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Una Brexit senza accordo? Theresa May riceve il terzo no dal parlamento

29 marzo 2019: un giorno che sarebbe dovuto passare alla storia, ma così non è stato. Questa era la data in cui la Gran Bretagna sarebbe dovuta uscire definitivamente dall'Unione europea mam tutto è stato rimandato in quanto gli accordi tra Londra e Bruxelles non si sono ancora conclusi.

Theresa May, dopo i due no ricevuti dal Parlamento inglese sull'accordo, è pronta ad affrontare per la terza volta il voto per l'approvazione del trattato, con la promessa che, in caso di votazione positiva all'accordo, presenterà le sue dimissioni come primo ministro inglese.

Poco prima delle 16 di venerdì 29 marzo, Theresa May però ha ricevuto il terzo no dal Parlamento inglese: la votazione dell'accordo sull'uscita del Regno Unito dalla Gran Bretagna si è conclusa con 344 contrari e i 286 favorevoli. 

La Brexit quindi sta virando verso un'uscita senza accordo, lasciando ancora irrisolto uno dei problemi più urgenti: la questione del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord.

Sammy Wilson, il portavoce al parlamento dei DUP, Democratic Unionist Party (il partito unionista nordirlandese che si schierò a favore della Brexit, ndr), ha fatto sapere che non voterà a favore dell'accordo, preferendo far slittare di un anno le trattative piuttosto che dire si. Lo stesso concetto è stato ribadito anche dalla leader del partito, Arlene Foster, che ha ricordato la necessità di definire il futuro del confine Ulster-Eire in modo chiaro e con meno danni possibili.

 

Pur tenendo in considerazione che nessuna delle parti coinvolte vuole un hard border, cioé una frontiera con controlli su persone e beni, nessuna soluzione soddisfacente si prospetta nel futuro tra Ulster e Eire. Fino a oggi sono state avanzate diverse strade da percorrere: dal backstop (in cui l’Irlanda del Nord rimarrebbe dentro i confini dogali e i mercati dell’Unione europea) alla più probabile in queste ore, il no deal. I membri del partito unionista nordirlandese sono sostenitori della Brexit ma allo stesso tempo si battono perché l'Irlanda del Nord non sia separata dal resto del Regno Unito, dal punto di vista economico e costituzionale.


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Tuttavia, tra gennaio e febbraio 2019, più di 34.000 persone residenti nell'Irlanda del Nord hanno richiesto il passaporto irlandese: le stesse richieste sono arrivate nell'intero arco del 2011. Un possibile cambio dell'opinione pubblica? È quello che auspicano i pro-Remain, che continuano a manifestare in tutte le parti del Regno Unito per un nuovo referendum.

L'obiettivo dei DUP è l'integrità del Regno Unito; il backstop, utile per non creare caos in caso di no deal, creerebbe un doppio soft border, via terra e via mare: rientrando in un mercato “speciale”, l'Irlanda del Nord dovrà da un lato contrattare con l'Irlanda e con l'Unione europea; dall'altro rivedere i suoi termini economici con la Gran Bretagna, unita e dall'altra parte del mare d'Irlanda.

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