CULTURA

Galileo e Padova: 18 anni incredibili. Moti locali e copernicanesimo

Quattordici anni dopo il Sidereus, nella Lettera a Francesco Ingoli del 1624 riprodotta nel Dialogo del 1632, Galileo fornirà sotto forma della famosa metafora della nave “argomenti fisici” a favore dell’indimostrabilità di un altro dei paradossi anti-copernicani: se la Terra si muove come fa una pietra a cadere dall’alto perpendicolarmente alla superficie della Terra? 

È qui che entra in gioco il principio di relatività mutuato dalle esperienze che lo hanno condotto, già negli scritti del De motu, ad abbandonare la distinzione tra moto e quiete. Galileo illustra questo principio utilizzando la metafora della nave. Una persona sotto coperta su una nave ferma in porto compie una serie di esperimenti per ricavare le leggi del moto dei corpi: guarda il fumo di una candela salire verso l’alto, lancia oggetti sia verso poppa che verso prua osservandone il moto parabolico, vede gocce d’acqua che cadono da un contenitore e entrano nel sottile collo di un fiasco, ecc. Se successivamente la nave si muove con velocità costante, si scopre che tutti i fenomeni osservati continuano a compiersi nello stesso modo, in altri termini le leggi del moto rimangono invariate.

In realtà quello che oggi va sotto il nome di principio di relatività galileiana è strettamente legato al concetto ideale di moto rettilineo uniforme all’infinito, un’idea problematica per Galileo. Solo la piena accettazione del principio di inerzia, che afferma che un corpo non soggetto a forze persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo e uniforme (primo principio della dinamica di Newton), può condurre al principio di relatività. E il principio d’inerzia in questa sua accezione non si ritrova nell’opera di Galileo. Per lui, sulla falsa riga di Aristotele, l’unico moto che poteva continuarsi uniformemente era il moto circolare.

Ottavo episodio del format Galileo e Padova: 18 anni incredibili, un'idea di Pietro Greco, di e con Giulio Peruzzi, riprese e montaggio di Elisa Speronello

Questa inerzialità dei moti circolari è ovviamente assimilabile localmente, come osserva anche Galileo, a un’inerzialità dei moti rettilinei ogni qual volta il raggio della traiettoria circolare è molto grande: è appunto il caso della nave, che sembra percorrere una traiettoria rettilinea quando in realtà si muove su una circonferenza di raggio uguale al raggio della Terra

Era questo il risultato che Galileo cercava. Infatti la relatività introdotta da Galileo con la metafora della nave, con tutte le sue concessioni alla tradizione aristotelica, era funzionale al suo tentativo di cercare una fisica per il copernicanesimo. La nave nel suo percorso intorno alla Terra è come la Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole: tutto quello che trascina con sé segue le stesse leggi che seguirebbe se la Terra fosse ferma.

 


GALILEO E PADOVA: 18 ANNI INCREDIBILI

  1. Gli anni della formazione
  2. Il contesto
  3. Galileo artigiano/ingegnere
  4. La Stella Nuova
  5. Dialogo di Cecco Ronchitti
  6. La legge di caduta dei gravi
  7. Cannocchiale e Sidereus Nuncius
  8. Moti locali e copernicanesimo

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