SCIENZA E RICERCA

La mappa globale di Titano rivela un mondo nuovo

Titano è il maggior satellite di Saturno e il secondo in ordine di grandezza nell'intero Sistema solare. Questa luna, che porta il nome della generazione più antica delle divinità della mitologia greca, venne scoperta nel 1655 dall'astronomo olandese Christiaan Huygens. Per via dell'unicità della sua atmosfera densa, scoperta nel 1944 dall'astronomo olandese Gerard P. Kuiper che individuò nello spettro della luce solare riflessa dal satellite delle bande di assorbimento associate al metano, Titano venne selezionato come un degli obiettivi primari della missione della sonda Voyager I. Altre esplorazioni di Titano sono avvenute attraverso la sonda Cassini, che venne lanciata nel 1997. Tramite queste due sonde si sono ottenute delle informazioni maggiormente attendibili sulla composizione e la struttura dell'atmosfera della luna di Saturno, che è fatta prevalentemente di azoto. Sulla superficie del satellite la temperatura media è di 94 Kelvin (-179,15 Celsius).

Come riportato nello studio pubblicato su Nature Astronomy, dal titolo A global geomorphologic map of Saturn’s moon Titan, Titano ha un ciclo idrologico attivo basato sul metano che ha modellato un complesso paesaggio geologico, rendendo la sua superficie una delle più geologicamente diverse nel Sistema solare. Nonostante le differenze nei materiali, nelle temperature e nei campi gravitazionali tra la Terra e il satellite, molte delle loro caratteristiche superficiali sono simili e possono essere interpretate come prodotti degli stessi processi geologici.

Per la prima volta gli scienziati hanno utilizzato i dati della missione Cassini, della Nasa, per mappare l'intera superficie di Titano. La mappa completa, messa insieme dall'astronoma Rosaly Lopes, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena, e dai suoi colleghi, è stata pubblicata il 18 novembre su Nature Astronomy. Le principali unità geologiche della superficie della luna sono state identificate e mappate usando dati ottenuti tramite radar e infrarossi durante la missione. Le correlazioni tra set di dati hanno permesso di produrre una mappa globale anche quando quelli a disposizione erano incompleti.

Le carte prodotte rivelano un terreno composto da montagne, pianure, valli, crateri e laghi. La navicella spaziale Cassini ha orbitato attorno a Saturno dal 2004 al 2017 e ha raccolto enormi quantità di informazioni sul gigante gassoso e le sue lune. La missione ha incluso più di 100 sorvoli su Titano, permettendo ai ricercatori di intravedere la superficie della luna attraverso la sua fitta atmosfera e di esaminare il suo terreno con uno studio nel dettaglio senza precedenti.

Lopes ha definito Titano “molto interessante” e “uno dei posti migliori nel Sistema solare in cui cercare la vita”. Il satellite ha il vento, la pioggia e le montagne. Quasi i due terzi della sua superficie sono costituiti da pianure e il 17% è coperto da dune sabbiose modellate dal vento, situate principalmente attorno all'equatore. Circa il 14% della superficie è classificato come hummocky, cioè collinoso o montuoso, mentre l'1,5% è composto da terreni labirintici, contraddistinti da valli scavate dalla pioggia e dall'erosione. Le dune e i laghi sono relativamente giovani, mentre i terreni collinari o montuosi sono quelli di più antica formazione. I risultati mostrano anche una predominanza di processi sedimentari o deposizionali con una chiara variazione latitudinale. Le pianure si trovano a metà latitudine e i terreni labirintici e i laghi ai poli.

Sono presenti pochi crateri da impatto, il che suggerisce che la superficie della luna sia piuttosto giovane. Titano è anche l'unico nel Sistema solare, eccezione fatta per la Terra, con corpi liquidi noti sulla sua superficie. Però, questi mari e laghi sono pieni di metano liquido anziché di acqua e coprono solo l'1,5% della superficie lunare. Ralph Lorenz, astronomo presso il Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University a Laurel, nel Maryland, ha commentato: “È quasi come un mondo completamente diverso”. Entro il 2034, la Nasa prevede di inviare un drone su Titano con la missione Dragonfly, il quale volerà sulla superficie e lo studierà da più posizioni. Tuttavia, attualmente non si pensa di inviare ulteriori satelliti orbitali su Saturno o le sue lune, quindi, probabilmente, questa mappa rimarrà la migliore versione per qualche tempo.

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012