SOCIETÀ

Antartide, ultima frontiera del turismo (in)sostenibile

Se vi viene voglia di una sauna, a Whichaway si può sudare contemplando un ghiacciaio dalla finestra. E se, in attesa che lo chef vi serva un pranzo di sei portate, vi va di sfogliare un libro sulle esplorazioni polari, basta sceglierlo dalla biblioteca a vostra disposizione. A Wolf’s Fang, invece, potreste togliervi lo sfizio di uno champagne all’Ice Bar, dove per mantenere il vostro cocktail alla giusta temperatura basta riporlo nelle nicchie scavate nel ghiaccio delle pareti, mentre sul tavolo (pure di ghiaccio) troverete salatini e aperitivi d’autore. Banalità da hotel cinque stelle? Forse. Ma Whichaway e Wolf’s Fang sono posti un po’ speciali, perché si trovano in Antartide. I due “campi”, come vengono avventurosamente definiti dagli organizzatori, sono in realtà resort extralusso, il primo composto da sei bungalow a forma di igloo, il secondo da altrettante tende superchic. Sono i due avamposti di White Desert, compagnia britannica leader nei viaggi d’élite al Polo Sud. White Desert porta in Antartide minuscoli gruppi di turisti superdanarosi, offrendo emozioni di qualunque tipo.

I piaceri antartici proposti ai nuovi Amundsen sono molteplici. Oltre alle “consuete” spedizioni navali e aeree (che comprendono, ovviamente, l’atterraggio al Polo) e le osservazioni di pinguini e balene, vengono prospettati intrattenimenti assai meno scontati: gite in kayak sfiorando iceberg colossali, brevi immersioni per gustare l’ebbrezza delle temperature marine glaciali (un’esperienza che, recita la brochure, “vi lascerà rinfrescati e pronti per la sauna a bordo del vostro yacht”), training di arrampicata su montagne innevate; e ancora, pagaiate sul paddleboard (una specie di grande tavola da surf), giretti in elicottero a caccia di foto panoramiche, escursioni sottomarine in batiscafo e, dulcis in fundo, la soddisfazione di una sciata in solitaria su piste necessariamente poco frequentate, scovate bordeggiando lungo le coste gelate (sempre a bordo del solito yacht).

White Desert (che offre tour di minimo cinque giorni a partire da 55.000 dollari per persona) non è solo uno dei protagonisti del turismo polare (nella stagione 2019/20 in Antartide sono giunti 74.401 visitatori). Il tour operator è anche uno dei grandi promotori della nuova frontiera dell’espansione turistica tra i ghiacci: l’arrivo degli aerei di linea. Lo scorso 2 novembre, il mondo dell’aviazione polare ha segnato un nuovo record con l’atterraggio in Antartide di un Airbus A340 della compagnia portoghese Hi Fly, il più grande velivolo ad aver mai toccato questi territori. L’Airbus, un gigante dal peso massimo al decollo pari a 275 tonnellate e capace in origine di centinaia di passeggeri, è atterrato con sole 23 persone a bordo oltre l’equipaggio, dopo un volo di cinque ore da Cape Town, sulla pista di ghiaccio di Wolf’s Fang: proprio quella del resort di White Desert, il cliente che ha commissionato il volo record.

La scommessa di White Desert, come delle altre compagnie di viaggi d’élite, è di ampliare il turismo extralusso che arriva in Antartide in aereo, incrementando i volumi di passeggeri e trasportando verso il Polo Sud una mole crescente di attrezzature e rifornimenti, per consentire ai viaggiatori esperienze sempre più confortevoli e ricche di opportunità. Ad oggi la grandissima parte dei turisti che visitano l’Antartide si muove via mare, spesso non attraccando neppure sulle coste: ma il business del turismo aereo a quanto pare apre prospettive di estremo interesse.

È significativo che il record precedente, nella corsa all’Antartide dei giganti dei cieli, sia stato messo a segno da Boeing, l’eterna rivale di Airbus, che nel 2017 riuscì a far atterrare un 757 proveniente da Punta Arenas (Cile) sulla pista di ghiaccio di Union Glacier Camp: anche in quel caso, il cliente del volo era il proprietario della pista e del campo, il tour operator americano Antarctic Logistics & Expeditions. Si tratta di un altro protagonista del turismo antartico, che nel 2003 ha acquisito la Adventure Network International, la società che nel 1985 per prima al mondo ha utilizzato le naturali distese di “blue ice” presenti in Antartide per farne delle piste per aeromobili. Seppure con ambienti più spartani di quelli di White Desert, anche la Antarctic Logistics & Expeditions offre ai clienti esperienze indimenticabili, che comprendono optional come gite in bicicletta sulla neve, partite di pallavolo tra i ghiacci e servizio in tenda con champagne su richiesta. Tra i tour proposti da Antarctic è degno di nota lo Ski South Pole: 58 giorni lungo 1.130 chilometri di territorio antartico da percorrere con gli sci a ritmi di 7/10 ore al giorno, trainando una slitta con viveri del peso di 60/80 chili. Il prezzo, 72.875 dollari, è certamente giustificato dal gusto della sfida di arrivare al traguardo senza danni fisici permanenti.

Tornando all’(ancora) più esclusivo White Desert, sono due le esperienze di viaggio che lasciano il segno. Per chi non ha sonni turbati da ubbie ecologiste c’è The Greatest Day: con soli 14.500 dollari, chi avesse un giorno di tempo libero può improvvisare una gita di 24 ore in Antartide, partendo da Cape Town con un jet privato e approdando dopo 5 ore di volo sui ghiacci eterni. Il programma prevede una permanenza in Antartide di 3 ore, durante le quali si viene intrattenuti con uno “champagne picnic” prima di rientrare con il volo di ritorno. Infine, per chi davvero non concepisce limiti al piacere e all’avventura, White Desert offre l’esperienza suprema: Ultimate Antarctica, 24 giorni di itinerario Sudafrica – Antartide – Patagonia, con volo privato fino al Polo Sud, crociera alle South Shetland Islands a bordo del superyacht Legend (dotato di sala cinema, Jacuzzi panoramica e centro benessere balinese), gare di motoslitta e snowkiting (scivolare lungo la neve trainati da una specie di aquilone). Il tour Ultimate Antarctica non ha un prezzo a persona, ma a gruppo: per i 12 fortunati, il costo totale è di 2 milioni 965mila dollari. Però è tutto compreso.

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