CULTURA

Galileo e Padova: 18 anni incredibili. Anni 1592-1604, Galileo artigiano/ingegnere

Gli anni trascorsi a Padova non furono comunque per Galileo anni facili. La morte del padre nel 1591 aveva significato per lui pesanti responsabilità per mantenere la madre, tre sorelle e due fratelli. E questioni di emolumenti non corrisposti alla famiglia furono all’origine della prima denuncia di Galileo all’Inquisizione di Padova nel 1604, riconducibile a sua madre ma che poi non ebbe corso.

Padova d’altra parte era la sede dello Studio della Serenissima, prestigioso centro culturale nel quale convergevano studenti e studiosi da tutta Europa. Le informazioni dall’Europa circolavano agevolmente e la cultura accademica tradizionale, legata alla filosofia aristotelica, si confrontava con le novità che provenivano dalla rivalutazione delle arti meccaniche. Tra insegnamento universitario e discussioni in accademie o case private, vi era un continuo scambio di idee, e non era raro che ci si incontrasse nelle botteghe o agli angoli delle strade per approfondire problemi sorti nelle aule dello Studio.

Un luogo particolarmente vivace era la casa di Giovanni Vincenzo Pinelli presso la “Crosara del Santo” (via del Santo 127/131, palazzo quattrocentesco): dotata di una ricchissima biblioteca era divenuta un vero e proprio centro di cultura, frequentata da intellettuali e artisti, tra i quali in particolare Paolo Sarpi al quale Galileo sarà legato da profonda amicizia.

Terzo episodio del format Galileo e Padova: 18 anni incredibili, un'idea di Pietro Greco, di e con Giulio Peruzzi, riprese e montaggio di Elisa Speronello

Proprio Vincenzo Pinelli aveva ospitato Galileo al suo arrivo a Padova, nel dicembre del 1592, fino a che questi non prese una casa in affitto nelle immediate vicinanze della Basilica di Santa Giustina, per poi spostarsi in un’abitazione più grande nella stessa zona, e infine trasferirsi dal 1603 in un’abitazione in “borgo de Vignali”. Nella casa di Via Vignali Galileo, oltre a ospitare studenti e tenere lezioni private, aveva costruito un’officina per realizzare, insieme all’artigiano Marcantonio Mazzoleni, i nuovi strumenti. Nella stessa casa abitò Marina Gamba, con la quale Galileo si era legato affettivamente pur non sposandosi, e dalla quale ebbe tre figli: Virginia, Livia e Vincenzo (battezzato nella chiesa di Santa Sofia).

Nella sua officina, Galileo inventò tra il 1597 e il 1598 il compasso geometrico-militare, uno dei più raffinati strumenti di calcolo dell’epoca. Lo strumento è da mettere in relazione anche all’attività di Galileo in seno all’Accademia Delia, fondata a Padova per l’istruzione matematica dei giovani nobili destinati alla carriera militare. Nei primi anni a Padova, Galileo tratta a lezione di architettura militare, compendio delle lezioni Breve istruzione all’architettura militare, e trattato di approfondimento Trattato di fortificazione.

Le sette linee proporzionali tracciate sulle gambe del compasso e le quattro scale segnate sul quadrante, consentivano di effettuare con estrema facilità ogni sorta di operazione aritmetica e geometrica: dal calcolo degli interessi all’estrazione delle radici quadrate e cubiche, dal disegno dei poligoni al calcolo di aree e volumi, dalla misura dei calibri al rilevamento del territorio. Insomma un “computer” meccanico per risolvere problemi di matematica pratica dell’epoca, come oggi fanno i dispositivi elettronici.

E al 1597 risale anche una delle prime testimonianze della sua adesione al copernicanesimo, che compare in una sua lettera a Keplero del 4 agosto (per ringraziarlo della copia del Mysterium Cosmographicum 1596). 

Veniamo quindi ai due argomenti centrali delle ricerche galileiane a Padova: la scienza del moto e la meccanica celeste. Galileo aveva ben chiaro che il sistema copernicano, a differenza di quello aristotelico-tolemaico, mancava di una sua fisica. Non è un caso che negli anni precedenti all’uso del cannocchiale, le sue indagini fossero rivolte sia all’astronomia, alla ricerca di prove a favore del sistema copernicano, sia allo studio dei moti locali anche per cercare di superare una serie di paradossi che sembrano inficiare il sistema copernicano. In questo senso, una data emblematica è il 1604, anno nel quale Galileo da un lato comunica a Sarpi la sua scoperta della legge di caduta dei gravi e, dall’altro, compie alcune osservazioni sulla Stella Nuova, comparsa nei cieli in ottobre.


GALILEO E PADOVA: 18 ANNI INCREDIBILI

  1. Gli anni della formazione
  2. Il contesto
  3. Galileo artigiano/ingegnere
  4. La Stella Nuova
  5. Dialogo di Cecco Ronchitti
  6. La legge di caduta dei gravi
  7. Cannocchiale e Sidereus Nuncius
  8. Moti locali e copernicanesimo

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