CULTURA

Venezia, i "Fuori" Biennale

Con l’inaugurazione della Biennale d’Arte a Venezia la città si arricchisce di numerosi eventi collaterali legati, più o meno, all’importante manifestazione d’arte contemporanea.

Anche quest’anno i turisti e i visitatori hanno la possibilità di perdersi per le calli veneziane e trovare ad ogni angolo qualcosa di stimolante e prezioso. Le installazioni e le mostre occupano infatti palazzi, chiese e dimore che non sempre è possibile visitare perché di solito chiusi al pubblico, ma che grazie alla Biennale, così importante per il mondo dell’arte e per la città stessa, diventano fruibili e visitabili.

Durante i mesi della manifestazione, Venezia diventa quindi il centro dell’arte contemporanea, in cui è quasi impossibile vedere tutto. Ma ci si può soffermare su alcuni eventi ed esposizioni. Ne abbiamo visitati e selezionati tre, forse meno noti al grande pubblico.

Palazzina Masieri - Galerie Negropontes

La Palazzina Masieri ospita dallo scorso marzo 2024 la Galerie Negropontes, galleria d’arte parigina fondata e diretta da Sophie Negropontes, che con il suo lavoro presenta i principali movimenti artistici del XX secolo.

Il palazzo si raggiunge inoltrandosi in una calle nei pressi di Campo San Tomà e dopo aver suonato il campanello, ci si trova davanti alla porta d’entrata, realizzata da Carlo Scarpa come tutti gli spazi interni.

L’edificio del XVII secolo è stato soggetto a diversi restauri. Una prima proposta di riqualificazione è stata da parte del famoso architetto Frank Lloyd Wright, a metà del XX secolo. Wright immaginò il luogo come un memoriale per Angelo Masieri, un giovane architetto tragicamente scomparso in un incidente. Wright voleva creare una residenza per gli studenti meritevoli dell’Università IUAV di Venezia. Il Comune di Venezia però ritenne il progetto inadeguato per il tessuto storico della città e fu abbandonato, nel 1955.

Successivamente, nel 1962 fu presentato il progetto dell’architetto Valeriano Pastor, ma è solo con Carlo Scarpa che vennero riformulati gli spazi interni, preservando l’aspetto esterno dell’edificio. La proposta finale di Scarpa fu approvata nel 1972 e l’edificio fu completato nel 1983.

In seguito la Palazzina è stata sede di un centro di produzione culturale di livello internazionale, ospitando le esposizioni della Galleria d’Architettura e della rivista di settore “Giornale”, poi ribattezzata “Phalaris”.

Oggi, sotto il patrocinio della Galerie Negropontes, la Palazzina rivive il suo spirito originario di centro culturale dedicato alla diffusione dell’arte e della conoscenza, grazie anche alla nuova ristrutturazione affidata allo studio Barman Architechts, fondato da Roberta Bartalone e Giulio Mangano. Il progetto richiama il legame storico dell’edificio con l’Università IUAV di Venezia.

Fino al 24 novembre 2024 la Galerie Negropontes presenta la mostra “Armonia Metis”, che si sviluppa su due piani della Palazzina. Al piano terra tutti gli artisti della galleria - Ulrika Liljedahl, Erwan Boulloud, Perrin & Perrin, Mauro Mori, Benjamin Poulanges ed Étienne Moyat - propongono svariati stili, materiali e tematiche. Con la propria arte vogliono dimostrare l’incontro tra diverse culture, nella creazione di opere contemporanee e universali.

L’inaugurazione della nuova sede della galleria è il frutto di una collaborazione tra Galerie Negropontes, la Fondazione Masieri e l’Univeresità IUAV di Venezia.

Negropontes Galerie

Sestiere Dorsoduro 3900

30123, Venezia

negropontes-galerie.com

Ingresso libero.

Ernest Pignon - Ernest. Je est un autre, Espace Louis Vuitton

Vicino a Piazza San Marco si trova lo spazio che la Fondation Louis Vuitton ha dedicato all’arte contemporanea, con il progetto “Beyond the Walls” che si svolge negli Espaces Louis Vitton Tokyo, Monaco, Venezia, Pechino, Seoul e Osaka.

In occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, la Fondation ha invitato l’artista francese Ernest Pignon - Enrnest a presentare Je est un autre, una mostra appositamente ideata per lo spazio veneziano come evento collaterale alla Biennale.

L’artista francese è nato a Nizza nel 1942, vive e lavora a Parigi. Il suo studio si trova a La Ruche, residenza nata agli inizi del XX secolo vicino a Montparnasse, per artisti provenienti da tutto il mondo. Pignon - Enrnest viene considerato oggi uno dei primi street artist e sin dall’inizio della sua carriera, negli anni Sessanta, il concetto di “straniero” è stato un elemento di grande importanza nelle sue opere. I migranti, i viaggiatori e i poeti sono i soggetti prediletti da Pignon - Ernest che in questa mostra presenta Pier Paolo Pasolini, Arthur Rimbaud, Antonin Artaud, Jean Genet, insieme a due volti nuovi di grandi poetesse: la russa Anna Akhmatova e l’iraniana Farough Farrokhzad.

Alcune sue opere, come la rappresentazione dei fucilati La Commune e il suo Rimbaud vagabondo, sono state riprodotte in centinaia di migliaia di copie e sono diventate icone contemporanee.

In ogni continente, nonché nella spiaggia di Ostia dove Pasolini fu assassinato, Pignon Ernest esplora i destini di individui che rompono le convenzioni o che sono miti da far rivivere. L’artista crea le sue immagini a grandezza naturale, in siti selezionati e proietta in ambienti quotidiani una presenza umana viva, attraverso una combinazione di immagine e luogo. Il suo lavoro è sempre concepito in base al potenziale della sua iterazione con un luogo, di cui cerca di esplorare le risonanze storiche, mitiche o politiche.

La mostra è curata da Suzanne Pagé e Hans Ulrich Obrist, in dialogo con Dominique Gonzalez Foerster e si può visitare fino al 24 novembre 2024, all’ Espace Louis Vuitton Venezia.

Espace Louis Vitton Venezia

Calle del Ridotto 1351

info_espace.it@louisvuitton.com

Dal lunedì alla domenica, dalle 10.30 alle 19.00. Aperto nei giorni festivi. Ingresso libero.

Life with the Dead, Boris Lurie

Non lontano dalla stazione di Venezia Santa Lucia, la Boris Lurie Art Foundation, in collaborazione con il Museo Center for Persecuted Arts, ha inaugurato lo scorso 20 Aprile, la mostra “Life with the Dead” di Boris Lurie, nel centenario dalla sua nascita.

Negli spazi della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, nello spazio espositivo Badoer, la mostra presenta più di cinquanta opere dal 1950 al 1970 che raccontano l’impegno dell’artista per la giustizia sociale e la memoria dell’Olocausto.

 Boris Lurie è nato a Leningrado nel 1924 e cresciuto a Riga, in una famiglia di origine ebraiche. L’artista perse sua madre, sua nonna, sua sorella e l’amore d’infanzia l’8 Dicembre del 1941 nella foresta di Rumbula (Riga) in una rappresaglia compiuta dai nazisti. Questo drammatico episodio segnerà profondamente la vita di Lurie, che riuscirà a sopravvivere ai campi di concentramento tedeschi ed emigrerà a New York, nel 1946.

Lurie è stato uno dei fondatori di NO!art, un movimento artistico provocatorio negli anni Sessanta. I suoi collages e le sue sculture sono l’espressione del suo rifiuto per il mercato dell’arte e per la Pop Art e raccontano la sua opposizione alla società dei consumi e all’americanizzazione del mondo. I suoi lavori sono caratterizzati da sovversione, ironia e forti testimonianze politiche, in contrasto con la società dei consumi americana. Lurie, come straniero in America, riesce a scorgere e a rappresentare poi gli abissi della vita umana. Le opere in mostra mettono in scena infatti tematiche quali il razzismo, la guerra, l’oppressione e l’ingiustizia. Le sue opere sono una forte voce di denuncia sociale e di spinta all’azione e al cambiamento. La mostra è curata da Gertrude Stein e da Jurgen Joseph Kaumkotter, che hanno voluto mettere in scena svariate opere di Lurie, di critica alla Pop Art e all’ atrocità dell’Olocausto, realizzate con diverse   tecniche come il lettering e il collage. La cornice della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista rende l’esposizione ancor più coinvolgente. Il complesso risalente al XIV secolo fu originariamente abitato da una confraternita religiosa, dedicata alla cura dei poveri e malati. La mostra di Boris Lurie è allestita nello Spazio Badoer, accanto alla Chiesa di San Giovanni Evangelista, un luogo storico soggetto a secoli di modifiche architettoniche. Alla struttura originale realizzata con colonne di pietra, colonne di mattone e un soffitto ligneo, è stata aggiunta una struttura metallica di colonne e travi. La mostra “Life with the dead” è visitabile fino al 24 novembre 2024.

Scuola Grande di San Giovanni Evangelista

Spazio espositivo Badoer

San Polo, 30125, Venezia

Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00

Ingresso libero

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