispute, soprattutto tra Harvey e alcuni rappresentanti della scuola medica parigina.
A sinistra: prima edizione del "De motu cordis" (Wellcome Images). A destra: facsimile del “De motu cordis” con traduzione inglese del diploma di laurea
Nel frattempo la situazione politica in Inghilterra divenne critica e culminò in una guerra civile, capeggiata da Oliver Cromwell. Nel 1642 la casa di Harvey fu saccheggiata e il suo patrimonio di libri e note inedite furono distrutti, una perdita della quale Harvey soffrì molto. Nel 1643 perse la sua posizione di medico presso l'ospedale St. Bartholomew e fuggì con il re Carlo I a Oxford. Il 20 gennaio 1649 il re fu condannato a morte.
Harvey, allora settantunenne, si ritirò dalla vita pubblica e si dedicò interamente ai suoi studi. Attratto per anni dall'embriologia, nel 1651 pubblicò il De generatione animalium, in cui avanzava la teoria rivoluzionaria dell'epigenesi, cioè dello sviluppo graduale dell'embrione da un uovo indifferenziato (ex ovo omnia, ‘tutto viene dall'uovo’), mettendo in discussione la teoria dell'embrione preformato sin dall'inizio.
Il 3 giugno 1657, all'età di 79 anni, Harvey morì per apoplessia cerebrale. Fu sepolto in Hampstead, Essex, nella chiesa di famiglia di St. Andrew. Oltre ai beni lasciati ai fratelli, destinò una cospicua cifra per fondare una scuola a Folkestone (Harvey Grammar School), che non esisteva quando egli era bambino, condizione che lo aveva costretto a frequentare la King School di Canterbury dall’età di 8 anni, lontano dalla famiglia.
William Harvey, "De motu cordis", Francoforte 1628, immagine della prova del laccio
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