CULTURA

Tutto sulle donne (della fotografia)

All about women è il titolo di una mostra, ma potrebbe essere anche la descrizione di quel che sta accadendo, oggi, in numerosi musei italiani. Partiamo dalla notizia fresca: ha da poco inaugurato a Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme la prima retrospettiva italiana dedicata a Eve Arnold (fino all’8 dicembre), fotografa della agenzia Magnum come Inge Morath, protagonista sempre in questi giorni della bella esposizione alla Casa dei Carraresi di Treviso.

Arnold e Morath si contendono il primato di prima fotografa della Magnum. Donne di grande talento accolte in una agenzia di soli uomini fondata da Robert Capa nel 1947 e animata, tra gli altri, da Henri Cartier Bresson e Werner Bischof, Inge e Eve furono dunque colleghe di lavoro, spesso presenti nello stesso luogo e nello stesso momento per immortalare attimi memorabili: si pensi, per esempio, alle fotografie realizzate da entrambe sul set del film The Misfits (Gli spostati) con Marilyn Monroe e Clark Gable, per la regia di John Houston e con la sceneggiatura di Arthur Miller, all’epoca sposato con Marilyn (e poi marito della stessa Morath, dopo la separazione dalla Monroe).

Il titolo dell’esposizione di Abano Terme descrive i ritratti femminili di Arnold, ma anche l’attenzione che in molti stanno dedicando all’arte fotografica delle donne. Di questa bella tendenza avevamo già scritto, segnalando le tante esposizioni in corso in tutta Italia: alcune si sono appena concluse, altre sono in corso, come quella alla Casa dei Tre Oci di Venezia dedicata a Letizia Battaglia e l’omaggio di Bologna a Lee Miller. Ora Marco Minuz, già curatore della retrospettiva trevigiana dedicata a Morath, propone un viaggio nella fotografia di Eve Arnold e, così facendo, intreccia storie e percorsi, permettendo al visitatore di rintracciare il filo rosso che lega le due artiste. È certamente una bella occasione di scoperta e approfondimento.

Quello che ho cercato di fare è coinvolgere le persone che stavo fotografando. Se loro erano disposti a darsi, io ero pronta a fotografarli Eve Arnold

Nata Cohen nel 1912, figlia di un rabbino russo emigrato in America, nel 1951 Eve Arnold viene invitata alla Magnum da Henri Cartier Bresson, conquistato dal suo reportage sulla moda degli afroamericani nel quartiere di Harlem, scatti ritenuti “scandalosi” in America e pubblicati invece dalla rivista inglese Picture Post. Arnold è principalmente ricordata per essere stata la fotografa delle dive, di Marilyn Monroe, Marlene Dietrich, Joan Crawford, ma il suo lavoro non si esaurisce in questi ritratti.

“Non mi interessava l’illusione di realtà, volevo avvicinarmi a ciò che stava accadendo”. Nel 1952 realizza A baby’s momentous first five minutes, un toccante reportage in cui attraverso la fotografia riesce a raccontare i primi cinque minuti di vita di bambini nati al Mother hospital di Port Jefferson a Long Island, un lavoro che rappresenta per lei una sorta di terapia per superare il dolore di un aborto. Viaggia, visita molti Paesi e racconta le donne del mondo: nel 1954 visita Haiti accompagnata dalla dottoressa Yvonne Sylvain, la prima donna medico dell'isola, e visita un ospedale psichiatrico per raccontare con le sue foto i più poveri e fragili del mondo e, nel 1956, durante un secondo soggiorno, documenta la pratica dei riti voodoo. 

Nel 1969, in Afghanistan, incontra le donne che portano il velo e le racconta prima con la fotografia, poi in un documentario per la Bbc, insieme alle donne di Egitto (1970) ed Emirati Arabi (1971). Nel 1973 è in Sudafrica con le famiglie del distretto di Zululand: qui entra nell'ospedale locale e, per testimoniare e denunciare le differenze socio-economiche esistenti tra afrikaner, inglesi e africani di etnia Zulu, sceglie come protagoniste dei suoi scatti donne incinte emaciate e neonati in grave stato di malnutrizione. E ancora, alla fine degli anni Settanta, fissa nei suoi scatti luoghi e persone di Cina, Mongolia, Tibet e svela l’India di Indira Gandhi, seguita in viaggio insieme allo scrittore Bruce Chatwin. 

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