SCIENZA E RICERCA
La corsa contro il tempo per salvare il rinoceronte bianco del nord. Gli sviluppi della ricerca
Foto: Reuters/Thomas Mukoya
Continua l'ambizioso progetto di ricerca che ha lo scopo di salvare dall'estinzione il rinoceronte bianco del nord. È stata recentemente portata a termine con successo un'altra fecondazione in vitro che ha originato lo sviluppo di un nuovo embrione sano.
Il dipartimento di biomedicina comparata e alimentazione dell'università di Padova è partner di questa collaborazione a livello internazionale coordinata dal Leibniz Institute di Berlino. I partner italiano sono l'ateneo stesso di Padova per la valutazione etica e il laboratorio AVANTEA per la creazione degli embrioni. Fanno parte di questo consorzio anche il centro di medicina molecolare Max Delbrück, lo zoo di Dvur Kralove in Repubblica Ceca e la facoltà di medicina dell'università di Kyushu in Giappone. Collaborano anche il Kenya Wildlife Service e il Ol Pejeta Conservancy, il più grande santuario di rinoceronti neri dell'Africa orientale.
Il lavoro dei ricercatori coinvolti nel progetto era giunto a un importante risultato nell'agosto del 2019: erano stati infatti ottenuti due embrioni sani grazie alla fecondazione in vitro di alcuni ovociti raccolti da Najin e Fatu, gli ultimi due esemplari rimasti al mondo di rinoceronte bianco del nord – ovvero due femmine che vivono nella riserva naturale Ol Pejeta Conservancy in Kenya – usando lo sperma congelato di un maschio della stessa specie.
Ai due embrioni sviluppati con successo va ora ad aggiungersene un altro, ottenuto attraverso il medesimo delicato processo. Tutti gli embrioni sono crioconservati in attesa di essere impiantati in un esemplare di rinoceronte bianco del sud in grado di portare avanti una gravidanza (a differenza, purtroppo, di Najin e Fatu).
Per l'università di Padova è la professoressa Barbara de Mori a seguire il progetto, direttrice del laboratorio di etica per la medicina veterinaria, la conservazione e il benessere degli animali e docente di bioetica animale.
La professoressa Barbara de Mori ci racconta gli ultimi risultati della ricerca per salvare il rinoceronte bianco del Nord utilizzando la fecondazione in vitro. Riprese e montaggio di Barbara Paknazar.
“Si tratta di un progetto di emergenza che viene portato avanti su più fronti, ed è molto importante riuscire a raggiungere dei risultati entro breve tempo”, spiega la professoressa De Mori. “È nelle nostre mani, come scienziati, la possibilità di salvare questa specie in via di estinzione e di dare un futuro anche a Najin e Fatu.
È fondamentale, sul versante che viene impegnate queste due femmine di rinoceronte bianco, programmare il prelievo di ovociti considerandone il benessere, rispettando le buone pratiche e portando avanti in maniera puntuale una valutazione etica costante al fine di poter dare vita il più possibile ad embrioni che possano poi dare vita a futuri esemplari di questa specie”.
Ed è in quest'ottica che è stato eseguito il nuovo prelievo di ovociti, che è andato a buon fine. Come assicura la professoressa: “è stato ottimamente eseguito, il benessere delle due femmine è stato attentamente rispettato e monitorato e le procedure sono state portate a termine nel rispetto di tutti i protocolli e le buone pratiche”.
Tutti gli enti che sono coinvolti nel progetto hanno partecipato alla valutazione etica e alla procedura, che si è svolta il 17 dicembre 2019 con il sostegno del governo keniota e alla presenza di Hon Najib Balala, Segretario di gabinetto del Kenya e Ministro del turismo.
“Il risultato del prelievo di ovociti è stata la creazione di un nuovo embrione, che aggiunge un tassello a questa corsa contro il tempo e che offre un'opportunità ulteriore anche a Najin e Fatu di poter allevare uno dei loro piccoli in futuro”, aggiunge la professoressa De Mori. “Per noi scienziati questo è un traguardo importante, perché conferma la nostra speranza di fare qualcosa di buono per questa specie e anche per le generazioni future. Infatti, chi verrà dopo di noi potrà portare avanti questo lavoro”.
“Il prossimo passo è mettere in pratica una procedura ottimale per garantire una gravidanza che, con l'aiuto delle femmine di rinoceronte bianco del sud, permetta di avere dei nuovi nati. Stiamo lavorando perciò con la collaborazione delle strutture zoologiche in Europa, perché è necessario che tutto sia messo a punto prima di procedere all'impiego degli embrioni che in questo momento sono criocongelati. Non possiamo permetterci di sprecare queste risorse importanti. Il lavoro del team è capillare per garantire che venga rispettato il valore di questo materiale genetico con un'attenzione etica a tutte le procedure e alla qualità di ciò che stiamo facendo”, conclude la professoressa De Mori.