CULTURA

A Milano il più importante e multimediale festival su noir e giallo

Parliamoci chiaro: potrebbe essere una buona idea fare un salto a Milano tra qualche giorno! Oltre agli innumerevoli motivi sempre validi per la metropoli lombarda (fra l’altro segnalo Monet a Palazzo Reale), pur con le cautele legate al nuovo peggioramento della pandemia, è prevista una scoppiettante edizione del più antico e famoso appuntamento dedicato a film, romanzi, fumetti, mostre, serie televisive di genere genericamente generalmente noir. La storia del Noir in festival (10-15 dicembre 2021) inizia con un giallo, risale a Cattolica oltre 40 anni fa. Il romagnolo Mystfest è forse la manifestazione italiana di genere con maggiore durata (sottotitolo “Festival internazionale del giallo e del mistero”), la prima edizione (c’ero) risale al 1980 (ho ancora l’opuscolo su Chandler), durava un’intera settimana (nella seconda metà di giugno) e aveva un carattere multimediale (cinema, televisione e non solo), soprattutto inglobava allora un importante premio letterario preesistente per il miglior racconto, il Premio Gran Giallo Città di Cattolica fondato nel 1973 e ancora operativo (nel 2020 47° edizione) nonostante le peripezie (anche giudiziarie) del festival iniziate a cavallo fra Ottanta e Novanta.

Dal 1990 chi aveva diretto e garantito la spettacolarità della manifestazione fu indotto a rompere con le istituzioni locali e il tipo di festival si trasferì dal 1991 prima al tepore estivo di Viareggio per due anni, denominandosi come “Noir in festival”, spostandosi poi alla neve di Courmayeur in Val d’Aosta per venticinque edizioni, infine dal 2016 a Milano e Como e da quest’anno in presenza solo a Milano, con la collaborazione di autorevoli istituzioni culturali cittadine, giunto ormai dunque alla 31° edizione. Si svolge sempre per circa una settimana all’inizio di dicembre (rinviato quello 2020 a marzo 2021 e a distanza, causa pandemia), certamente oggi risulta il più importante evento del genere in Italia, diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri (ora con Gianni Canova, rettore e delegato IULM). E’ un ricco appuntamento con autorevole eco internazionale, cinematografico (con il noto concorso sui miglior film dell’anno), letterario (le presentazioni e la premiazione del noto premio Scerbanenco al miglior romanzo dell’anno) e, soprattutto, multimediale: non a caso le ultime edizioni hanno come interlocutore lo IULM, la libera università di lingue e comunicazione fondata nel 1968 dal francesista Silvio Federico Baridon, insieme al letterato e senatore a vita Carlo Bo, primo ateneo ad aver istituito il corso di laurea in relazioni pubbliche.

Parliamoci scuro! In Italia circola troppo noir. La crescita esponenziale del genere negli ultimi trent’anni in libreria, al cinema, in tv, per ogni anfratto, su ogni mezzo, in ogni moda ha raggiunto vette esagerate. Forse sarebbe bene cominciare a scendere. Almeno il “giallo” era un colore di genere specificamente italiano, era stato negletto per decenni nella lingua di Dante, aveva modesti connotati economici, sociali, culturali, politici. Così, il noir all’inizio poteva essere una sofisticheria: costituendo genere parallelo o sottogenere almeno ampliava schemi rigidi e gusti ripetitivi; intrecciando scritture e visioni (insieme ad America e Francia) ampliava orizzonti provinciali ed esauriti; descrivendo in-giustizie commentava concrete esperienze di massa e di popoli. Andava pure bene che diventasse quello il genere e il giallo il sottogenere: alla prova di storia e geografia il noir è categoria molto più antica universale flessibile, è colore più amato diffuso funzionale, è aggettivazione primordiale per ogni senso e atto della specie umana sapiente.

Parliamoci scuro! Ora è troppo. Prima comunque eravamo in pochi ad amare la cioccolata davvero fondente. Prima comunque erano in pochi a considerarsi davvero di destra. Prima comunque erano altre le dimensioni, le luci e i colori prevalenti. Prima comunque il giallo ci aveva un poco annoiato. Ora quasi rimpiangiamo i buoni belli sani libri gialli di una volta, quando almeno lì ci si capiva qualcosa (nei ruoli, nell’intreccio, nel conflitto), si trascorrevano ore curiose e serene, i cattivi venivano assicurati a una qualche giustizia, i buoni sopravvivevano. Il mio modesto consiglio è di limitare il noir (anche nel vestiario), accompagnarlo sempre ad altre sensazioni, selezionare e alternare di più se si può. Anche se certi noir letterari mantengono un certo fascino. Perciò, intanto, comunque, andate o tornate a Milano! L’appuntamento è la prossima settimana, dal 10 al 15 dicembre 2021, 31° edizione del Noir in festival d’Italia. Il primo, non l’unico, ma quello originale, multimediale, indispensabile.

Ora che premi e rassegne noir si svolgono ormai in ogni regione, per ogni pizzo, da Treviso a Pistoia, da Florinas alla Garfagnana, dalle Marche all’Abruzzo che insomma tutte le strade portano al noir (e in ognuna c’è qualcosa di bello e vero, insieme ad altro da buttare, come ovvio), vale la pena mantenere sane abitudini, fare una visita ai nonni (un tempo padri) del genere, sorridere insieme ai giochi e alle vestali di ruolo, leggere qualche buon libro, godersi qualche bel film, criticare finalmente il noir con chi se ne intende. Parliamoci scuro! Non è facile partire, non è rapido arrivare, costa tempo fatica e denaro, salva poca gente. Chi può sa cosa trova e non se ne pentirà.

Mai come quest’anno, poi, cinema e letteratura formano un corpo unico nel programma degli eventi: è il caso di Massimo Donati che debutta come regista in concorso con Diario di spezie dal suo romanzo o di Donato Carrisi che presenta il suo nuovo libro mentre sono in corso le riprese del nuovo film, Io sono l’abisso. Il binomio vale pure per Denis Dercourt (Vanishing), Lucile Hadzihalilovic (Earwig) e Fabrice Du Weltz (Inexorable) che giocano sul doppio percorso tra libro e film; oppure per gli attesi Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Alex Michailides, Guillaume Musso e Mariolina Venezia, il cui lavoro letterario è stato spesso adattato per narrazioni cinematografiche e televisive.

A Milano c’è proprio un concorso per i più interessanti film nuovi dell’ultimo anno con selezione, giuria, premiazioni: fra i sette in concorso e i quattro fuori concorso, potremo vedere due opere candidate all’Oscar (The Innocents e Les oiseaux ivres), un Pardo d’oro (Vengeance is Mine), la rivelazione inglese dell’anno (la giovanissima Prano Bailey-Bond con Censor), un vincitore alla Mostra di Venezia (il finlandese Teemu Nikki con Nimby), l’anteprima tra documento e visionarietà di Vesuvio di Giovanni Troilo, un cartellone di novità perlopiù a disposizione nelle sale nei prossimi mesi. E poi omaggi (ad Antonio Capuano), proiezione speciali, le “Pillole” dell’archivio dell’Istituto Luce. Verranno anche ricordati Graham Greene e John le Carré, al confine appunto fra cinema e letteratura.

Accanto alle visioni a Milano ci si intratterrà infatti molto con scritture e letture. Vi sono, come sempre, i premi letterari: è stato scelto di consegnare il Raymond Chandler Award, una vera chicca della letteratura di genere, all’autore francese Guillaume Musso, nato negli anni settanta (Antibes, 1974), acclamato in tutto il mondo, al quale si connetterà una particolare attenzione per il revival del polar in Francia con ospiti eccellenti come Hervé Le Corre, Franck Thilliez e Jérôme Loubry. Il Chandler, premio alla carriera, fu istituito da Irene Bignardi nel 1988, in accordo con il Raymond Chandler Estate, fondazione facente capo agli eredi di Graham Greene; dopo il riconoscimento a grandissimi scrittori e scrittrici di tutto il mondo, l’anno scorso fu assegnato a John Banville e resta anche quest’anno in Europa.

L’altro atteso premio è lo Scerbanenco 2021, al miglior romanzo italiano edito negli ultimi 12 mesi: si è partiti da 90 opere segnalate dagli editori (23 scrittrici e 68 scrittori, uno a quattro mani), la giuria ne ha selezionati prima 20 (9 scrittrici e 11 scrittori), poi, in parte con il concorso di lettori votanti, i cinque finalisti, fra i quali il 10 dicembre verrà scelta o scelto la vincitrice o il vincitore. I cinque romanzi finalisti sono: L'uomo del porto di Cristina Cassar Scalia (Einaudi); Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi (HarperCollins), Il Codice della vendetta di Pasquale Ruju (Edizioni e/o), Via libera di Lorenzo Scano (Nero Rizzoli) e Tre madri di Francesca Serafini (La nave di Teseo).  Il Premio Giorgio Scerbanenco 2021, consistente in un ritratto di Giorgio Scerbanenco a opera dell'artista Andrea Ventura, sarà consegnato sempre nel pomeriggio del 10 dicembre sul prestigioso palcoscenico del Teatro Filodrammatici di Milano (che ospiterà molti degli incontri letterari). D’altro canto, il romanzo Come delfini tra pescecani. Un'indagine per i Cinque di Monteverde di François Morlupi (Salani) è stato il più votato dai lettori sul sito del festival, anch’esso premiato.

Non mancheranno a Milano presentazioni di ulteriori scrittori. Oltre a quelli citati sopra e ai finalisti, sarà soprattutto presente il grande riconosciuto maestro italiano del genere, Loriano Macchiavelli. Poi Simona Vinci, Lisa Jewell, Stefano Vicario e altri, oltre ai collegamenti a distanza con Laura Lippman e Richard Greene. Ci saranno, infine, mostre e fumetti, il premio Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno, laboratori per i ragazzi e le scuole, documentari, serie televisive, corti, case editrici, la chiusura con il Diabolik dei Manetti Bros al Cinema Odeon. L’immagine del festival è disegnata da Marco Galli, premiato alla scorsa edizione di Lucca Comics & Games con il riconoscimento più importante e ambito, il Yellow Kid, che prosegue la scia dei talentuosi disegnatori che si sono succeduti nel corso di trent’anni, da Gigi Cavenago a Lorenzo De Felici, da Mario Alberti ad Alessandro Baronciani, Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti, Bill Plympton, Charles Schultz e Mojmir Jezek. Parliamoci chiaro: vale la pena!

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