SOCIETÀ

I numeri ufficiali: nel 2019 sono stati rimpatriati 6.298 migranti

Numeri, cifre, parole che forse servono più a lavare la coscienza che a fare seri ragionamenti sul tema: quando si parla di immigrazione si tende spesso a semplificare, a fare leva sulla paura più che sulla razionalità. Visto che si parla di numeri però, almeno cerchiamo di dare i dati corretti.

Sbarchi in Italia nel 2019

Nel 2019 in Italia sono giunte 10.873 persone (al 30/11/2019), meno del 2018 e del 2017 in cui i migranti sbarcati erano stati rispettivamente 23.370 e 119.369. Le cifre sono rilasciate direttamente dal cruscotto statistico giornaliero del ministero dell’Interno che mette in luce come la gran parte dei migranti sbarcati quest’anno si sia dichiarato di nazionalità tunisina (2.642 persone), con gli arrivi dal Pakistan (1.180) e dalla Costa d’Avorio (1.120) al secondo e terzo posto.

 

Migranti morti e migranti rispediti in Libia

Oltre a queste quasi 11 mila persone, sono 743 quelle che sulle coste italiane non sono mai riuscite ad arrivare. I dati rilasciati dall’IOM infatti parlano di 743 migranti morti cercando di attraversare la tratta del mar Mediterraneo centrale.

A questi bisogna aggiungere coloro i quali vengono presi dalla guardia costiera libica e rispediti in quelli che dovrebbero essere dei centri di accoglienza pagati anche dal nostro Paese, ma di fatto solo delle carceri, in cui le persone vengono torturate, picchiate, lasciate senz’acqua e, come se non bastasse, esposte a bombardamenti, in quanto la Libia è di fatto un paese in guerra. Secondo l’UNHCR al 30 novembre i riportati in nave in Libia sarebbero 8.613, un numero da tenere bene a mente.

Quanti sono gli stranieri rimpatriati?

Si parla però sempre di migranti sbarcati, migranti presenti nel nostro Paese, ma quanti sono quelli rimpatriati? Questo è un tema cruciale su cui si sono soffermate molto le ultime campagne elettorali. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini infatti, aveva promesso più di 600 mila rimpatri, una promessa però smentita dalla realtà.

Sempre di dati parliamo, ma in questo caso non è così facile recuperarli. Il cruscotto statistico giornaliero del ministero dell’Interno non li fornisce, il dossier del Viminale li fornisce solamente fino al 15 agosto e quindi, per chi volesse avere un’idea precisa di ciò che accade in tema di rimpatri, non resta che richiederli direttamente al ministero dell’Interno.

Dal Dipartimento della pubblica sicurezza il dato viene fornito su richiesta, con delle tempistiche che però non possono garantire un’analisi costante e settimanale del fenomeno (la trafila burocratica è indubbiamente complessa e dal ministero dell’Interno, dopo un iniziale rimpallo tra uffici, la documentazione è giunta a noi entro 30 giorni dalla richiesta, come stabilito dalla normativa FOIA).

Gli stranieri rimpatriati nel 2019, alla data del 24 novembre, sono 6.298

6.298, è questo il numero delle persone rimpatriate nel 2019. Per ora non sappiamo verso dove siano state rimpatriate e sicuramente tra loro sono incluse anche le persone che hanno richiesto un rimpatrio volontario (al 31 luglio 2019 erano 555), ma questo dato può porre fine alla tombola di numeri che spesso si sente in campagna elettorale quando si parla di rimpatri.

Questo inoltre numero non è un dato fine a sé stesso ma può aiutarci a capire qual è la situazione italiana, anche alla luce del primo anno dall’approvazione del decreto sicurezza (qui per rinfrescare la memoria sul DDL 840/2018).

La prima cosa su cui bisogna focalizzare l’attenzione è capire quanti erano, nel 2018, i migranti presenti in accoglienza in Italia. Anche in questo caso ci viene in aiuto il ministero dell’Interno che al 31 dicembre segnava 135.858 persone in accoglienza. Con la cancellazione del “permesso umanitario” ed il ridisegnamento del sistema SPRAR, dopo un anno le persone in accoglienza, tra hot spot, centri di accoglienza e SIPROIMI (ex SPRAR) sono diventate 95.020.

Una fuoriuscita dal sistema di accoglienza di 40.838, cioè un calo del 30%. Che fine hanno fatto queste persone? Rispondere a questa domanda non è per nulla semplice. Molte di loro infatti potrebbero aver terminato il loro periodo in permesso di soggiorno, umanitario o di altro tipo, ed aver intrapreso un’altra strada, come ad esempio quella lavorativa. Altri invece potrebbero essersi trovati nella condizione di non poter più rinnovare il permesso di soggiorno e, di fatto, ritrovarsi a tutti gli effetti clandestini.

Una risposta ha provato a darla il rapporto della Fondazione Migrantes, presentato a Modena il 29 novembre scorso: “sono 71.000 i migranti trovati irregolari in Italia fra giugno 2018 e giugno 2019, di questi 18.000 sono attribuibili al Decreto sicurezza”.

Sicuramente l'analisi è più complessa e non basta unire i dati rilasciati dalla Fondazione e quelli delle persone rimpatriate per capire quanto il decreto sicurezza abbia creato anche dell'illegalità, ma i numeri possono essere una base di partenza fondamentale per poter capire i fenomeni, sia immigratori che propagandistici. Ad una condizione però: che questi siano corretti.

Inoltre dati come quelli sui rimpatri sarebbe bello venissero forniti, anche in modalità aggregata e non raw, assieme al resto del cruscotto statistico dal Dipartimento della pubblica sicurezza, in modo tale da fornire un’informazione corretta e chiara su un tema di cruciale importanza, senza lasciar alibi ad interpretazioni perché dietro al singolo dato ci sono sempre storie di persone, di famiglie, di uomini e donne che, come tutti noi, hanno una storia, una vita e dovrebbero avere dei diritti.

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