SOCIETÀ
Il sindaco di Budapest sfida Orbàn: tensioni e timori per la sfilata Pride

Viktor Orban a Roma il 24 giugno 2025 - © Augusto Casasoli/Foto A3/Contrasto
È uno scontro politico, legale e sociale quello che agita la vigilia del Budapest Pride, la grande manifestazione a sostegno dei diritti della comunità LGBTQIA+, arrivata quest’anno alla 30ª edizione, che si terrà sabato prossimo, 28 giugno, nella capitale ungherese. Uno scontro già cominciato a parole, tra il sindaco progressista di Budapest, Gergely Karacsony, e il partito di governo Fidesz, dominato dal primo ministro Viktor Orbàn, in carica dal 2010 e ormai simbolo della destra nazionalista e populista, da molti considerato un aspirante despota che calpesta con disinvoltura diritti civili e gli stessi valori sui quali l’Unione Europea è stata fondata: rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Ed è proprio questo il punto nodale per il partito alla guida del governo ungherese: impedire che la sfilata colorata e pacifica per sostenere i diritti della comunità LGBTQIA+ abbia luogo. Perché lui, Orbàn, è uno che esalta la “famiglia tradizionale” come valore di riferimento (al pari di tanti esponenti politici dell’estrema destra europea, Italia compresa, e non solo), senza minimamente considerare qualsiasi possibile espressione di “diversità”. E che perciò ha fatto approvare pochi mesi fa una modifica alla Costituzione ungherese (la necessaria maggioranza di due terzi è stata facilmente raggiunta grazie ai voti di Fidesz e degli alleati del Partito Popolare Cristiano Democratico, KDNP, di estrema destra) che in nome della “suprema difesa dei minori” decreta per legge il riconoscimento di soli due sessi: maschile e femminile. Il testo emendato recita così: “I diritti dei bambini allo sviluppo morale, fisico e spirituale sostituiscono qualsiasi altro diritto fondamentale diverso dal diritto alla vita, incluso quello di riunirsi pacificamente”. Quindi sono “permanentemente vietate” le manifestazioni che promuovono la diversità e i diritti della comunità LGBTQIA+, compreso ovviamente il Budapest Pride di sabato prossimo.
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«Il Pride è la festa di una certa comunità sessuale, che non è adatta ad essere vista dai bambini», ha precisato il portavoce di Fidesz, Tamas Menczer. Mentre il primo ministro Orbàn, già lo scorso febbraio, aveva minacciato: «Consiglio agli organizzatori del Gay Pride di non preoccuparsi di preparare la parata di quest’anno: sarebbe uno spreco di denaro e di tempo». Ma il sindaco della capitale ungherese, Karacsony, ha deciso di sfidare a viso aperto il primo ministro Orbàn: «Il Pride si farà, e a organizzarlo sarà proprio il Comune», ha comunicato il sindaco. «È tempo di mostrare che siamo orgogliosi della nostra libertà, e che in questa città nessuno può essere considerato un cittadino di seconda classe». Gli organizzatori e il consiglio comunale di Budapest hanno cercato alcune scappatoie legali per consentire lo svolgimento della parata, ma la polizia ha comunque emesso un esplicito divieto. Che però non fermerà i partecipanti, che secondo le ultime stime saranno moltissimi: oltre 35mila, più delle ultime edizioni, perché la querelle ha fatto da megafono, mobilitando anche gli indecisi. In base alla nuova legge sugli assembramenti, tutti coloro che saranno identificati dalla polizia come partecipanti (gli agenti avranno in dotazione un software di riconoscimento facciale) potrebbero ricevere una multa fino a fino a 200mila fiorini ungheresi, pari a poco meno di 500 euro.
Il corteo degli estremisti di destra
Ora la domanda è: come reagirà Orbàn a una simile provocazione? Schiererà la polizia per impedire “fisicamente” lo svolgimento della marcia? Usando cosa? Idranti? Manganelli? Viceversa, se facesse sfilare tranquillamente i manifestanti, rischierebbe di perdere la faccia, o peggio di dimostrare di essere un “duro” soltanto a parole. Situazione indubbiamente delicata e rischiosa. Anche perché dopo aver vietato la sfilata arcobaleno, la polizia ha invece autorizzato una manifestazione del gruppo giovanile di estrema destra Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom (HVIM), proprio lungo il percorso con un percorso del Pride: il rischio che i due cortei entrino in contatto, o che i neofascisti “vogliano” il contatto, è altissimo. Sul loro sito scrivono: «Abbiamo scelto il percorso del Pride per il nostro raduno. Abbiamo già mostrato come ostacolare le organizzazioni della lobby LGBTQ+. Questa volta abbiamo ripreso il percorso del Budapest Pride e abbiamo preso provvedimenti per impedirlo».
Quel che è certo è che ci saranno molti occhi a guardare, a documentare quel che sabato prossimo accadrà nel cuore di Budapest, con il ritrovo previsto a Károly körút, a Pest (ma per motivi di sicurezza il luogo di partenza potrebbe essere spostato altrove dagli organizzatori). È prevista la partecipazione di almeno 70 europarlamentari, con la presenza annunciata della Commissaria europea per le pari opportunità, la belga di origini algerine Hadja Lahbib, di Michael O’Flaherty, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, oltre a esponenti politici di rilievo provenienti da oltre 30 paesi, tra i quali Italia, Spagna, Olanda, Irlanda e Belgio. Dunque una manifestazione che sarà molto partecipata, ma meno appariscente rispetto alle precedenti edizioni, proprio per non prestare il fianco alle prevedibili azioni di repressione da parte della polizia: «Non ci saranno camion, ballerini, nessuna sessualità esibita in nessuna forma», ha ribadito il sindaco. «Il nostro obiettivo è semplicemente rendere libera la capitale della nostra nazione».
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Intanto gli organizzatori, in collaborazione con diverse ong in difesa dei diritti umani (l’Hungarian Helsinki Committee, l’ungherese HCLU e Streetlawyer, che fornisce assistenza legale) hanno stilato un vademecum a disposizione dei partecipanti sul sito ufficiale del Budapest Pride, con info pratiche su come comportarsi e come reagire a eventuali provocazioni. Tipo: posso essere punito se vado al Pride? «Sì, è possibile che tu venga controllato sul posto e che la polizia voglia punirti, oppure che tu venga identificato in seguito utilizzando un software di riconoscimento facciale e riceverai una notifica via mail che hai commesso una violazione. In entrambi i casi, è importante non accettare la multa offerta la prima volta. In caso di ricorso, è possibile ridurre significativamente l’importo della multa, oppure è possibile che questo venga modificato solo in un avvertimento». Oppure: «Si sconsiglia di indossare una mascherina medica o parte di un costume nel partecipare al Pride, poiché si qualifica chiaramente come copertura per il viso». Dovremmo aver paura di una reazione più grande quest’anno, di estremisti più attivi? «Non c’è bisogno di avere paura. Il team di sicurezza della marcia del Pride di Budapest sarà preparato per la marcia di quest'anno, come in ogni anno precedente, in consultazione con la polizia e gli avvocati. Se noti un raggruppamento strano, sospetto e intimidatorio, cerca un organizzatore del Pride: indosserà un giubbotto giallo o arancione, e saprà cosa fare». Infine: portate con voi molta acqua («Sarà estate, farà caldo e speriamo di ballare molto»), un documento d’identità valido («Se la polizia non può identificarti potresti essere arrestato») e un telefono carico («puoi usarlo come documentazione se vedi qualcosa di illegale e salvare il numero di telefono della linea d’emergenza dell’HCLU o del Comitato di Helsinki nel caso in cui tu abbia bisogno di assistenza legale immediata»).
La libertà è sotto attacco
La “Marcia dell’orgoglio” di sabato non sarà l’unico evento in programma a Budapest. Da oggi, fino a venerdì, la Central European University (Nádor Utca 9, sempre a Pest) ospiterà la “Conferenza internazionale sui diritti umani”; mentre sabato sera dalle 22 in poi si terrà al Budapest Park (Budapest Soroksári Út 60) il Rainbow Party, l’afterparty ufficiale del Budapest Pride. «Il Pride è più di una marcia: è una celebrazione dell’amore, della diversità, dell’uguaglianza e della libertà di essere se stessi», riassume Cristian González Cabrera, ricercatore senior nel programma per i diritti LGBT di Human Rights Watch. «In Ungheria, questa libertà è sotto attacco. Il diritto di riunione pacifica è una pietra angolare della democrazia. Il governo ungherese lo sta trattando pericolosamente come facoltativo». Gli organizzatori rilanciano la necessità di partecipare alla parata del 28 giugno: «Ci aspettiamo che migliaia di persone si uniscano a noi. La vostra presenza a Budapest invia un messaggio chiaro e forte: l’uguaglianza e la libertà sono valori europei non negoziabili». E un consiglio per chi arriva dall’estero: «Che tu stia organizzando una delegazione, viaggiando da solo, con i tuoi amici o rappresentando un'organizzazione, contatta il nostro team di coordinamento internazionale all’indirizzo mail international@budapestpride.hu per ricevere supporto per logistica, alloggio, sicurezza e suggerimenti utili». Peraltro in contemporanea, sempre sabato 28 giugno, si terrà il Paris Gay Pride 2025, o “Marche des Fiertés”, tradizionale appuntamento ricco di feste che si svolge in assoluta libertà e allegria nella capitale francese (il ritrovo è previsto per le 13,30 alla stazione della metropolitana Palais-Royal-Musée du Louvre): «Sarebbe bello se il Paris Pride esprimesse la sua solidarietà a Budapest, attraverso i suoi slogan», ha commentato Viktoria Radvanyi, uno delle organizzatrici del Pride ungherese.