Beatrice “Bebe” Vio, campionessa paralimpica di scherma, è molto conosciuta grazie ai media e ai social che da anni si lasciano affascinare dalla sua spontaneità e simpatia. La giovane atleta nel 2016 riuscì a conquistare persino il presidente Barack Obama. Durante una cena alla Casa bianca, infatti, riuscì a strappargli un selfie in barba al protocollo e aggirando la sicurezza. Quando pensiamo a Bebe Vio è impossibile non raffigurarsela sorridente e vincente, mentre pronuncia una delle sue più celebri frasi: “La vita, ragazzi, è proprio una figata!”
All’età di 11 anni un’improvvisa meningite le portò via le braccia e le gambe. Questo, però, non l’ha fermata, dopo lo sconforto e le difficoltà iniziali, ha deciso di riprendere il controllo delle proprie vita e carriera sportiva. Crescendo ha conquistato numerose medaglie e l’affetto e la stima di tante persone che vedono in lei un modello di vita.
Un amico della campionessa, che come lei si contraddistingue per carattere e autoironia, è Iacopo Melio. Attivista per i diritti umani, ha una rara malattia genetica: la sindrome di Escobar, questo non gli ha mai impedito di esprime i propri ideali e di lottare per questi, principalmente attraverso la scrittura. Melio collabora con diverse testate giornalistiche ed ha già pubblicato il suo secondo romanzo, inoltre nel 2015 ha fondato l’onlus #vorreiprendereiltreno che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull'abbattimento delle barriere architettoniche e culturali.
Questa problematica coinvolge lo scrittore in prima persona, visto che non può muoversi senza l’ausilio di una sedia a rotelle. Recentemente Iacopo Melio è stato insignito del titolo di Cavaliere della repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, usando le sue parole: “Vivo con le ruote per terra, ma faccio salti altissimi”.
Veronica Yoko Plebani, classe ’96, è una che si annoia facilmente, per questo motivo si è sempre divisa tra tantissime discipline sportive: canoa, snowboard, nuoto, corsa e atletica sono solo alcuni degli sport che ha praticato nella sua vita. Nel 2011 contrae una meningite fulminante che comporta la perdita delle falangi di mani e piedi, da lì in poi inizia un percorso di accettazione e valorizzazione del suo corpo trasformato.
La ragazza sostiene che grazie alla malattia ha potuto vivere delle esperienze bellissime a livello professionale e di essersi arricchita. Inoltre, è una strenua sostenitrice dell’importanza dell’apprezzare se stessi e della forza come canone di bellezza: “Essere diversa o avere qualcosa di unico per me è diventato molto più importante che rientrare in quegli standard di bellezza. Io mi piaccio tantissimo e mi piacciono tantissimo le mie cicatrici”. Ultimamente si sta dedicando al paratriathlon e il suo obiettivo sono le paralimpiadi di Tokyo del 2020.
Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto italiano, lo scorso mese è stato colpito da alcuni colpi di arma da fuoco a Roma “per errore” così come dichiarato dai due fermati per il reato. Il ragazzo è rimasto paralizzato dalla vita in giù, ma ringrazia di non aver perso se stesso. La famiglia racconta di come sia stato lo stesso ragazzo a confortarli, non ha odio per chi gli ha stravolto la vita ed è già tornato in acqua: il ricongiungimento con questo elemento, compagno del passato e del presente, gli ha permesso di percepire il proprio corpo in un modo diverso, completo.
Tra dieci anni spera di essere di nuovo in piedi. Bebe Vio gli ha dedicato una delle sue ultime vittorie con un post su Instagram, scrivendo: “A tutti quelli che cadono ma appena possono si rialzano e riprendono a correre... o a nuotare! Daje Manuel!!!”. I due giovani atleti si sono incontrati recentemente celebrando il dono più bello della vita: il sorriso.
I denominatori comuni che caratterizzano questi giovani sono la forza, la tenacia e la voglia di contagiare tutti con la propria positività: amano se stessi e credono nel futuro. A riflettori spenti qualche momento di debolezza, ovviamente e giustamente, sarà stato vissuto, ma non si fermano e continuano a raccontarci i loro sogni. Il loro esempio, però, non deve essere preso come mezzo per castigarsi per le difficoltà quotidiane, piccole o grandi, che tutti viviamo e di cui ci lamentiamo. La filosofia del sorriso non serve a minimizzare, ma a scegliere: si può sempre scegliere di rialzarsi.