CULTURA

Se per qualcuno le mitiche isole greche sono o saranno presto frequentabili

Difficile nella vita di un solo sapiens tentare di visitare o anche solo studiare tutte le isole dell’attuale stato greco, anche se ora non ci fosse da considerare con cautela la situazione pandemica nel nostro paese, negli altri paesi europei, nel mondo. Da qualche decina di migliaia di anni isole contigue del Mediterraneo greco e territori greci della terraferma europea sono un binomio indissolubile, nessuno sa dire quale sia di preciso il numero totale delle prime.

Facendo affidamento a quanto riportato qualche tempo fa dall’Ente del Turismo Ellenico, lo Stato greco comprenderebbe circa 6 mila isole e isolotti sparsi nel Mar Egeo (perlopiù) e nel Mar Ionio; sono 1400 se ci basiamo sulla classificazione del National Geographic; esponenti di governo parlarono di quasi 10 mila considerando anche gli scogli; comunque nel 2021 solo circa 227 isole sarebbero abitate in modo permanente o stagionale. Una simile condizione forse esiste in Giappone, esso stesso un’isola non in molti altri Stati medio-grandi.

Di isola in isola, seguendo una guida mitologica

Comparando la Grecia con l’Italia, il nostro paese ha oltre 800 isole giuridicamente appartenenti alla Repubblica (marittime, lagunari, lacustri e fluviali); la loro superficie complessiva supera i 50.000 km²; solo un'ottantina sono abitate; 30 sono considerate “minori”, distribuite in 36 comuni (di 7 regioni) con circa 200.000 abitanti, lo 0,3% sia della popolazione che della superficie nazionali. Dunque, la Grecia (dove si svolsero le antiche Olimpiadi e le prime dell’era contemporanea) ha numeri molto più alti, di fatto risulta un’unica ghirlanda di isole, la storia e la geografia dello Stato non sono conoscibili senza sapere quanto e come accadde e accade nell’insularità. Il docente in pensione di letteratura greca e antropologia Giulio Guidorizzi (Bergamo, 1948) e la professoressa associata di mitologia e antropologia Silvia Romani avevano già scritto nel 2019 In viaggio con gli dei. Guida mitologica della Grecia e completano l’opera dedicandosi a una selezione di mitiche isole, con una prefazione a quattro mani e i vari capitoli più o meno equamente distribuiti: Il mare degli dei. Guida mitologica alle isole della Grecia, Raffaello Cortina Milano 2021.

Prendiamo la prima delle isole poeticamente narrate dai due studiosi, Delo, piccola 3,4 km², 340 ettari, fulcro dell’arcipelago delle Cicladi sul mar Egeo, oggi disabitata, uno straordinario sito archeologico sapiens, babele linguistica, banca e santuario di storie leggende miti dèi eroi. Nell’antichità si chiamava Ortigia e gli abitanti di circa cinquemila anni fa risiedevano sul monte Cinto (113 metri). Dopo di allora ha sempre “costretto” tanti all’approdo, non ammette che le si stia troppo lontano, è terra di scogli riarsi, impegnati in una battaglia immaginaria con i venti: il meltemi in particolare che, proprio quando attraversa l’isola, sembra caricarsi di furia e rinunciare a calare. Da tempo non si può più dormire a Delo (in quanto “sacra”) e conviene far sosta nella dolce Mykonos, da cui è relativamente facile farsi trasportare con un traghettino o un battello fino allo stesso punto in cui sbarcavano gli antichi di passaggio nel centro religioso e commerciale, nel cuore di svariate rotte marittime: la riva nordoccidentale del porto antico.

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1990, secondo la mitologia Delo è stata fra l’altro il luogo di nascita di Apollo e Artemide (emersa all’uopo) e oggi conserva importanti monumenti che attirano migliaia di visitatori ogni anno. Dopo essersi difesa nelle guerre persiane, cadde nel 454 a.C. sotto gli ateniesi. Poi servì a Sparta e all’Egitto. Con l’avvento di Alessandro Magno ottenne nuovamente indipendenza e notevole potere economico. Anche i romani riconobbero all’isola lo statuto di porto franco, ma nell’88 d.C. Mitridate, re del Ponto, attaccò duramente la colonia latina e vent’anni dopo i pirati deportarono i pochi superstiti come schiavi. L’isola decadde e dal VII° secolo venne completamente abbandonata. Solamente nel 1873, grazie alla scuola francese di archeologia, la Grecia permise l’apertura dei siti. Da lì può ben cominciare il giro guidato, garantito dal libro, a circa una ventina di splendide isole greche, percorrere o leggere la trama di racconti umani che connette l’una all’altra.

Oltre 30 piccole isole greche sono state usate per un doppio isolamento detentivo

La struttura del volume di Guidorizzi e Romani distingue le isole per collocazione geografica e, talora, contesto: la specifica ghirlanda dell’Egeo (oltre a Delo, Santorini, Nasso, Milo, Serifo), sotto il vento del nord (Samotracia, Lemmo), andando verso il largo (Sciro, Eubea, Ikaria), il ponte verso l’oriente (Lesbo, Samo), le dodici isole (Cos, Rodi), le isole di Ninfe e di battaglie (Egina, Salamina), nel greco mar (Corfù, Leucade, Itaca). La chiave di lettura fondamentale è la cultura greca antica, alle radici (da principio solo orali) della nostra civiltà, spesso riferendosi alla rilettura latina antica ed europea contemporanea. Storia e geografia non sono la priorità: la narrazione non segue ogni vicenda successiva ai Greci, né punta sulla biodiversità biologica. Pur sempre di una guida mitologica si tratta, molto ben scritta e leggibile, con significativi riferimenti al meticciato, a mescolanze e migrazioni (secondo la metempsicosi di Pitagora anche la morte è un moto di migrazione di residenza prolungata di un’anima da un corpo all’altro e, mitologicamente, molte ragazze si scoprono migrate via dalla vita mortale nel momento di massimo splendore e trasformate in astri). 

Ogni capitolo del bel testo è disseminato di foto e figure, citazioni e rimandi, con minima bibliografia finale. Non mancano riferimenti al possibile doppio isolamento insulare della detenzione, anche alcune di quelle citate furono terre d’esilio: a Lesbo per vari esiliativi da imperatori romani o nell’802 per l’imperatrice Irene o per migranti disperati oggi (“vittime del fallimento della politica europea sulla gestione dei rifugiati”); a Rodi per Tlepolemo ai tempi della guerra di Troia o per detenuti all’epoca dei Turchi; a Nasso per Bute ai tempi del quinto e sesto re di Atene. Del resto, basta fare le proporzioni. In una ricerca in corso ho contato oltre 30 piccole isole greche che sono state in qualche modo usate per un doppio isolamento detentivo, organizzandovi lì il trasferimento forzato e la detenzione varia per altri umani, esilio confino prigione carcere, nel passato antico e recente, talora ancor oggi.

Ovviamente, bisogna individuare omogenei criteri, almeno culturali e terminologici. Probabilmente le isole con una superficie di oltre 100 km² sono troppo grandi perché la dimensione umana detentiva sia decisiva rispetto alla complessiva insularità; probabilmente vi è ancora un lavoro di scavo da compiere per individuare l’opzione della lingua da usare nell’individuazione del toponimo (greco antico, latino, greco moderno, italiano, altro), tenendo anche in considerazione la pluralità delle denominazioni, pure mitologiche, dell’antichità.

In prima approssimazione sono state o sono “piccole” isole carcere greche: Agios, Alonisos, Amorgo Anafi, Andro, Antiparos, Archi, Cefalonia, Cerigotto, Cimeros, Citno, Egina, Folegandros, Fournoi, Gozzo, Gyaros, Kalydon, Leros, Limnos, Makronisos, Patmos, Serifo, Sifnos, Sifanto, Sikinos, Siro, Thira, Santorini, Trikeri, Zacinto. Molte di quelle narrate nel volume non sono comprese solo in quanto di superficie maggiore ai citati 100 km², per esempio: Corfù, Cos, Eubea, Ikaria, Lemno, Lesbo, Milo, Nasso, Rodi, Samotracia. In sostanza, quasi tutte le isole della mitologia greca furono prima o poi usate come carcere, non solo dagli dèi (con ovvia maggiore facilità), perlopiù proprio da sapiens verso altri, soprattutto durante quel che è stato il terribile novecento greco, in particolare durante il regime dei colonnelli

il turismo rappresenta quasi il 25% del Pil nazionale greco

Quest’anno viaggiare fuori d’Italia ha ancora forti limitazioni, sanitarie economiche pratiche. Muoversi verso la Grecia, per turismo o per altre ragioni, con o senza buoni testi e guide a bordo, non fa eccezione. Prestiamo permanente attenzione alle misure anti Covid-19, pubbliche e private. L'ultimo aggiornamento per dirigersi in Grecia risale al 15 luglio: chiunque intenda trascorrervi le proprie vacanze deve compilare un questionario online (il cosiddetto Passenger Locator Form o PLF) entro la mezzanotte del giorno prima della partenza (fra l’altro Atene è un'ora avanti rispetto all'Italia). Con tale documento si forniscono informazioni sul luogo di provenienza, sulla durata dei soggiorni precedenti in altri paesi e sull'indirizzo del proprio soggiorno in Grecia. Se non si compila e consegna, non si può prendere l'aereo. 

Inoltre, come per altre destinazioni e ormai per molte attività nel nostro stesso paese, bisogna anche presentare la Certificazione Digitale Covid-UE o, in alternativa: il certificato di vaccinazione che attesta il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni; un test PCR negativo effettuato nelle 72 ore prima dell’ingresso in Grecia; un test rapido antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Grecia; un certificato di guarigione rilasciato a seguito di un test PCR o mediante test rapido antigenico. La normativa greca richiede che il certificato di guarigione venga rilasciato 30 giorni dopo il primo test positivo, con validità fino a 180 giorni dopo di esso.

La meta turistica della Grecia è fra le più ambite, come noto. Soprattutto, Atene da una parte, l’insieme delle isole dall’altra attirano milioni di persone da varie parti del mondo, in particolar modo d’estate. Ed effettivamente anche in questo 2021, dopo la crisi generale della scorsa stagione, è stata segnalata finora una discreta ripresa (nei primi due mesi gli arrivi sono a aumentati del 130% rispetto al 2020). Poi, nelle ultime settimane la variante Delta ha fatto crescere la preoccupazione ovunque, Grecia compresa. L’impennata diacronica di contagi segnalati ha via via messo sempre più in allerta il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha contrassegnato le isole greche dell'Egeo meridionale in rosso scuro sulla specifica mappa Covid-19, sconsigliando i viaggi “non necessari”. 

Per intensificare i controlli il governo greco ha deciso di inviare più agenti di polizia, soprattutto nei locali frequentati dai più giovani. Sotto lente di ingrandimento, anche per alcuni episodi negativi, sono fra le altre: Ios. Lefkada, Mykonos, Paros, Rodi Tinos, Santorini e Zacinto. Le autorità hanno rilevato come alberghi, e locali per famiglie in genere, stanno implementando diligentemente i protocolli, mentre appare decisamente più congestionata e rischiosa la situazione del turismo giovanile e nei bar: proprio tra i 20 e 30 anni di età, i tassi di infezione sono molto aumentati. All'inizio di luglio, le autorità sono state costrette a imporre un coprifuoco e un divieto di musica a Mykonos (il luogo di partenza anche per Delo, come spiegato sopra), dopo che i tassi di contagio sono saliti alle stelle. Anche ad altre isole potrebbero essere imposte chiusure e restrizioni, meglio verificare bene prima di partire ora ad agosto. Le isole greche sono ancora un mito, talora solo da leggere!

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