SOCIETÀ

Mobilità elettrica: le dimensioni contano

Nel settore dell’auto, una delle notizie che ha fatto più rumore durante l’estate arrivava dalla Cina. Secondo i dati riportati, tra gli altri, da AutoMoto.it, a luglio le vendite di auto elettriche sono state pari al 50,7% del totale, superando per la prima volta quelle con il motore termico. A impressionare ancora di più è il fatto che si tratti di una crescita enorme: il 37% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

In Europa e nel resto del mondo, dopo una buona accelerazione del mercato negli scorsi anni (con l’eccezione dell’Italia, come abbiamo raccontato), negli ultimi dodici mesi le vendite di auto elettriche non sono invece andate così bene. Per quanto riguarda il nostro continente si tratta di un dato che sembra andare in direzione contraria rispetto all’orizzonte del 2035, quando le auto a motore termico non potranno più essere vendute. Ma è una linea che qualcuno, come per esempio il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, comincia a provare a spingere più in là, allontanando lo stop.

La Settimana Europea della Mobilità (16 - 22 settembre 2024), quando le soluzioni più innovative sul come ci spostiamo sono al centro di eventi in moltissime città dell’Unione, è però anche l’occasione per raccontare un altro tema legato alle auto. Si tratta delle loro dimensioni sempre maggiori che le rendono incompatibili con le dimensioni ridotte dei centri storici. Ma anche sempre più pesanti, con un vero e proprio effetto boomerang rispetto ai benefici del passaggio all’elettrico.

Le dimensioni non sono tutto, ma…

A sollevare ulteriormente il tema in ambito scientifico è stato recentemente Christian Brand, ricercatore all’Università di Oxford (Regno Unito), dove fa parte del dipartimento che si occupa di studiare i trasporti. In un suo commento pubblicato su Nature, parla di “mobesity”, una parola che nasce dalla fusione di ‘obesity’ e ‘mobility’. Con questo neologismo, Brand indica la tendenza delle auto a essere sempre più grandi. E con la dimensione maggiorata portano con sé anche una maggiore massa da spostare, che richiede più energia e, soprattutto, batterie sempre più grandi.

Brand scrive che è vero che rispetto alle prime generazioni di auto elettriche, quelle prodotte oggi sono più efficienti e sfruttano meglio l’energia elettrica immagazzinata nelle batterie. Ma intanto queste sono sempre più grandi per garantire una maggiore autonomia all’utenza. Batterie più grandi, però, significano anche più metalli rari impiegati per la loro produzione, un nesso che come abbiamo raccontato è ben noto da tempo, tanto che si potrebbe argomentare che il futuro dell’auto elettrica dipende direttamente dalla disponibilità di litio.

L’attività mineraria e di processamento dei materiali per la produzione delle batterie, scrive Brand, rischia quindi di “esacerbare proprio i problemi che l’elettrificazione mira a risolvere”. Un altro aspetto che solitamente viene preso poco in considerazione, è che “l’aumento di peso contribuisce a una maggiore usura degli pneumatici e delle strade, portando a maggiori emissioni di particolato, dannose sia per la salute umana che per l’ambiente”.

 

Un problema anche urbanistico

Il grafico basato sui dati raccolti da Quattroruote mostra chiaramente l'aumento della larghezza dei veicoli, presa come indicatore dell’aumento delle dimensioni generali delle auto. Nel giro di settant’anni si è passati da una media di poco più di un metro e mezzo agli attuali 180 centimetri: un incremento del 22,25%. Questi dati sono in linea anche con quelli impiegati per una ricerca recente realizzata da Transport & Environment e pubblicata a inizio 2024. Negli ultimi vent’anni, le auto in commercio in Europa diventano un centimetro più larghe ogni due anni. 

L’aumento degli ingombri delle auto non ha effetti solamente sulla quantità di emissioni di CO2 di cui sono responsabili. Ha un effetto diretto anche su come si organizza il traffico urbano. I posti auto lungo le strade hanno una larghezza standard di circa 180 cm, qualche centimetro in meno della media delle auto in vendita negli ultimi anni. La grafica prodotto sempre da Transport and Environment fa capire senza bisogno di troppe parole che cosa cambierebbe se le auto fossero larghe 2 metri:

La questione sicurezza

I motivi per cui le auto sono diventate progressivamente più grandi negli ultimi decenni sono, però, più di uno. Come racconta un articolo di Quattroruote, l’allargamento delle auto è in parte dovuto al design: auto lunghe e strette sono meno belle di auto più equilibrate in termini di dimensioni. Ma le auto del passato, con le loro dimensioni ridotte, erano anche meno sicure di quelle attuali. Inserimento di dispositivi di sicurezza come i roll-bar che garantiscono una maggior resistenza in caso di capottamento hanno inciso, negli anni, nell’aumento delle dimensioni. Sempre sul fronte della sicurezza, una maggiore larghezza indica, scrivono sempre su Quattroruote, una maggiore stabilità. Un altra esigenza, diventata più importante negli anni più recenti, è la dimensione del portabagagli: quelli di molte auto degli anni Sessanta e Settanta sono minuscoli e inadatti alle esigenze dell’utenza odierna. Tutti questi fattori hanno portato all’incremento evidenziato dai dati, con i conseguenti problemi che abbiamo visto.

La larghezza massima prevista dalle regole per le auto in vendita in Europa è 255 cm, una misura ancora lontana, ma James Nix di Transport and Environment sottolineava nel comunicato stampa che lanciava la ricerca come le auto “stanno diventando larghe come bus e camion”. Qualche comune, come per esempio Parigi, sta cercando di disincentivare con costi altissimi (18 euro l’ora) il parcheggio per i SUV, ovvero i veicoli di più grandi dimensioni. È un tentativo che cerca di colpire sia i SUV come simbolo della mancata transizione, ma anche le auto grandi come elemento difficile da gestire negli spazi contingentati della città. Ma, come sottolinea Brand, la mobesity fa vedere chiaramente la necessità di intervenire con regolamenti e normative transnazionali per incanalare la transizione energetica delle auto sulla giusta strada.

 

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