SCIENZA E RICERCA

La conquista della Luna da parte della Cina. Tra cultura, programmi e obiettivi.

Nei giorni in cui in tutto il mondo si festeggiavano i cinquant'anni dal primo sbarco sulla Luna, avvenuto il 20 luglio 1969 con la missione Apollo 11 della NASA, la rivista Science pubblicava l'articolo China's present and future lunar exploration program illustrando il programma di esplorazione lunare cinese. Un segnale di (ri)conquista della Luna da parte della Cina.

Non è la prima volta che quest'anno ne sentiamo parlare, perché proprio a inizio anno, il 3 gennaio 2019, il rover Yutu-2 della missione Chang'E-4 (CE-4) è atterrato sulla "faccia nascosta" del nostro satellite naturale: un grande successo per la China National Space Admnistration (CNSA), l'agenzia spaziale cinese. La notizia aveva fatto il giro del mondo anche perché a bordo della missione c'era una piantina di cotone germogliata sulla Luna ma che, a causa delle rigide temperature, è sopravvissuta appena qualche giorno. 

Per conoscere meglio il programma di esplorazione lunare cinese dobbiamo andare indietro di qualche anno, fino al 2007, e addentrarci un po' nella cultura cinese.

Luna e leggende

Era il 2004 quando il CLEP (China Lunar Exploration Program) ha preso il via con il programma Chang'E Project. Si trattava di un programma di esplorazione lunare robotico, quindi senza prevedere spedizioni umane sulla Luna, in tre fasi, quella di orbita intorno al satellite, l'atterraggio e il ritorno. Già il nome di per sé porta nello spazio un tocco di cultura cinese. Il nome Chang'E deriva da quello dell'omonima divinità. Tra le varie leggende, la più nota narra che in un passato molto lontano, dieci soli erano sorti in cielo e avevano bruciato la terra, mettendo i difficoltà l'umanità intera. L'arciere Hou Yi ruscì ad abbatere nove dei dieci soli, lasciandone solo uno e per questo ricevette l'elisir dell'immortalità come ricompensa da parte dell'imperatore. Yi non consumò subito l'elisir, ma lasciò che la moglie Chang'e lo tenesse con sé, poiché non voleva ottenere l'immortalità senza la sua amata moglie. Ma mentre Yi era impegnato nella caccia, il suo apprendista Fengmeng fece irruzione in casa sua e cercò di costringere Chang'e a dargli l'elisir; lei rifiutò e per impedirgli di prenderlo, lo bevve. Chang'e quindi volò verso il cielo, scegliendo la Luna come residenza, poiché amava suo marito e sperava di vivere vicino a lui. 

Secondo un'altra leggenda, invece, Chang'e, divinità della Luna, si sarebbe trasformata in mendicante scendendo sulla Terra. Per aiutarla a sopravvivere arrivarono una scimmia, un coniglio e una volpe. Mentre la volpe rubò per lei del cibo e la scimmia raccolse della frutta, il coniglio non riuscì a portarle niente e decise di donare la sua stessa carne alla divinità, gettandosi nel fuoco. Chang'e, però, salvò il coniglio dalle fiamme e se lo portò sulla Luna. 

Queste leggende sono state rese protagoniste del programma di esplorazione lunare cinese, per il suo stesso nome Chang'e, ma anche per il nome con cui è noto il rover lunare, il "coniglio di giada", traduzione di "Yutu", il nome dato al rover cinese. Tra le pagine del China Daily c'è anche una sezione dedicata al cartone animato, realizzato nel 2007, proprio su Chang'e, il coniglio e la Luna. 

Il programma: tappe e obiettivi

Entro il 2020 è previsto che si portino a compimento le tre fasi principali di orbita, atterraggio e ritorno sulla Terra con i campioni necessari alle ricerche messe in campo dalla Cina. Seguiranno poi, tra il 2020 e il 2030, altre spedizioni, dalla CE-6 alla CE-8, con l'obiettivo di costruire sulla Luna ed esplorarla, sempre con missioni robotiche. Dal 2030 invece saranno previste anche missioni di esplorazione lunare sia robotiche che umane.

Gli obiettivi scientifici di CLEP in generale sono volti a ottenere una comprensione globale e della Luna grazie a veicoli spaziali orbitali; ad esplorare la superficie lunare attraverso il monitoraggio fatto dalla Terra, la mappatura del cielo e l'atterraggio sul suolo lunare con lander e rover. Si aggiunge poi un obiettivo volto a sviluppare una comprensione più approfondita della Luna e della sua storia attraverso il campionamento di rocce e terreni lunari che verrebbero studiati una volta riportati sulla Terra.
Nello specifico Ziyuan Ouyang, il primo responsabile scientifico del programma CLEP, nel 2015 stese quattrodici punti che il programma spaziale cinese avrebbe portato a termine con le sue missioni: (1) la composizione e l'evoluzione dell'atmosfera lunare; (2) la natura della ionosfera della Luna; (3) la natura e l'origine della topografia e della geomorfologia lunari; (4) la natura dell'ambiente spaziale e dell'ambiente lunare di superficie; (5) l'origine, i materiali e il processo di formazione del suolo lunare; (6) i principali tipi di rocce lunari e la loro distribuzione e origine; (7) il mistero dell’ “acqua ghiacciata” sulla Luna; (8) la natura e la storia della deformazione della superficie lunare; (9) la struttura interna della Luna e il suo processo di formazione; (10) l'eterogeneità della distribuzione dei materiali all'interno della Luna; (11) l'origine e l'evoluzione del campo magnetico lunare; (12) l'evoluzione termica della Luna; (13) la natura e la tempistica dei principali eventi nell'evoluzione della Luna; e (14) l'origine della Luna e del sistema Terra-Luna. 

 

 

C’è l’intenzione di aggiungere altri undici punti chiave a cui cercare di dare ina risposta, integrando quelli proposti da Ouyang con quelli proposti dall’Advisory Council Lunar Exploration Analysis Group (LEAG) della NASA nel 2018. Questa rappresenta un segno di apertura del programma di esplorazione lunare cinese, che gli autori dell’articolo pubblicato su Science sottolineano dedicando una parte alle collaborazioni che vorrebbero instaurare con altre Nazioni come già ha iniziato a fare dalla missione CE-4. Per il momento, per quanto riguarda l’esplorazione lunare cinese, una tra le domande più frequenti è: quando anche la Cina manderà il suo primo uomo sulla Luna? Il nuovo periodo del programma cinese è alle porte, quindi nei prossimi anni potremmo assistere anche a questo grande passo.

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012