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Grandi navi a Venezia: quanto inquinano e quanto fanno "guadagnare"

“Quante volte dobbiamo ancora sfiorare la tragedia?”. È questo ciò che si chiedono veneziani e non vedendo quotidianamente le grandi navi entrare in una città tanto bella quanto fragile. Domenica 7 luglio si è sfiorato un nuovo incidente poco distante da San Marco, con la nave di Costa Crociere che ha sfiorato un traghetto, rischiando d’andare a sbattere contro la riva. 

Le immagini sono impressionanti e si aggiungono a quelle viste il 2 giugno scorso, quando una grande nave ha perso il controllo andando a schiantarsi prima contro un battello e poi contro la banchina di San Basilio. Fortunatamente in entrambi i casi la tragedia è stata solo sfiorata ma il tema dei giganti del mare a Venezia è più che mai cruciale per il futuro della laguna.

Da un lato le crociere sembrano essere considerate vitali per il business della città, dall’altro però la paura di vedere una crociera distruggere un patrimonio come quello di Venezia è alta. Per capire però l’impatto è bene cercare di fare un’analisi dei benefici e dei costi ambientali.

Quanti passeggeri arrivano con le grandi navi a Venezia

Dai dati rilasciati dal Venezia Terminal Passeggeri possiamo vedere come nel 2018 siano entrate 502 navi da crociera a Venezia, cioè circa una nave e mezza al giorno. Navi che, prendendo ad esempio la MSC Opera, cioè quella dell’incidente del 2 giugno scorso, arrivano ad essere lunghe 275 metri, per un’altezza di 32 ed un peso di più di 65 mila tonnellate.

A bordo della nave ci possono stare fino a 2.679 passeggeri e 728 membri dell’equipaggio. Il turismo crocieristico è una tipologia di turismo “mordi e fuggi”, le navi attraccano al porto della città, fanno scendere i passeggeri che per qualche ora visitano la meta, e poi ripartono in direzione di un’altra città.

In tutto a Venezia sono giunti, nel 2018, 1.560.579 passeggeri e un’analisi de Il Sole 24 Ore, riferita però al 2015, stimava in 436,5 milioni di euro l'anno il mercato totale del turismo crocieristico in Italia, di cui più di metà, cioè 283,6 milioni di euro, solo su Venezia. A questi si aggiungono, sempre secondo il quotidiano di Confindustria, 170 milioni di euro di indotto ed un lavoro per 4.255 persone.

Dal punto di vista economico quindi queste sono alcune stime di quanto fanno “guadagnare” le grandi navi a Venezia. Inimmaginabile invece è ciò che si potrebbe perdere, sia dal punto di vista prettamente economico che artistico, in caso di grave incidente in una città come Venezia. 

I costi invece, oltre a quelli non quantificabili dell’impatto visivo, provengono dall’impatto ambientale. Abbiamo già analizzato il punto di vista morfologico ma ora ci concentreremo sull’inquinamento prodotto.

Quanto inquinano le grandi navi

Secondo un rapporto pubblicato da “Transport & Environment” e ripreso da Davide Michielin su Le Scienze, si può notare come il traffico crocieristico, nonostante sia inferiore sia dal punto di vista numerico che di tempistiche, le navi rimangono solo poche ore al porto, sia in alcuni casi maggiore rispetto a quello veicolare.

Il report si riferisce al 2017 ed analizza come le 203 navi da crociera in Europa abbiano emesso circa 62 kt di ossidi di zolfo, 155 kt di ossidi di azoto, 10 kt di particolato (PM) e 10,286 kt di CO2. Gran parte di queste emissioni è concentrata nel mar Mediterraneo e nei porti principali, cioè Spagna, Italia, seguite da Grecia e  Francia.

Il report poi mette in luce come solamente le 47 navi da crociera della compagnia Carnival Corporation emettano circa 10 volte più ossidi di ossidi di zolfo (SOx) rispetto il totale delle auto presenti in Europa, cioè circa 260 milioni di veicoli.

Concentrandoci sui porti invece, notiamo come, anche in questo caso, l’inquinamento prodotto dalle navi da crociera è sicuramente impattante sul territorio. Il peggiore d’Europa secondo il report sarebbe quello di Barcellona, seguito da Palma di Maiorca, Venezia, Civitavecchia e Southampton. 

Per concludere l’impatto delle grandi navi a Venezia è enorme da tutti i punti di vista, sia ambientale, che visivo, che economico. L’analisi benefici e costi però non può esimersi da valutare, seppur approsimativamente, ciò che potrebbe succedere in caso di grave incidente. Sui se ed i ma non si può mai fare affidamento, ma cosa sarebbe successo se la Costa Deliziosa non fosse riuscita a virare in tempo ed avesse sbattuto sul bacino di San Marco? Cosa sarebbe accaduto se l’incidente del 2 giugno scorso fosse avvenuto solo pochi metri prima, in una banchina situata a San marco o alle Zattere?

Come abbiamo detto i se ed i ma non servono mai a risolvere i problemi, ma, soprattutto in questo caso, prevenire qualsiasi possibilità di incidente è fondamentale per il futuro di un patrimonio mondiale com’è Venezia.


Riguarda l'intervista realizzata con il prof. Marco Marani sulle possibili nuove rotte per le navi da crociera a Venezia

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