SCIENZA E RICERCA

Emissioni di CO2: ecco quali sono i Paesi che hanno inquinato di più fino ad oggi

Il 7 novembre scorso Carbon Brief ha pubblicato un dettagliato report su quanto dovrebbe ammontare il risarcimento dei Paesi ricchi nei confronti di quelli a basso reddito per avere una giustizia per quanto riguarda la responsabilità storica delle emissioni di ciascun Paese industrializzato. Del report in questione e di finanza climatica ne ha parlato approfonditamente Francesco Suman su questo giornale, ma ciò che è interessante fare ora è andare ad analizzare, attraverso i dati a disposizione, quali sono i Paesi che storicamente hanno emesso più gas climalteranti. Per fare questa analisi prendiamo in considerazione solamente la CO2 che di fatto potremmo considerare il motore principale del cambiamento climatico globale. 

Prima di vedere quali sono i Paesi che storicamente hanno avuto un maggior impatto per quanto riguarda le emissioni di CO2, vediamo quanto queste sono globalmente cresciute negli ultimi anni. Sappiamo che prima della rivoluzione industriale le emissioni erano molto basse e la loro crescita è rimasta relativamente costante e lenta fino alla metà del XX secolo. Nel 1950 il mondo ha emesso 6 miliardi di tonnellate di CO2, mentre nel 2021 i miliardi sono stati 37,12. Negli ultimi 70 anni le emissioni di CO2 a livello globale sono aumentate del 500%.

Sappiamo di non avere un piano B, sappiamo che queste emissioni devono tendere a zero nel più breve tempo possibile, e le COP dovrebbero servire proprio a darle queste tempistiche, ma, a ben vedere i dati, sappiamo anche che tali emissioni non stanno affatto diminuendo. Se togliamo il dato del 2020, anno in cui gran parte del mondo si è fermato per la pandemia, vediamo che nel 2021 le emissioni di CO2 sono state superiori a quelle del 2019. 

Questo è un dato globale, che serve a far capire la tendenza mondiale. All’interno dei singoli Paesi però, le situazioni sono ben diverse. Storicamente, fino alla fine del ‘900, erano due le maggiori emettritrici di anidride carbonica: Europa e Stati Uniti. Dal 200 in poi si è affacciata in questa triste statistica la Cina che, ad oggi, ha raggiunto il primato.

Il grafico qui sotto mostra proprio la ripartizione delle emissioni globali di CO2 per regione. Vediamo infatti che nella seconda metà del 20° secolo c’è stato un aumento significativo delle emissioni nel resto del mondo ed ora Stati Uniti ed Europa rappresentano poco meno di un terzo del totale.

 

Abbiamo visto come sono cambiate le emissioni di CO2 durate gli ultimi 250 anni di storia. Per capire chi “inquina” di più però è utile anche vedere la medesima statistica con un indicatore un po’ diverso. Per vedere ancora meglio le disparità tra Paesi ricchi e Paesi a basso reddito basta prendere in considerazione le emissioni di CO2 pro-capite, cioè capire in quale parte del mondo la persona media emette la maggior quantità di anidride carbonica.

Per fare ciò bisogna calcolare il contributo del cittadino medio di ogni paese dividendo le sue emissioni totali per la sua popolazione. Il dato in questione non può essere esaustivo in quanto prende in considerazione solamente le emissioni prodotte all'interno dei confini di un paese, non tiene cioè conto del modo in cui le merci vengono scambiate, ma aiuta ad avere un’idea chiara della situazione. Come vediamo dal grafico sottostante, ci sono e ci sono state disuguaglianze molto grandi nelle emissioni pro capite in tutto il mondo.

Come analizzato da Our World in Data, i maggiori emettitori di CO2 pro capite al mondo sono i principali paesi produttori di petrolio e la maggior parte si trova in Medio Oriente: nel 2017 il Qatar ha registrato le emissioni più elevate con 49 tonnellate (t) pro capite, seguito da Trinidad e Tobago (30 t); Kuwait (25t); Emirati Arabi Uniti (25t); Brunei (24t); Bahrain (23t) e Arabia Saudita (19t).

Tutti questi paesi però, hanno una popolazione relativamente piccola, il che significa che le loro emissioni annuali totali risultano comunque nel complesso basse. I Paesi più popolosi con alcune delle più alte emissioni pro capite invece sono gli Stati Uniti, l'Australia e il Canada. L'Australia ha un'impronta media pro capite di 17 tonnellate, seguita dagli Stati Uniti con 16,2 tonnellate e dal Canada con 15,6 tonnellate.

Ci sono invece molti altri Paesi nel mondo che hanno emissioni di CO2 pro capite molto basse, come ad esempio Ciad, Niger e Repubblica Centrafricana, in cui l'impronta media è di circa 0,1 tonnellate all'anno, cioè 160 volte inferiore rispetto a Stati Uniti. In soli 2,3 giorni l'americano o l'australiano medio emette tanto quanto il maliano o il nigerino medio in un anno.

Ma quindi chi emette più CO2? La risposta, in questo caso, è chiara e diretta: la Cina. Nel 2021 la Cina ha emesso 11,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, più del doppio degli Stati Uniti. Guardando la mappa è chiaro come siano due i Paesi che emettono anidride carbonica in un modo totalmente fuori scala per il resto del mondo. Basti pensare che al terzo posto troviamo l’India con 2,7 miliardi, all’incirca lo stesso dato dell’intera Unione Europea. 

Parlando per zone quindi, vediamo come l'Asia sia di gran lunga la più grande emettritrice mondiale. A questo però bisogna aggiungere il fatto che detiene anche il 60% della popolazione mondiale. 

Grazie a tutti questi dati ora, siamo a conoscenza di chi emette di più, di com’è l’andamento delle emissioni e anche di quali Paesi hanno ridotto maggiormente le loro emissioni negli ultimi anni. L’ultima informazione che può esserci utile per capire la ripartizione delle “colpe” è quella delle emissioni cumulative. Dal 1751 il mondo ha emesso oltre 1,5 trilioni di tonnellate di CO2 e l’unico modo che conosciamo per provare ad avere un futuro desiderabile è smettere di farlo. Alla COP27 si è parlato molto di loss and damage, cioè di danni e perdite. Non tutti i Paesi stanno avendo e avranno gli stessi danni dal mutamento del clima, e soprattutto, come abbiamo visto fino ad ora, non tutti hanno contribuito allo stesso modo al danno climatico.

Our World in Data ci mostra come gli Stati Uniti abbiano emesso finora più CO2 di qualsiasi altro Paese, con circa 400 miliardi di tonnellate dal 1751. Significa che gli USA sono responsabili del 25% delle intere emissioni storiche, cioè il doppio della Cina che il secondo contributore nazionale al mondo.

Abbiamo precedentemente visto come anche l’Unione Europea negli anni sia stata tra i maggiori contributori delle emissioni. Storicamente vediamo come la UE-28, quindi anche con il Regno Unito, sia un grande contributore storico al 22%.

L’intero continente africano poi ha una contribuzione storica alle emissioni di CO2 che è minore rispetto a India, Giappone, Regno Unito, Russia o Germania.

Capire chi storicamente ha emesso di più non è solamente un gioco intellettuale e non serve per addossare colpe generiche. Capire chi dalla rivoluzione industriale in poi ha contribuito ad alterare maggiormente il nostro clima è il primo passo per realizzare una finanza climatica. Le responsabilità sono chiare ed in molti rischiano di pagare a caro prezzo le azioni di pochi. L’unica buona notizia, è che essendo pochi i Paesi molto impattanti per quanto riguarda le emissioni di CO2, forse si può sperare che oltre a raggiungere accordi tra vari Paesi, questi inizino a mettere in campo decisioni serie e, visto l’andamento analizzato fino ad ora, rivoluzionarie. Se si vuol contenere il riscaldamento globale ad oggi non esistono alternative allo stop delle emissioni di gas climalteranti, non c’è un piano b, e se non si fa alla svelta bisogna ricordare che non c’è nemmeno un pianeta b.

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