SOCIETÀ

In Italia gli infortuni sul lavoro non calano

Più di tre morti al giorno, tutti i giorni, per un anno. Sono questi i dati che emergono dalla Relazione annuale dell’Inail, cioè l’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.Sono riferiti al 2024 e non si discostano molto dagli anni precedenti.  Era il 2023 quando parlavamo di come l’Italia avesse un problema di morti sul lavoro. I dati Eurostat mettevano in evidenza una situazione tra le peggiori d’Europa. Sono passati due anni e la situazione non sembra affatto migliorata.


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Partiamo dal numero più impressionante di tutti: sono oltre 593mila infortuni denunciati nel 2024, cioè 2.500 in più rispetto all’anno precedente (+0,4%). 1.189 invece sono le denunce con esito mortale. Significa sostanzialmente che in un anno la situazione è rimasta invariata e quasi 1.200 persone ogni anno muoiono mentre sono a lavoro o mentre ci stanno andando.

Gli incidenti mentre si va a lavoro

La definizione che l’Inail da degli infortuni sul lavoro comprende anche quelli “in itinere”, cioè mentre si sta andando nel luogo in cui si lavora. Questa prassi non è così consolidata in tutte le statistiche, motivo per cui se si analizzano i dati Eurostat bisogna cercare di comprendere questa sfumatura per nulla banale. L'ente statistico europeo infatti esclude sia i casi in itinere che quelli non indennizzati. 

Gli infortuni “in itinere” nel 2024 sono stati 101.000. Sono tornati quindi sui livelli pre-pandemia. In tutto le denunce degli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro è stata del  19,6% del totale, un dato che è in costante crescita dal 2020. Se consideriamo invece i casi “fuori dall’azienda”, cioè avvenuti non solo “in itinere” ma anche “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto”, sono stati 117mila, cioè il 22,8% del totale. Questo valore è il più alto mai registrato negli ultimi cinque anni, sia in termini assoluti che di incidenza sul totale.  Anche i casi mortali in itinere sono aumentati, precisamente del 10,2% (da 275 a 303), mentre quelli in occasione di lavoro sono diminuiti del 3,5% (da 918 a 886). Complessivamente il 42,3% dei decessi si è verificato “fuori dall’azienda”.

 

 

Le denunce arrivano dagli uomini

Un dato particolare che emerge dalla relazione annuale dell’Inail è quello riferito all’ottica di genere. Nel 2024 poco meno di un terzo (31,6%) degli infortuni denunciati ha riguardato donne, cioè un’incidenza simile al 2023 e al 2019. Nel 2020 invece ci fu un 42% di denunce arrivate da donne. L’Inail spiega che questo dato è stato dovuto all’impatto del Covid-19 in settori ad alta presenza femminile, come la sanità.

Aumentano i certificati di malattia

Dalla Relazione annuale dell’Inail emerge anche un altro dato che è il più alto degli ultimi anni. Il 2024 infatti segna un record storico per quanto riguarda le malattie professionali: le denunce presentate all’Inail sono state oltre 88.000. Rispetto al 2023, quando le denunce erano state quasi 73.000, si osserva un incremento significativo del 21,8%, che conferma un trend di crescita quasi ininterrotto iniziato all’inizio degli anni 2000.

Un dato da leggere senza arrivare a facili conclusioni i rapporto causa, effetto. Questa tendenza infatti non significa necessariamente un peggioramento delle condizioni di lavoro, ma piuttosto potrebbe essere una maggiore consapevolezza da parte dei lavoratori e dei medici certificatori in merito ai diritti assicurativi e alle patologie che possono essere riconosciute come correlate all’attività lavorativa. 

L’unico calo significativo per quanto riguarda i certificati di malattia c’è stato nel 2020, anno in cui inevitabilmente tutte le statistiche sul lavoro, ma non solo, sono state influenzate dalla situazione sanitaria e sociale dovuta alla pandemia. In quell’anno erano stati 45.000.

Inoltre è bene specificare che le denunce fanno riferimento alle malattie segnalate e non necessariamente al numero di lavoratori colpiti, che nel 2024 sono stati circa 58.000. Questo perché uno stesso lavoratore può presentare più denunce se affetto da patologie diverse. 


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