Tutto sta tornando come prima: lentamente, di settimana in settimana, stiamo conquistando la nostra vita sociale, economica e culturale. È bello: possiamo riavere il mondo di prima, lavoriamo, facciamo ricerca, progettiamo le vacanze, riaprono le palestre, i negozi…
Però stiamo tornando come prima anche per quanto riguarda il traffico, gli ingorghi stradali, gli aerei con gli scarichi inquinanti, coloro che prendono l’auto per prendere il pane a 500 metri di distanza, sono tornati nelle piazze i negazionisti dei virus. Insomma, ci hanno rassicurato sul fatto che saremmo tornati al “prima”. Ma siamo sicuri che vada tutto bene così?
C’è un paradosso: nell’era pre-pandemia c’erano gruppi di agguerrite e rumorose persone che non ne potevano più della green economy, di Greta Thunberg e via discorrendo. Dicevano: “Volete farci tornare indietro, a un’epoca precedente, a una natura idilliaca, siete dei nostalgici”. Ora però gli stessi sono contenti perché “si sta tornando come prima”. Non capisco: non si era detto che si deve andare solo avanti? Si dovrebbe ammettere che costoro sono ora i reazionari perché vogliono farci tornare indietro all’era pre-coronavirus. E qui c’è uno spartiacque: tra un nuovo inizio che approfitti degli investimenti da fare per indirizzare la politica nella direzione corretta, cioè quella di un mondo più “verde” e con più uguaglianza, e quelli che vogliono la restaurazione.