CULTURA

L’arte di Milo Manara celebra la scuola anatomica padovana

Mors ubi gaudet succurrere vitae: qui la morte gioisce nell’aiutare la vita. Sullo sfondo uno scheletro osserva una bellissima donna mentre si bagna in una sorgente, poi i due si avvincono in un sensuale e tenebroso abbraccio. Del resto stiamo parlando Milo Manara, maestro di erotismo oltre che del fumetto. Poi, salendo, si è guidati dalle immagini attraverso i secoli: vediamo così Leonardo e Michelangelo, esperti assoluti nel rappresentare i corpi, osservare incuriositi la dissezione di un cadavere, mentre sulla parete opposta medici e sanitari accompagnano un gruppo di pazienti in un movimento ascendente verso il cielo, sull’esempio del Giudizio universale della Sistina. Con l’aggiunta però di un particolare decisivo: la ianua coeli, l’ingresso verso una vita migliore, in questo caso è rappresentato dall’ellissi del Teatro anatomico padovano.

Proseguendo il cammino, ci troviamo proiettati niente poco di meno che in una delle lezioni di Andrea Vesalio Padova, che a Padova concepì il De humani corporis fabrica, il trattato che nel 1542 rivoluzionò la scienza anatomica. Il fiammingo ci osserva attorniato da discepoli e da altri protagonisti della storia della medicina: Bartolomeo Eustachio, Giovanni Battista Morgagni, Marcello Malpighi e Gabriele Falloppio. Il tutto in un arioso scenario che rivisita il famoso frontespizio della Fabrica riecheggiando al contempo atmosfere degne del Veronese e del Raffaello della Scuola di Atene.

Intervista di Daniele Mont D'Arpizio, riprese e montaggio di Elisa Speronello

L'Istituto di Anatomia Umana di via Falloppio celebra il suo primo secolo di vita “a regola d'arte”: ovvero inaugurando il nuovo murale che sulle pareti dello scalone monumentale dell'edificio celebra la straordinaria tradizione dell'Università di Padova nello studio dell'anatomia umana, legando idealmente le storiche sale del seminterrato con i moderni laboratori del primo piano. Presentata l'8 aprile e realizzata con la tecnica del “Tattoo Wall”, l’opera si sviluppa per circa 225 metri quadrati su tre rampe di scale e sul soffitto, e d’ora in avanti accompagnerà la vita di tutti i giorni di docenti e ricercatori, studenti e personale.

Per realizzare l’opera (finanziata da Dipartimento di Neuroscienze, Protettorato al Patrimonio artistico, storico e culturale, Protettorato all'Edilizia, Protettorato alla Didattica, Area Edilizia e sicurezza dell’Università di Padova) è stato scelto dopo un’attenta valutazione Milo Manara, uno dei più importanti fumettisti e illustratori italiani, che in oltre cinquant'anni di carriera ha saputo coniugare la popolarità presso il grande pubblico con l’alta qualità artistica, collaborando con maestri appartenenti alle più diverse sfere creative (fumetto, cinema, letteratura, musica): da Hugo Pratt a Federico Fellini, fino ad Alejandro Jodorowsky.

Il "Gaudeamus igitur" del Corollario. Riprese e montaggio di Massimo Pistore

L’idea nasce “per rinsaldare e rilanciare quel dialogo tra ricerca scientifica, divulgazione dei saperi e linguaggi artistici che nei suoi otto secoli di storia l'Università di Padova ha sempre coltivato”, spiega il direttore del Dipartimento di Neuroscienze Raffaele De Caro. “Il secondo obiettivo è di creare un'opera che si inserisce perfettamente nel contesto dell'anatomia moderna – continua il docente –, una scienza che ha rivoluzionato lo studio della medicina e la formazione del medico, dove l’approfondita conoscenza del corpo umano grazie agli studi anatomici tramite dissezione ha costituito e costituisce la base imprescindibile dello sviluppo delle discipline mediche”.

La scuola anatomica patavina è intimamente legata all’eredità storica, scientifica e culturale dell’università di Padova e ha visto succedersi i più rinomati anatomisti della storia della medicina da Bruno da Longobucco ad Andrea Vesalio, fino a Giovan Battista Morgagni. Simbolo di questa gloriosa tradizione è il Teatro anatomico ubicato a Palazzo del Bo, la più antica struttura di questo tipo destinata in maniera stabile alla dissezione di cadaveri a scopo didattico e scientifico, fatta costruire nel 1594 da Girolamo Fabrici d'Acquapendente, pioniere della medicina moderna e maestro dello scopritore della circolazione sanguigna William Harvey.

Intervista di Daniele Mont D'Arpizio, riprese e montaggio di Elisa Speronello

Proprio per dare un luogo più consono e moderno allo studio del corpo umano nel 1922, su progetto di Guido Fondelli, furono eretti in prossimità dell’ospedale Giustinianeo gli Istituti Anatomici, che rappresentano ancora oggi una fonte inesauribile di risorse per la ricerca e la formazione anatomica. L’Aula Falloppio, situata all’interno dell’Istituto di Anatomia umana, è uno splendido teatro anatomico ancora oggi in funzione, mentre l’atrio dell’Istituto ospita alcune delle collezioni di preparati anatomici del “Museo G.B. Morgagni”.

Lo scalone monumentale da oggi porterà impressa questa originale ed evocativa rivisitazione della storia degli studi anatomici. Una storia che continua ancora oggi, grazie anche a uno specifico programma di donazione del corpo e delle parti anatomiche a fini di formazione e ricerca scientifica. Nel 2021 c’è stato il riconoscimento come Centro nazionale di riferimento per la Conservazione e l’uso dei corpi dei defunti, mentre nel 2019, l’Istituto di Anatomia Umana è stato individuato quale Centro di riferimento per la regione del Veneto per la conservazione e l'utilizzo dei corpi donati.

Ancora oggi la infatti la morte può gioire, o per lo meno consolarsi, nell’aiutare i progressi della medicina a vantaggio di tutti; ce lo ricorda l’opera inaugurata oggi, che mostra un uomo e una donna che si elevano verso un cielo stellato, chiaramente ispirato a quello della Cappella degli Scrovegni di Giotto. Anche la scienza e il dono di sé, tutto sommato, sono un modo di sfidare la morte.

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